Un restauro e una mostra per celebrare il giardino di Alessandro Farnese
Gli Horti Farnesiani tornano a splendere sul Palatino

Ph. Bruno Angeli |
Le Uccelliere Farnese dopo il recente restauro (2013-2018), Archivio Fotografico del Parco Archeologico del Colosseo
Samantha De Martin
21/03/2018
Roma - Uno scrigno di natura e bellezza, fascino e potenza nel cuore del Parco archeologico del Colosseo.
Adagiato sulle scenografiche terrazze sospese sulle antiche rovine delle gloriose dinastie giulio-claudia e flavia, il giardino di delizie dei Farnese, uno dei primi orti botanici al mondo, ritrova la magia dell’antico splendore cinquecentesco offrendosi ai visitatori in tutta la sua lussureggiante magnificenza.
Allestiti a partire dalla metà del Cinquecento sulle rovine del Palatino per volontà di Alessandro, cardinale e nipote di papa Paolo III, gli Horti Farnesiani si svelano al pubblico con quel loro spazio sospeso nel tempo, regalando ai visitatori un viaggio speciale.
Con il supporto di descrizioni efficaci, ma anche degli antichi dipinti e stampe che ne rappresentarono l’aspetto al culmine del suo splendore, questo raffinato locus amoenus, Arcadia di contemplazione e di pace, regala un’esperienza fuori dal tempo in uno degli angoli più autentici di Roma.
Il recente restauro - avviato nel 2013 dalla Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma e terminato nel 2018 ad opera del Parco archeologico del Colosseo, con il supporto finanziario del World Monuments Fund, American Express ed altri - ha restituito le Uccelliere - dove un tempo avremmo visto svolazzare specie rare ed esotiche - con il Teatro del Fontanone - che ha ritrovato il suo aspetto originario recuperando il gioco d’acqua e la composizione di vasche sovrapposte - e la Casina. Agli inizi del Novecento, ben prima della nascita delle moderne metodologie di indagine, gli archeologi che operarono sul Palatino avevano sacrificato gli Horti, con le loro preziose strutture, a vantaggio dei resti del Palazzo Imperiale, ancora custoditi nel sottosuolo.
All’interno di questo ambizioso piano di recupero si inserisce la mostra Il Palatino e il suo giardino segreto. Nel fascino degli Horti Farnesiani, a cura di Giuseppe Morganti, una narrazione lenta, che si snoda dalla via Nova, al limite del Foro Romano, fino alle Uccelliere sul colle Palatino, illustrando al visitatore le trasformazioni subite dagli Horti nel tempo.
Ad accrescere la bellezza di questo luogo speciale, due prestiti di eccezionale valore provenienti dalla collezione Farnese del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, accolti nelle Uccelliere, e che ritornano per la prima volta nel loro sito originario, per il quale erano state concepite.
Si tratta delle sculture del Barbaro inginocchiato - in marmo nero antico e pavonazzetto, usato un tempo addirittura come portavaso - e di Iside fortuna, che decorava una delle nicchie della scala ai lati del Teatro del Fontanone.
«Al di là del consueto circuito turistico - ha spiegato Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo - che porta i visitatori dal Colosseo al Foro Romano, a volte senza il tempo necessario per assaporare la magia dei luoghi, nasce un percorso alternativo, dal passo lento, in un giardino inaspettato, contemporaneamente reale e immaginario, fino al belvedere già amato dai Farnese e che ancora oggi permette di riempirsi gli occhi della bellezza più autentica di Roma».
Così Goethe ricordava questo suggestivo scorcio di Roma nel suo Viaggio in Italia. "La sera andammo nei giardini del Palatino, ameni spazi verdeggianti che riempiono gl’intervalli tra le rovine dei Palazzi dei Cesari. Là, su una grande terrazza aperta al pubblico, cinta di stupendi alberi sotto cui erano disseminati frammenti di capitelli scolpiti, godemmo a nostro piacimento il fascino dell’ora". Una passeggiata, citata più volte in diversi taccuini del Grand Tour, che oggi, sarà nuovamente possibile.
Leggi anche:
• Il Palatino e il suo giardino segreto. Nel fascino degli Horti Farnesiani
Adagiato sulle scenografiche terrazze sospese sulle antiche rovine delle gloriose dinastie giulio-claudia e flavia, il giardino di delizie dei Farnese, uno dei primi orti botanici al mondo, ritrova la magia dell’antico splendore cinquecentesco offrendosi ai visitatori in tutta la sua lussureggiante magnificenza.
Allestiti a partire dalla metà del Cinquecento sulle rovine del Palatino per volontà di Alessandro, cardinale e nipote di papa Paolo III, gli Horti Farnesiani si svelano al pubblico con quel loro spazio sospeso nel tempo, regalando ai visitatori un viaggio speciale.
Con il supporto di descrizioni efficaci, ma anche degli antichi dipinti e stampe che ne rappresentarono l’aspetto al culmine del suo splendore, questo raffinato locus amoenus, Arcadia di contemplazione e di pace, regala un’esperienza fuori dal tempo in uno degli angoli più autentici di Roma.
Il recente restauro - avviato nel 2013 dalla Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma e terminato nel 2018 ad opera del Parco archeologico del Colosseo, con il supporto finanziario del World Monuments Fund, American Express ed altri - ha restituito le Uccelliere - dove un tempo avremmo visto svolazzare specie rare ed esotiche - con il Teatro del Fontanone - che ha ritrovato il suo aspetto originario recuperando il gioco d’acqua e la composizione di vasche sovrapposte - e la Casina. Agli inizi del Novecento, ben prima della nascita delle moderne metodologie di indagine, gli archeologi che operarono sul Palatino avevano sacrificato gli Horti, con le loro preziose strutture, a vantaggio dei resti del Palazzo Imperiale, ancora custoditi nel sottosuolo.
All’interno di questo ambizioso piano di recupero si inserisce la mostra Il Palatino e il suo giardino segreto. Nel fascino degli Horti Farnesiani, a cura di Giuseppe Morganti, una narrazione lenta, che si snoda dalla via Nova, al limite del Foro Romano, fino alle Uccelliere sul colle Palatino, illustrando al visitatore le trasformazioni subite dagli Horti nel tempo.
Ad accrescere la bellezza di questo luogo speciale, due prestiti di eccezionale valore provenienti dalla collezione Farnese del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, accolti nelle Uccelliere, e che ritornano per la prima volta nel loro sito originario, per il quale erano state concepite.
Si tratta delle sculture del Barbaro inginocchiato - in marmo nero antico e pavonazzetto, usato un tempo addirittura come portavaso - e di Iside fortuna, che decorava una delle nicchie della scala ai lati del Teatro del Fontanone.
«Al di là del consueto circuito turistico - ha spiegato Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo - che porta i visitatori dal Colosseo al Foro Romano, a volte senza il tempo necessario per assaporare la magia dei luoghi, nasce un percorso alternativo, dal passo lento, in un giardino inaspettato, contemporaneamente reale e immaginario, fino al belvedere già amato dai Farnese e che ancora oggi permette di riempirsi gli occhi della bellezza più autentica di Roma».
Così Goethe ricordava questo suggestivo scorcio di Roma nel suo Viaggio in Italia. "La sera andammo nei giardini del Palatino, ameni spazi verdeggianti che riempiono gl’intervalli tra le rovine dei Palazzi dei Cesari. Là, su una grande terrazza aperta al pubblico, cinta di stupendi alberi sotto cui erano disseminati frammenti di capitelli scolpiti, godemmo a nostro piacimento il fascino dell’ora". Una passeggiata, citata più volte in diversi taccuini del Grand Tour, che oggi, sarà nuovamente possibile.
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