Oltre sessanta le opere esposte nella Sala delle Cariatidi
I marmi di Rodin ospiti del piano nobile di Palazzo Reale

Il bacio, Auguste Rodin
L. Sanfelice
15/10/2013
Milano - Dal 17 ottobre al 26 gennaio, la Sala delle Cariatidi, al piano nobile di Palazzo Reale, si offre come cornice di una mostra dedicata ad Auguste Rodin che porterà a Milano un corpus monumentale di oltre 60 opere realizzate dal maestro francese. Una ricchezza che fa della raccolta, curata da Aline Magnien in collaborazione con Flavio Arensi, la più completa rassegna mai dedicata alle sculture in marmo dell’artista.
Avvalendosi dei prestiti di istituzioni pubbliche come il Petit Palais e dell’ente parigino che custodisce la memoria di Rodin, l’esposizione sceglie la via di un percorso cronologico che accompagna il visitatore nell’evoluzione dell’estetica e della pratica scultorea dell’autore e contestualizza temporalmente il carattere innovativo, dirompente e non convenzionale del suo lavoro.
Una prima sezione si concentra sulle opere giovanili di stampo classico e affronta il tema della carne e della sensualità attraverso la contemplazione di sculture celebri come l’“Homme au nez cassé” che venne rifiutato al Salon del 1864 e “Il bacio”, che scandalizzò la Francia di fin de siècle. Un secondo blocco raccoglie alcune delle opere più celebri della maturità artistica di Rodin che descrivono la portata di una ricerca che al recupero della tradizione affianca l’affermazione disinibita di nuove idee. Un terzo reparto infine è dedicato alla poetica dell’incompiuto, artificio michelangiolesco che l’artista adotta volgendolo in chiave moderna e che il pubblico riconoscerà ad esempio nel ritratto di Victor Hugo.
Avvalendosi dei prestiti di istituzioni pubbliche come il Petit Palais e dell’ente parigino che custodisce la memoria di Rodin, l’esposizione sceglie la via di un percorso cronologico che accompagna il visitatore nell’evoluzione dell’estetica e della pratica scultorea dell’autore e contestualizza temporalmente il carattere innovativo, dirompente e non convenzionale del suo lavoro.
Una prima sezione si concentra sulle opere giovanili di stampo classico e affronta il tema della carne e della sensualità attraverso la contemplazione di sculture celebri come l’“Homme au nez cassé” che venne rifiutato al Salon del 1864 e “Il bacio”, che scandalizzò la Francia di fin de siècle. Un secondo blocco raccoglie alcune delle opere più celebri della maturità artistica di Rodin che descrivono la portata di una ricerca che al recupero della tradizione affianca l’affermazione disinibita di nuove idee. Un terzo reparto infine è dedicato alla poetica dell’incompiuto, artificio michelangiolesco che l’artista adotta volgendolo in chiave moderna e che il pubblico riconoscerà ad esempio nel ritratto di Victor Hugo.
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