A Palazzo Farnese dal 16 dicembre al 17 marzo
Il mito di Annibale rivive a Piacenza in una mostra immersiva
Benedict Masson, Annibale sulle Alpi, 1881, olio su tela, Chambéry, Musée des Beaux Arts
Samantha De Martin
14/12/2018
Piacenza - Dal punto terminale a settentrione della Res Publica romana, Annibale racconta la sua campagna militare accompagnando il pubblico verso il destino del Mediterraneo.
Il condottiero cartaginese che osò sfidare Roma rivive in una mostra in programma dal 16 dicembre al 17 marzo a Piacenza, presso Palazzo Farnese.
A cucire il percorso espositivo, strutturato in sezioni, è la definizione del contesto storico. Gli eventi geopolitici dell’epoca procedono parallelamente e quelli chiave della vita e delle imprese di Annibale, il cui volto è ritratto sulla moneta proveniente dalla Bibliothèque Nationale de France.
Gli aspetti strategici, militari e politici della seconda guerra punica vengono ripercorsi attraverso rappresentazioni che vedono schierati Romani e Cartaginesi nelle principali battaglie del conflitto.
E poi c’è Piacenza, o meglio Placentia, con la sua importanza strategica, limes, insieme alla via Emilia, che chiude a nord l’Italia romana.
A cura del professor Giovanni Brizzi, Annibale. Un mito mediterraneo accoglie i visitatori in un percorso immersivo che scivola lungo i sotterranei, recentemente restaurati, della storica residenza ducale piacentina. Qui la tecnologia incontra il rigore della ricerca storica.
“La mostra ha due cuori e due linee direttive - spiega Brizzi - da un lato Annibale, un personaggio che viene visto come maieuta, che muterà per sempre natura e destini, non solo di Roma e dell'Italia, ma dell'intero Mediterraneo. Dall'altro, la città di Piacenza, balcone privilegiato da cui si osserva questo passaggio e nucleo tematico che riguarda anche e soprattutto l'Italia romana. Nel 218 la città è la porta sulla piana del fiume Po che deve esser conquistata e trasformata, ma in seguito alle mutate condizioni del Mediterraneo, alla fine della guerra annibalica, Placentia diventerà il punto terminale a settentrione della res publica romana segnando il confine di quella che all'epoca era l'Italia”.
Preziosi reperti storici e artistici provenienti da istituzioni culturali italiane e internazionali si accompagnano a oggetti perduti che rivivono attraverso teche olografiche, videoinstallazioni, proiezioni. Il pubblico avanza, letteralmente circondato dagli uomini di questo condottiero che, stando allo storico Polibio, ancora bambino avrebbe pronunciato la sua promessa d'odio verso Roma.
La mostra renderà conto del contesto familiare in cui Annibale visse, passando al setaccio la formazione culturale greca e punica del giovane, il suo addestramento militare, fino all’ascesa come condottiero.
Ed ecco Annibale vincitore che rimira per la prima volta dalle Alpi l'Italia dall'affascinante bozzetto preparatorio di Francisco Goya, in arrivo a Piacenza dal Museo del Prado di Madrid.
Catapultato nel cuore della seconda guerra punica, il visitatore assiste emozionato allo spettacolare scontro tra Cartagine e Roma, alle battaglie della Trebbia, del Trasimeno, di Canne e di Zama.
La sconfitta, il rientro a Cartagine, l'esilio e i suoi ultimi giorni chiudono il progetto dedicato a uno dei più grandi comandanti della storia.
Leggi anche:
• Annibale. Un mito mediterraneo
Il condottiero cartaginese che osò sfidare Roma rivive in una mostra in programma dal 16 dicembre al 17 marzo a Piacenza, presso Palazzo Farnese.
A cucire il percorso espositivo, strutturato in sezioni, è la definizione del contesto storico. Gli eventi geopolitici dell’epoca procedono parallelamente e quelli chiave della vita e delle imprese di Annibale, il cui volto è ritratto sulla moneta proveniente dalla Bibliothèque Nationale de France.
Gli aspetti strategici, militari e politici della seconda guerra punica vengono ripercorsi attraverso rappresentazioni che vedono schierati Romani e Cartaginesi nelle principali battaglie del conflitto.
E poi c’è Piacenza, o meglio Placentia, con la sua importanza strategica, limes, insieme alla via Emilia, che chiude a nord l’Italia romana.
A cura del professor Giovanni Brizzi, Annibale. Un mito mediterraneo accoglie i visitatori in un percorso immersivo che scivola lungo i sotterranei, recentemente restaurati, della storica residenza ducale piacentina. Qui la tecnologia incontra il rigore della ricerca storica.
“La mostra ha due cuori e due linee direttive - spiega Brizzi - da un lato Annibale, un personaggio che viene visto come maieuta, che muterà per sempre natura e destini, non solo di Roma e dell'Italia, ma dell'intero Mediterraneo. Dall'altro, la città di Piacenza, balcone privilegiato da cui si osserva questo passaggio e nucleo tematico che riguarda anche e soprattutto l'Italia romana. Nel 218 la città è la porta sulla piana del fiume Po che deve esser conquistata e trasformata, ma in seguito alle mutate condizioni del Mediterraneo, alla fine della guerra annibalica, Placentia diventerà il punto terminale a settentrione della res publica romana segnando il confine di quella che all'epoca era l'Italia”.
Preziosi reperti storici e artistici provenienti da istituzioni culturali italiane e internazionali si accompagnano a oggetti perduti che rivivono attraverso teche olografiche, videoinstallazioni, proiezioni. Il pubblico avanza, letteralmente circondato dagli uomini di questo condottiero che, stando allo storico Polibio, ancora bambino avrebbe pronunciato la sua promessa d'odio verso Roma.
La mostra renderà conto del contesto familiare in cui Annibale visse, passando al setaccio la formazione culturale greca e punica del giovane, il suo addestramento militare, fino all’ascesa come condottiero.
Ed ecco Annibale vincitore che rimira per la prima volta dalle Alpi l'Italia dall'affascinante bozzetto preparatorio di Francisco Goya, in arrivo a Piacenza dal Museo del Prado di Madrid.
Catapultato nel cuore della seconda guerra punica, il visitatore assiste emozionato allo spettacolare scontro tra Cartagine e Roma, alle battaglie della Trebbia, del Trasimeno, di Canne e di Zama.
La sconfitta, il rientro a Cartagine, l'esilio e i suoi ultimi giorni chiudono il progetto dedicato a uno dei più grandi comandanti della storia.
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