Dal 15 febbraio al 29 giugno
Casorati incanta Milano con 100 capolavori

Felice Casorati, Raja, 1924-1925, tempera su tavola, 120 x 100 cm. Venezia, collezione privata. Photo Credit Matteo De Fina
Francesca Grego
14/02/2025
Milano - Dopo 36 anni di assenza, Felice Casorati torna in mostra a Milano nella cornice di Palazzo Reale. Sono oltre cento le opere riunite per ricostruirne la parabola: dipinti, sculture, grafiche, bozzetti per scenografie teatrali animano uno dei più vasti progetti espositivi che siano mai stati dedicati all’artista piemontese, maestro di inquietudini ed enigmi, tra i più originali interpreti del primo Novecento italiano. Da domani, sabato 15 febbraio, fino al prossimo 29 giugno, prestiti da collezioni private e musei - la GAM di Torino, dove è conservata la più ricca e significativa raccolta museale di opere di Casorati, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo del Novecento di Milano, il Mart di Rovereto, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, tra gli altri - popoleranno le 14 sale della mostra, che presenta alcuni dei principali capolavori dell’artista: il Ciclo delle Grandi Tempere, per esempio, insieme a Raja, Conversazione platonica e Annunciazione, proveniente da una collezione privata ed esposto per la prima volta dopo molti anni.
A cura di Giorgina Bartolini, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, la mostra è stata sviluppata in stretta collaborazione con l’Archivio Casorati per “trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico dell’artista, invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica), conducendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale”, raccontano i curatori: “Le sale di Palazzo Reale costituiscono il contesto perfetto per ricostruire la dimensione silenziosa, fatta di pause, contrappunti e vuoti, emanata dalle opere stesse”.

Felice Casorati, Ritratto di Renato Gualino, 1923-1924. Olio su compensato. Istituto Matteucci, Viareggio
Oltre la stagione del Realismo Magico - la più conosciuta e amata dal pubblico - stili e fonti di ispirazione si avvicendano nel corso della carriera dell’artista: dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo alla fase espressionista orientata dalle deformazioni picassiane, sino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat, caratteristiche dell’ultimo periodo.
Ampio spazio è dedicato al legame con l’imprenditore Riccardo Gualino, “per il quale, come se fosse un principe rinascimentale, Casorati si trova impegnato non solo come pittore, ma anche come scultore, decoratore e progettista d’ambienti” racconta la curatrice Giorgina Bartolini. A Torino Casorati e Gualino vivranno insieme una stagione memorabile, intrecciando la pittura al teatro, alla musica, alla scultura e alla danza, in un’atmosfera raffinata e cosmopolita. “Il rapporto tra Felice Casorati e Riccardo Gualino, collezionista, imprenditore e finanziere sul modello dei tycoon internazionali, inizia nel 1922 con la committenza dei ritratti di famiglia”, ha spiegato la curatrice: “Su una parete della sala a Palazzo Reale, quei ritratti (Cesarina, Riccardo, il figlio Renato), oggi appartenenti a tre diverse collezioni, si potranno rivedere uno accanto all’altro: aulici, ispirati alla pittura antica e allo stesso tempo modernissimi. Li abbiamo riportati al loro contesto, ricostruendo per frammenti il teatrino privato dell’abitazione dei Gualino, progettato da Casorati e dall’architetto Alberto Sartoris”.

Felice Casorati, Meriggio,1923, olio su tavola, 119x130 cm. Trieste, Civico Museo Revoltella, Galleria d’Arte Moderna I Ph. Archivio fotografico del Museo Revoltella (© Felice Casorati by SIAE)
E un posto speciale è riservato al legame dell’artista con Milano. Se Torino fu la sua città d’adozione - “In questa città antituristica, che amo per la sua misteriosa, non palese bellezza, in questa città enigmatica e inquietante come una cabala, che ogni giorno bisogna scoprire e poi ancora riscoprire, in cui la nebbia è più luminosa che il sole, in cui la misura non è stata mai dimenticata e non potrà mai essere dimenticata, in questa città quadrata e squadrettata, solo in questa città potevano nascere i miei quadri!”, affermò nel 1953 - nel corso della sua lunga carriera Casorati ebbe modo di sottolineare come Milano fosse stata la prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte, riconoscendo alle sue rassegne degli anni Venti lo spazio strategico per un confronto diretto con le ricerche artistiche più innovative.

Felice Casorati, Annunciazione, 1927, olio su tavola, 151 x 100 cm. Milano, collezione privata
Per la Scala di Milano Casorati realizzò scenografie per opere e balletti, lavori che oggi raccontano l’amore per la musica di un pittore che fu anche un appassionato pianista. “Nella sala che chiude l’antologica, quattordici tempere con i costumi e i bozzetti di scena ricostruiscono una stagione dell’attività di scenografo di Felice Casorati, con i lavori per il Teatro alla Scala. La follia di Orlando, Le baccanti, il Fidelio, L’amore stregone, Il principe di legno e quindi le musiche di Petrassi, Ghedini, Beethoven, De Falla, Bartók”, rivela ancora Bartolini: “Il filo della mostra si riavvolge: tornano le tempere, le linee, le stesure à plat del primo Casorati, torna la musica, il primo amore del pittore, il suo inseparabile pianoforte, su cui, prima di disegnare le scenografie, provava e studiava le opere. A chiusura dell’antologica, la sala è anche un omaggio al Teatro alla Scala e a Milano, al ruolo che la città ha giocato nella carriera dell’artista”.

Felice Casorati, Tiro al bersaglio o tiro a segno, 1919, Tempera su tela, 130 × 120 cm, Collezione Privata | Foto: © Pino dell'Aquila
A cura di Giorgina Bartolini, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, la mostra è stata sviluppata in stretta collaborazione con l’Archivio Casorati per “trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico dell’artista, invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica), conducendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale”, raccontano i curatori: “Le sale di Palazzo Reale costituiscono il contesto perfetto per ricostruire la dimensione silenziosa, fatta di pause, contrappunti e vuoti, emanata dalle opere stesse”.

Felice Casorati, Ritratto di Renato Gualino, 1923-1924. Olio su compensato. Istituto Matteucci, Viareggio
Oltre la stagione del Realismo Magico - la più conosciuta e amata dal pubblico - stili e fonti di ispirazione si avvicendano nel corso della carriera dell’artista: dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo alla fase espressionista orientata dalle deformazioni picassiane, sino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat, caratteristiche dell’ultimo periodo.
Ampio spazio è dedicato al legame con l’imprenditore Riccardo Gualino, “per il quale, come se fosse un principe rinascimentale, Casorati si trova impegnato non solo come pittore, ma anche come scultore, decoratore e progettista d’ambienti” racconta la curatrice Giorgina Bartolini. A Torino Casorati e Gualino vivranno insieme una stagione memorabile, intrecciando la pittura al teatro, alla musica, alla scultura e alla danza, in un’atmosfera raffinata e cosmopolita. “Il rapporto tra Felice Casorati e Riccardo Gualino, collezionista, imprenditore e finanziere sul modello dei tycoon internazionali, inizia nel 1922 con la committenza dei ritratti di famiglia”, ha spiegato la curatrice: “Su una parete della sala a Palazzo Reale, quei ritratti (Cesarina, Riccardo, il figlio Renato), oggi appartenenti a tre diverse collezioni, si potranno rivedere uno accanto all’altro: aulici, ispirati alla pittura antica e allo stesso tempo modernissimi. Li abbiamo riportati al loro contesto, ricostruendo per frammenti il teatrino privato dell’abitazione dei Gualino, progettato da Casorati e dall’architetto Alberto Sartoris”.

Felice Casorati, Meriggio,1923, olio su tavola, 119x130 cm. Trieste, Civico Museo Revoltella, Galleria d’Arte Moderna I Ph. Archivio fotografico del Museo Revoltella (© Felice Casorati by SIAE)
E un posto speciale è riservato al legame dell’artista con Milano. Se Torino fu la sua città d’adozione - “In questa città antituristica, che amo per la sua misteriosa, non palese bellezza, in questa città enigmatica e inquietante come una cabala, che ogni giorno bisogna scoprire e poi ancora riscoprire, in cui la nebbia è più luminosa che il sole, in cui la misura non è stata mai dimenticata e non potrà mai essere dimenticata, in questa città quadrata e squadrettata, solo in questa città potevano nascere i miei quadri!”, affermò nel 1953 - nel corso della sua lunga carriera Casorati ebbe modo di sottolineare come Milano fosse stata la prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte, riconoscendo alle sue rassegne degli anni Venti lo spazio strategico per un confronto diretto con le ricerche artistiche più innovative.

Felice Casorati, Annunciazione, 1927, olio su tavola, 151 x 100 cm. Milano, collezione privata
Per la Scala di Milano Casorati realizzò scenografie per opere e balletti, lavori che oggi raccontano l’amore per la musica di un pittore che fu anche un appassionato pianista. “Nella sala che chiude l’antologica, quattordici tempere con i costumi e i bozzetti di scena ricostruiscono una stagione dell’attività di scenografo di Felice Casorati, con i lavori per il Teatro alla Scala. La follia di Orlando, Le baccanti, il Fidelio, L’amore stregone, Il principe di legno e quindi le musiche di Petrassi, Ghedini, Beethoven, De Falla, Bartók”, rivela ancora Bartolini: “Il filo della mostra si riavvolge: tornano le tempere, le linee, le stesure à plat del primo Casorati, torna la musica, il primo amore del pittore, il suo inseparabile pianoforte, su cui, prima di disegnare le scenografie, provava e studiava le opere. A chiusura dell’antologica, la sala è anche un omaggio al Teatro alla Scala e a Milano, al ruolo che la città ha giocato nella carriera dell’artista”.

Felice Casorati, Tiro al bersaglio o tiro a segno, 1919, Tempera su tela, 130 × 120 cm, Collezione Privata | Foto: © Pino dell'Aquila
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