Il nuovo volto della villa d’otium dell’antica Oplontis
La Villa di Poppea diventa un museo diffuso: 15 reperti tornano a casa
Il grande cratere riposizionato nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Samantha De Martin
16/01/2023
Napoli - Sul grande cratere a calice che fungeva da fontana da giardino, i guerrieri di Pirro, disposti in coppia, danzano in punta di piedi con le gambe incrociate e i corpi allungati.
Non distante, una Nike alata, il piede nudo che spunta dalla veste sollevata, teso verso il suolo nell'atto di atterrare, guarda alla scultura di un bambino che gioca con un'oca. Sono alcuni dei 15 reperti che un tempo adornavano la maestosa Villa di Poppea e che adesso ritornano ad abbellire i suoi spazi, riposizionati in alcuni ambienti per regalare al pubblico un imprevisto colpo d’occhio nel delicato contrasto tra il marmo delle statue, le eleganti linee dei busti e dei bassorilievi, gli affreschi delle stanze dai colori vivaci.
La scultura del bambino con l'oca riposizionata nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
La ricollocazione delle statue e dei reperti originari, mai esposti prima nel sito, contribuisce a creare un Museo diffuso permanente che ha l’obiettivo di raccontare, conservare e valorizzare l’eccezionale patrimonio statuario di Oplontis.
Precedentemente in mostra presso il Palazzo Criscuolo di Torre Annunziata, e in parte provenienti dai depositi del Parco archeologico di Pompei, le opere contribuiscono a tessere un nuovo percorso visita, caratterizzato da inediti scorci.
Al grande cratere in marmo pentelico a bassorilievi, all’Artemide e all’Efebo, e ancora al busto di Eracle, alla testa di Afrodite, reperti già posizionati, si aggiungeranno, al termine della mostra Arte e sensualità nelle case di Pompei allestita presso la palestra grande di Pompei, dove sono attualmente esposti, i centauri e il gruppo scultoreo del Satiro con Ermafrodito.
La Nike ricollocata nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
“Riportare questi reperti nel luogo originario di provenienza - spiega Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei - è stata un’operazione di tutela finalizzata a garantirne un’adeguata conservazione in ambienti monitorati, da un punto di vista della sicurezza e delle condizioni conservative. Ma anche di valorizzazione sia delle opere sia della villa, in quanto l’esposizione in loco consente un racconto diretto e suggestivo del contesto reale”.
Ritratti di bambini ricollocati nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Conosciuta anche come "Villa A" per distinguerla dalla villa B rinvenuta poco lontano, la Villa di Poppea era una delle più importanti ville d’otium della costa del Golfo di Napoli. Per la grandiosità dell’impianto e la ricchezza degli apparati decorativi, questa lussuosa dimora, nella quale è stata rinvenuta un’anfora con il nome di Poppea, è attribuita alla seconda moglie di Nerone. Dotata di un accesso principale orientato verso la campagna retrostante, la villa si sviluppava in una serie di sale di soggiorno e giardini aperti sul golfo e proiettati verso le sue bellezze paesaggistiche. Il complesso fu allargato verso la metà del I secolo d.C. con l’aggiunta dell’enorme piscina, 61x17 metri, sulla quale si aprivano le stanze da pranzo, il soggiorno, gli alloggi per gli ospiti e i piccoli giardini d’inverno. La villa aveva inglobato anche i resti di un più antico complesso produttivo, a sud del quartiere della piscina, di cui è stato possibile indagare solo l’ambiente del torchio.
L'Efebo ricollocato nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Parte delle sculture che decoravano il lussuoso edificio trovavano posto proprio tra la ricca vegetazione attorno alla piscina. Tra le tante ville vesuviane quella di Poppea è l’unica a offrire la possibilità di ricostruire, sulla base degli scavi archeologici, la composizione dei giardini interni, spazi di riposo e meditazione che grande importanza ricoprivano nella vita dell’aristocrazia romana.
Al momento dell’eruzione l’edificio, circondato da siepi di bosso, limoni, platani, oleandri, cipressi, rose ed edere rampicanti, doveva essere in gran parte disabitato a causa di lavori in corso che comportarono la rimozione di molti elementi architettonici e decorativi, avviati probabilmente in occasione di un passaggio di proprietà.
Tra gli interventi di miglioramento dei livelli di accessibilità della villa di Poppea, si inseriscono oggi un nuovo percorso in LIS e la sistemazione della rampa di ingresso che consentirà anche alle persone con disabilità di accedere alla villa dal lato piscina e di riconnettersi al percorso fruito da tutti i visitatori.
Leggi anche:
• Nella domus dei due liberti divenuti ricchi: riapre al pubblico la Casa dei Vettii
Non distante, una Nike alata, il piede nudo che spunta dalla veste sollevata, teso verso il suolo nell'atto di atterrare, guarda alla scultura di un bambino che gioca con un'oca. Sono alcuni dei 15 reperti che un tempo adornavano la maestosa Villa di Poppea e che adesso ritornano ad abbellire i suoi spazi, riposizionati in alcuni ambienti per regalare al pubblico un imprevisto colpo d’occhio nel delicato contrasto tra il marmo delle statue, le eleganti linee dei busti e dei bassorilievi, gli affreschi delle stanze dai colori vivaci.
La scultura del bambino con l'oca riposizionata nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
La ricollocazione delle statue e dei reperti originari, mai esposti prima nel sito, contribuisce a creare un Museo diffuso permanente che ha l’obiettivo di raccontare, conservare e valorizzare l’eccezionale patrimonio statuario di Oplontis.
Precedentemente in mostra presso il Palazzo Criscuolo di Torre Annunziata, e in parte provenienti dai depositi del Parco archeologico di Pompei, le opere contribuiscono a tessere un nuovo percorso visita, caratterizzato da inediti scorci.
Al grande cratere in marmo pentelico a bassorilievi, all’Artemide e all’Efebo, e ancora al busto di Eracle, alla testa di Afrodite, reperti già posizionati, si aggiungeranno, al termine della mostra Arte e sensualità nelle case di Pompei allestita presso la palestra grande di Pompei, dove sono attualmente esposti, i centauri e il gruppo scultoreo del Satiro con Ermafrodito.
La Nike ricollocata nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
“Riportare questi reperti nel luogo originario di provenienza - spiega Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei - è stata un’operazione di tutela finalizzata a garantirne un’adeguata conservazione in ambienti monitorati, da un punto di vista della sicurezza e delle condizioni conservative. Ma anche di valorizzazione sia delle opere sia della villa, in quanto l’esposizione in loco consente un racconto diretto e suggestivo del contesto reale”.
Ritratti di bambini ricollocati nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Conosciuta anche come "Villa A" per distinguerla dalla villa B rinvenuta poco lontano, la Villa di Poppea era una delle più importanti ville d’otium della costa del Golfo di Napoli. Per la grandiosità dell’impianto e la ricchezza degli apparati decorativi, questa lussuosa dimora, nella quale è stata rinvenuta un’anfora con il nome di Poppea, è attribuita alla seconda moglie di Nerone. Dotata di un accesso principale orientato verso la campagna retrostante, la villa si sviluppava in una serie di sale di soggiorno e giardini aperti sul golfo e proiettati verso le sue bellezze paesaggistiche. Il complesso fu allargato verso la metà del I secolo d.C. con l’aggiunta dell’enorme piscina, 61x17 metri, sulla quale si aprivano le stanze da pranzo, il soggiorno, gli alloggi per gli ospiti e i piccoli giardini d’inverno. La villa aveva inglobato anche i resti di un più antico complesso produttivo, a sud del quartiere della piscina, di cui è stato possibile indagare solo l’ambiente del torchio.
L'Efebo ricollocato nella Villa di Poppea | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Parte delle sculture che decoravano il lussuoso edificio trovavano posto proprio tra la ricca vegetazione attorno alla piscina. Tra le tante ville vesuviane quella di Poppea è l’unica a offrire la possibilità di ricostruire, sulla base degli scavi archeologici, la composizione dei giardini interni, spazi di riposo e meditazione che grande importanza ricoprivano nella vita dell’aristocrazia romana.
Al momento dell’eruzione l’edificio, circondato da siepi di bosso, limoni, platani, oleandri, cipressi, rose ed edere rampicanti, doveva essere in gran parte disabitato a causa di lavori in corso che comportarono la rimozione di molti elementi architettonici e decorativi, avviati probabilmente in occasione di un passaggio di proprietà.
Tra gli interventi di miglioramento dei livelli di accessibilità della villa di Poppea, si inseriscono oggi un nuovo percorso in LIS e la sistemazione della rampa di ingresso che consentirà anche alle persone con disabilità di accedere alla villa dal lato piscina e di riconnettersi al percorso fruito da tutti i visitatori.
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