Sironi e gli anni dell’apocalissi
Evocazione ritmica di Mario Sironi
11/02/2008
Per la prima volta insieme tutti i principali capolavori del periodo ‘40 e ‘50 di Mario Sironi (1885-1961), uno dei maestri indiscussi dell’arte italiana e internazionale del ‘900. Nella mostra a lui dedicata, “Sironi. Gli anni ’40 e ’50. Dal crollo dell’ideologia agli anni dell’apocalissi”, alla Fondazione Stelline di Milano fino al 25 maggio, cinquanta opere ripercorrono la sua ultima stagione creativa, fatta di solitudine e disperazione, per il suicidio della figlia diciottenne e il fallimento delle sue convinzioni politiche e artistiche. Sironi arriva ad un’immagine della realtà opposta a quella della giovinezza e della maturità, rinnovando radicalmente il proprio linguaggio, secondo una nuova visione del mondo.
Tra i capolavori in mostra: i paesaggi urbani degli anni Quaranta (Paesaggio urbano della Pinacoteca di Brera, due Paesaggi urbani delle Civiche Raccolte d’Arte di Milano e Il gasometro del Mart), la drammatica serie delle figure inginocchiate (La penitente del Mart). Viene inoltre esposta, dopo decenni, Periferia del 1942; una serie di tele ispirate a temi sacri (L’Apologo dei Musei Vaticani), i paesaggi (tra cui il Paesaggio con albero del Museo Rimoldi e il suggestivo Tre cime di Lavaredo), e le composizioni ultime.
Questi dipinti denunciano “un sentimento eroico e al tempo stesso dolente, che costruisce strazianti visioni interiori con ombre cariche di quei neri profondi - come il nero della sua angoscia - inquietanti nella grandiosa austera gravità dei paesaggi lacerati e dei nudi scarni ed essenziali, e ancora composizioni multiple, mediate dalla costruzione delle composizioni murali”. Drammatica ma propositiva, era stata la sua immagine dell’Uomo nella stagione novecentista, quale artefice e costruttore; ora, invece, appaiono uomini murati nella pietra, sipari di rocce impenetrabili, sagome immobilizzate.
Il grande pittore di architetture conclude la sua ricerca con la visione di un “terremoto universale”, distruzione irreversibile, che colpisce soprattutto l’uomo: figure minime assistono in silenzio alla rovina.
Sironi. Gli Anni ’40 e ’50.
Dal crollo dell’ideologia agli anni dell’Apocalissi
28 febbraio – 25 maggio 2008
Milano, Fondazione Stelline (corso Magenta 61)
Orario: martedì – domenica, 10 – 20 (chiuso il lunedì)
Informazioni al pubblico: tel. - 02 45462411
Tra i capolavori in mostra: i paesaggi urbani degli anni Quaranta (Paesaggio urbano della Pinacoteca di Brera, due Paesaggi urbani delle Civiche Raccolte d’Arte di Milano e Il gasometro del Mart), la drammatica serie delle figure inginocchiate (La penitente del Mart). Viene inoltre esposta, dopo decenni, Periferia del 1942; una serie di tele ispirate a temi sacri (L’Apologo dei Musei Vaticani), i paesaggi (tra cui il Paesaggio con albero del Museo Rimoldi e il suggestivo Tre cime di Lavaredo), e le composizioni ultime.
Questi dipinti denunciano “un sentimento eroico e al tempo stesso dolente, che costruisce strazianti visioni interiori con ombre cariche di quei neri profondi - come il nero della sua angoscia - inquietanti nella grandiosa austera gravità dei paesaggi lacerati e dei nudi scarni ed essenziali, e ancora composizioni multiple, mediate dalla costruzione delle composizioni murali”. Drammatica ma propositiva, era stata la sua immagine dell’Uomo nella stagione novecentista, quale artefice e costruttore; ora, invece, appaiono uomini murati nella pietra, sipari di rocce impenetrabili, sagome immobilizzate.
Il grande pittore di architetture conclude la sua ricerca con la visione di un “terremoto universale”, distruzione irreversibile, che colpisce soprattutto l’uomo: figure minime assistono in silenzio alla rovina.
Sironi. Gli Anni ’40 e ’50.
Dal crollo dell’ideologia agli anni dell’Apocalissi
28 febbraio – 25 maggio 2008
Milano, Fondazione Stelline (corso Magenta 61)
Orario: martedì – domenica, 10 – 20 (chiuso il lunedì)
Informazioni al pubblico: tel. - 02 45462411
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