Dal 21 giugno in mostra tre secoli di pittura 

I colori di Venezia incantano Salisburgo

Paolo Veronese, Giuditta con la testa di Oloferne. Kunsthistorisches Museum, Vienna
 

Francesca Grego

31/05/2024

Mondo - Eleganti palazzi, piazze monumentali, castelli da fiaba, chiese e monasteri maestosi fanno di Salisburgo una delle città barocche più belle d’Europa. Tuttavia non tutti sanno che questo gioiello, oggi incluso nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, ha preso forma con il contributo determinante di architetti italiani. Nomi come quelli di Vincenzo Scamozzi o Santino Solari occupano un posto di primo piano nella storia della città di Mozart, dove i principi vescovi li convocarono per realizzare un progetto urbanistico che potesse competere con i fasti di Roma. Ecco perché nei festeggiamenti per i dieci anni del DomQuartier - storico complesso architettonico incastonato nel cuore di Salisburgo, oggi trasformato in distretto museale - l’arte italiana torna protagonista in città. 

Tra gli appuntamenti più attesi nelle celebrazioni che animeranno Salisburgo per tutto il 2025 spicca l’esposizione I colori della Serenissima: capolavori veneziani da Tiziano a Canaletto, una cavalcata lungo tre secoli di pittura, ma anche un’eccezionale testimonianza della passione degli austriaci per l’arte del Belpaese. I capolavori in mostra presso la Residenzgalerie del DomQuartier dal prossimo 21 giugno al 6 gennaio 2025 provengono infatti dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, erede delle incredibili collezioni appartenute agli imperatori d’Austria. Nella storica residenza dei principi vescovi di Salisburgo i visitatori potranno ammirare dipinti di Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Paolo Veronese, protagonisti dell’indimenticabile stagione del Rinascimento veneziano, per poi seguire l’evoluzione della pittura lagunare fino al Settecento e al Rococò, passando per le iconiche vedute di Canaletto.   


Salisburgo, panorama con il DomQuartier I Courtesy Austria Tourism

Le opere ospiti dialogheranno idealmente con la raccolta permanente della Residenzgalerie, una ricca pinacoteca che nasce con il collezionismo dei principi vescovi e annovera gioielli legati a diverse tradizioni artistiche europee, dall’Olanda alla Francia, dall’Italia all’area germanica. Per la direttrice del Kunsthistorisches Museum di Vienna Sabine Haag si realizza un sogno accarezzato da tempo: “Salisburgo ha svolto un ruolo importante nello scambio culturale tra Germania e Italia”, spiega, “e l’arte veneziana del XVI-XVIII secolo rappresenta un nucleo centrale nella vasta collezione del museo. Un motivo in più per visitare la Residenzgalerie nel 2024 con i capolavori di questo periodo”. 

Il titolo della mostra - I colori di Venezia - fa riferimento alla rivoluzione coloristica portata avanti dai maestri del Rinascimento lagunare, al loro stile pittorico nuovo, morbido e luminoso, ai pigmenti costosi in uso nelle botteghe della Serenissima, ma evoca anche i palazzi e le case affacciate sui canali, le stoffe pregiate e variopinte che ritroviamo nei quadri, le atmosfere preziose e soffuse che identificano Venezia in un immaginario ormai plurisecolare. Così in parallelo con l’evoluzione della pittura rappresentata nelle sue diverse dimensioni - scene sacre, ritratti, paesaggi - si dipana la storia della Serenissima e il racconto di una società che favorì lo sviluppo delle arti, dagli splendori rinascimentali al lento declino culminato proprio nella sottomissione all’impero austriaco.  

Nella seconda parte dell’anno due eventi a tema affiancheranno la mostra: il 31 agosto l’anniversario del DomQuartier sarà celebrato con una grande festa veneziana, mentre il 7 e l’8 novembre un convegno aperto al pubblico approfondirà le relazioni tra Salisburgo e la Serenissima

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