Le novità dell’estate al museo romano, in mostra dal 22 giugno al 24 settembre
Il corpo e il tempo protagonisti alla Galleria Nazionale
Courtesy Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma |
Goldschmied & Chiari (Sara Goldschmied e Eleonora Chiari) Dispositivo di Rimozione #30 dalla serie Genealogia di Damnatio Memoriae 2012
Francesca Grego
22/06/2017
Roma - A dodici mesi dall’inaugurazione del nuovo corso di Cristiana Collu, la Galleria Nazionale festeggia l’arrivo dell’estate e un anno di intense trasformazioni con due progetti espositivi nel segno del contemporaneo.
Uncinematic - George Drivas (22 giugno-24 settembre) porta a Roma una serie di lavori cinematografici del rappresentante della Grecia alla 57° Biennale di Venezia e sembra una naturale appendice di Time is Out of Joint, la mostra in programma fino ad aprile 2018 che ha coronato la fase di rinnovamento della Galleria sostituendo alle consuete narrazioni dell’arte un nuovo senso del tempo, stratificato, simultaneo, decisamente non lineare.
Presupposti condivisi dall’opera di Drivas che, giocando sul rapporto tra fotografia e cinema o tra immagine fissa e in movimento, catapulta lo spettatore in una dimensione ipnotica, che rimanda al “non-ritmo dei sogni”, in cui il tempo e la durata perdono ogni rilevanza. Con linguaggio che tende all’astrazione, Drivas mette in scena temi cruciali della nostra epoca, a partire dall’esistenza individuale e dalle relazioni nella società della sorveglianza.
Corpo a Corpo – Body to Body (22 giugno-24 settembre) rappresenta invece un viaggio nelle esperienze artistiche che, dagli anni Sessanta e Settanta, hanno avuto il proprio fulcro nella dimensione immediata e non protetta del corpo come mezzo espressivo. Danza, happening, teatro, ma anche pittura, video, musica hanno rappresentato fertili territori di sconfinamento, insieme a istanze politiche e femministe entrate a pieno titolo nel mondo dell’arte.
Le sperimentazioni di Marina Abramović, Gina Pane, Ketty La Rocca, Tomaso Binga o di pioniere della danza come Trisha Brown, Simone Forti e Yvonne Rainer negli scatti di Claudio Abate incontrano le ricerche delle artiste delle ultime generazioni, rappresentate da Chiara Fumai, Eleonora Chiari e Sara Goldschmied, Silvia Giambrone o dal collettivo parigino Claire Fontaine.
Una nuova tappa sulla strada della destrutturazione di linguaggi e narrazioni consolidate, che dal percorso dei singoli sposta il baricentro nel più ampio campo delle pratiche museali, espandendone il raggio d’azione in scenari liquidi e inclusivi.
Leggi anche:
• Time is Out of Joint: Rivoluzione alla Galleria Nazionale
• Conversation Piece: dialoghi tra opere d'arte alla GNAM di Roma
Uncinematic - George Drivas (22 giugno-24 settembre) porta a Roma una serie di lavori cinematografici del rappresentante della Grecia alla 57° Biennale di Venezia e sembra una naturale appendice di Time is Out of Joint, la mostra in programma fino ad aprile 2018 che ha coronato la fase di rinnovamento della Galleria sostituendo alle consuete narrazioni dell’arte un nuovo senso del tempo, stratificato, simultaneo, decisamente non lineare.
Presupposti condivisi dall’opera di Drivas che, giocando sul rapporto tra fotografia e cinema o tra immagine fissa e in movimento, catapulta lo spettatore in una dimensione ipnotica, che rimanda al “non-ritmo dei sogni”, in cui il tempo e la durata perdono ogni rilevanza. Con linguaggio che tende all’astrazione, Drivas mette in scena temi cruciali della nostra epoca, a partire dall’esistenza individuale e dalle relazioni nella società della sorveglianza.
Corpo a Corpo – Body to Body (22 giugno-24 settembre) rappresenta invece un viaggio nelle esperienze artistiche che, dagli anni Sessanta e Settanta, hanno avuto il proprio fulcro nella dimensione immediata e non protetta del corpo come mezzo espressivo. Danza, happening, teatro, ma anche pittura, video, musica hanno rappresentato fertili territori di sconfinamento, insieme a istanze politiche e femministe entrate a pieno titolo nel mondo dell’arte.
Le sperimentazioni di Marina Abramović, Gina Pane, Ketty La Rocca, Tomaso Binga o di pioniere della danza come Trisha Brown, Simone Forti e Yvonne Rainer negli scatti di Claudio Abate incontrano le ricerche delle artiste delle ultime generazioni, rappresentate da Chiara Fumai, Eleonora Chiari e Sara Goldschmied, Silvia Giambrone o dal collettivo parigino Claire Fontaine.
Una nuova tappa sulla strada della destrutturazione di linguaggi e narrazioni consolidate, che dal percorso dei singoli sposta il baricentro nel più ampio campo delle pratiche museali, espandendone il raggio d’azione in scenari liquidi e inclusivi.
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