Expo in città
I capolavori di Giotto a Palazzo Reale
Giotto, Polittico di Santa Reparata, Annunciazione, Particolare dal verso, 1310 circa, Tempera e oro su tavola, Dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, Opera di Santa Maria del Fiore, Arcidiocesi di Firenze | Courtesy Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze | Foto: Damien Cerutti
L. Sanfelice
01/09/2015
Milano - L’evento espositivo pensato per accompagnare il pubblico dei visitatori dell’Expo verso la conclusione del semestre riunisce a Palazzo Reale 13 opere di Giotto.
Con un corpus di capolavori (prevalentemente su tavola) mai esposti prima a Milano, il percorso espositivo dedicato al padre della pittura moderna sarà volto all’analisi dell’evoluzione del linguaggio figurativo maturato dall’artista durante i soggiorni a Roma, Assisi, Bologna, Firenze, Rimini, Padova e Milano dove Giotto giunse su invito di Azzone Visconti per affrescare una parte del Palazzo Ducale con una Gloria Mondana e forse una serie di Uomini illustri, andati purtroppo perduti.
Dal Polittico Stefaneschi realizzato per l’altare maggiore della Basilica di San Pietro e custodito ai Musei Vaticani, al monumentale Polittico di Bologna, conservato presso la Pinacoteca Nazionale del capoluogo emiliano e ralizzato nella fase più matura della carriera di Giotto, passando per il Polittico di Badia destinato alla Chiesa benedettina di Santa Maria a Firenze e concessa in prestito dagli Uffizi, e per il polittico Baroncelli che in questa occasione viene temporaneamente ricongiunto con la sua cuspide, raffigurante il Padre Eterno, conservata nel museo di San Diego in California, la mostra farà sfoggio dell’imponente collaborazione sviluppata tra enti e istituzioni con il supporto tecnico e scientifico del Mibact e animata dall'intento di valorizzare la straordinaria ricchezza del patrimonio artistico italiano.
L’appuntamento, in programma dal 2 settembre al 10 gennaio 2016, al contrario di quanto si possa pensare, non è stato confezionato ad uso esclusivo dei turisti attratti in città dall'Expo. Ciò che infatti il percorso allestito dai curatori Serena Romano e Pietro Petraroia si propone è rivolgersi prima di tutto al pubblico italiano, sommo custode di un’eredità che si è fatta identità attraverso soluzioni pittoriche capaci di dar forma e colore al nostro immaginario, mantenendo un’attualità pronta a valicare confini temporali e geografici per diventare universale.
Consulta anche:
Giotto, l'Italia. Da Assisi a Milano
Guida d'arte di Milano
Con un corpus di capolavori (prevalentemente su tavola) mai esposti prima a Milano, il percorso espositivo dedicato al padre della pittura moderna sarà volto all’analisi dell’evoluzione del linguaggio figurativo maturato dall’artista durante i soggiorni a Roma, Assisi, Bologna, Firenze, Rimini, Padova e Milano dove Giotto giunse su invito di Azzone Visconti per affrescare una parte del Palazzo Ducale con una Gloria Mondana e forse una serie di Uomini illustri, andati purtroppo perduti.
Dal Polittico Stefaneschi realizzato per l’altare maggiore della Basilica di San Pietro e custodito ai Musei Vaticani, al monumentale Polittico di Bologna, conservato presso la Pinacoteca Nazionale del capoluogo emiliano e ralizzato nella fase più matura della carriera di Giotto, passando per il Polittico di Badia destinato alla Chiesa benedettina di Santa Maria a Firenze e concessa in prestito dagli Uffizi, e per il polittico Baroncelli che in questa occasione viene temporaneamente ricongiunto con la sua cuspide, raffigurante il Padre Eterno, conservata nel museo di San Diego in California, la mostra farà sfoggio dell’imponente collaborazione sviluppata tra enti e istituzioni con il supporto tecnico e scientifico del Mibact e animata dall'intento di valorizzare la straordinaria ricchezza del patrimonio artistico italiano.
L’appuntamento, in programma dal 2 settembre al 10 gennaio 2016, al contrario di quanto si possa pensare, non è stato confezionato ad uso esclusivo dei turisti attratti in città dall'Expo. Ciò che infatti il percorso allestito dai curatori Serena Romano e Pietro Petraroia si propone è rivolgersi prima di tutto al pubblico italiano, sommo custode di un’eredità che si è fatta identità attraverso soluzioni pittoriche capaci di dar forma e colore al nostro immaginario, mantenendo un’attualità pronta a valicare confini temporali e geografici per diventare universale.
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