STREGHE DIAVOLI SIBILLE

Streghe
 

26/02/2004

La mostra "Streghe, Diavoli, Sibille" allestita a Como nelle sale settecentesche di Palazzo Giovio, sede del Museo Civico “Paolo Giovio”, è un’occasione per gettare un’occhiata sul mondo esoterico, che da sempre affascina l’immaginario collettivo. Oggetto dell’esposizione lariana sono proprio le realizzazioni artistiche concernenti queste figure tanto misteriose: incisioni, libri, pellicole cinematografiche, in un panorama così ampio da racchiudere la storia dell’immagine dal mito greco alla settima arte. Vengono presentate 324 stampe originali provenienti dalle collezioni Invernizzi di Como e Guarino di Benevento, opera di artisti italiani, francesi, olandesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, svizzeri ed austriaci. Tali stampe, acqueforti, puntasecca, bulini, litografie, sono pezzi che vanno dal XV al XX secolo e che affrontano il tema della stregoneria da un punto di vista storico, antropologico e politico. Tra gli autori più conosciuti troviamo Albrecht Dürer con "Il martirio di Santa Caterina d'Alessandria" (xilografia del 1496), il fiorentino Stefano della Bella con le due acqueforti seicentesche "Le Morti portano via le donne" e "Le Morti interrano un vecchio", la grande e spettacolare acquaforte rappresentante "Le tentazioni di S. Antonio" di Jacques Callot e infine Francisco Goya con due acqueforti della serie “Los Caprichos” eseguite tra il 1881 e il 1886. Per quanto riguarda i libri invece ne sono esposti 83 editi tra il 1502 e il 1920: su tutti il “Malleus Maleficarum” di Jacob Sprenger (metà ‘400) e il “Lucerna inquisitorum haeretica pravitatis”, stampato a Roma nel 1566 e scritto dal domenicano Bernardo Rategno da Como inquisitore della diocesi lariana dal 1484 al 1505. Lo stesso Rategno negli stessi anni scrisse il "Tractatus de strigibus" dove si racconta di donne che con l'aiuto del diavolo avevano costituito la setta delle streghe.

COMMENTI
 
LA MAPPA
  NOTIZIE