Un anno sotto i riflettori per il capoluogo siciliano

È Palermo la Capitale Italiana della Cultura 2018

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Francesca Grego

31/01/2017

Palermo - È Palermo ad aggiudicarsi l’ambito titolo di Capitale Italiana della Cultura 2018, battendo le finaliste Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento ed Erice insieme ai comuni elimo-ericini.  Lo ha comunicato questo pomeriggio il ministro Dario Franceschini durante la cerimonia di proclamazione nella Sala Spadolini del Mibact.

La decisione unanime della giuria, presieduta da Stefano Baia Curioni e composta da Francesca Cappelletti, Franco Iseppi, Cristina Loglio, Giuseppe Litterata, Giovanna Pugliese e Alberto Senigallia, ha inteso premiare “un progetto originale di grande valore culturale e respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione, alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee.”

In evidenza negli interventi di Baia Curioni, Franceschini e del sindaco Leoluca Orlando il valore inclusivo della proposta palermitana e la cultura dell’accoglienza, portata avanti dalla città nel cuore del Mediterraneo in un momento storico così delicato. Fondamentale per la decisione, la presenza nel programma del capoluogo siciliano di un forte impulso alla creazione di capacità innovative e visioni simboliche volte al futuro, in un’ottica di integrazione ad ampio raggio che trasformi in energie positive le risorse attualmente disperse da dinamiche di diseguaglianza e conflittualità.

Non si è trattato di un confronto tra patrimoni ereditati dal passato né fra le risorse economiche utili a sostenere i progetti, ha proseguito Baia Curioni, ma di una valutazione delle capacità di “trasformare la cultura in carne, sangue, futuro e cittadinanza”, trovando il giusto equilibrio fra innovazione e tradizione, identità e accoglienza, cultura e sviluppo.

Il meccanismo virtuoso di progettualità condivisa che ha portato Palermo alla vittoria è stato comune alle altre nove città finaliste, che secondo Franceschini beneficeranno nel prossimo futuro di ottime occasioni di promozione e sviluppo culturale. Il meccanismo della shortlist fa sì che l’Italia si trasformi in un grande museo diffuso, “come una nomination all’Oscar - scherza il numero uno del Mibact - che regala visibilità indipendentemente dalla vittoria”. 

E per intensificare gli effetti positivi il ministro annuncia nei prossimi anni tempi dilatati per l’ideazione dei programmi e la realizzazione delle iniziative. Poiché il 2019 sarà l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura, infatti, già nel corso del 2018 verrà selezionata la Capitale Italiana per il 2020.

Intanto a Palermo vanno un premio di un milione di euro e l’esclusione dal patto di stabilità degli investimenti necessari a sostenere il progetto. Nel dossier presentato dal Comune spiccano Manifesta 12, la biennale internazionale d’arte contemporanea che si terrà nel capoluogo siciliano proprio nel 2018, la valorizzazione dell’itinerario arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù, entrato nel Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2015, la creazione di una piattaforma telematica per la cultura e il tempo libero, lo sviluppo delle risorse cittadine intorno ai tre nuovi poli teatrale, espositivo e archivistico-bibliotecario.

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