Il design delle razioni K
I pasti dei soldati in mostra alla Triennale di Milano

Ludovica Sanfelice
23/01/2015
Milano - La Triennale di Milano inaugura l’anno dell’EXPO legandosi al tema guida della manifestazione "Nutrire il Pianeta Energia per la Vita" attraverso una riflessione sugli aspetti più strettamente razionali dell'alimentazione militare.
È questo lo spirito della mostra "RAZIONE K", curata da Giulio Iachetti, che espone una selezione di campioni di kit alimentari non deperibili sviluppati dagli eserciti di diversi paesi e distribuiti ai soldati impegnati al fronte, o agli astronauti, e concepiti insomma per la sopravvivenza in situazioni estreme, e ne analizza la struttura trattandoli come oggetti di studio dal punto di vista del design. La confezione di simili pasti oltre ad un calcolato rendimento energetico e calorico, risponde infatti a precisi parametri progettuali e funzionali relativi al volume, alla forma, all’ingombro e persino al colore.
Invertendo la direzione indicata dalla moda del food design che celebra l’aspetto di ogni piatto, l’esposizione pone l’accento sul più radicale esempio di cibo concepito esclusivamente per eliminare la fame in condizione d'emergenza. I limiti fondamentali di spazio e peso non incidono però sull’aspetto estetico dell’involucro che pur essendo il frutto di un esercizio di pura progettazione, può addirittura trasformarsi in un prodotto inconsapevolmente bello, declinato secondo gusti e tradizioni locali dell’esercito committente.
È questo lo spirito della mostra "RAZIONE K", curata da Giulio Iachetti, che espone una selezione di campioni di kit alimentari non deperibili sviluppati dagli eserciti di diversi paesi e distribuiti ai soldati impegnati al fronte, o agli astronauti, e concepiti insomma per la sopravvivenza in situazioni estreme, e ne analizza la struttura trattandoli come oggetti di studio dal punto di vista del design. La confezione di simili pasti oltre ad un calcolato rendimento energetico e calorico, risponde infatti a precisi parametri progettuali e funzionali relativi al volume, alla forma, all’ingombro e persino al colore.
Invertendo la direzione indicata dalla moda del food design che celebra l’aspetto di ogni piatto, l’esposizione pone l’accento sul più radicale esempio di cibo concepito esclusivamente per eliminare la fame in condizione d'emergenza. I limiti fondamentali di spazio e peso non incidono però sull’aspetto estetico dell’involucro che pur essendo il frutto di un esercizio di pura progettazione, può addirittura trasformarsi in un prodotto inconsapevolmente bello, declinato secondo gusti e tradizioni locali dell’esercito committente.
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