Osservatorio Bellobono

Un'opera di Angelo Bellobono
25/02/2005
Ciò che si legge in questa esposizione del testo pittorico di Angelo
Bellobono è solo il parziale risultato di una concitata ricerca
artistica, le cui basi, di converso all’immediata evidenza, non
giacciono esclusivamente nell’ambito figurativo. Il pittore, infatti,
muove da altri codici ed inizia ad erigere passo dopo passo la sua
cifra artistica investigando, soprattutto, comportamenti e reazioni
della materia-pittura.
Secondo congenita attitudine, il suo interesse più archetipo si focalizza sulle variazioni plastiche del colore al seguito di una subita manipolazione; e ne sonda dapprima le potenzialità espressive, per poi asservirle con misura alle ragioni dell’iconografia prescelta.
Dunque, l’opera di Bellobono necessita di una lettura che consideri, in un unico atto, un duplice vettore comunicativo: da un lato quello tecnico-sperimentale, dato dalla forza poetica del trattamento dei materiali costitutivi, dall’altro quello narrativo, germano diretto del voluto impianto iconografico. Ne consegue uno stile pittorico inevitabilmente accorato, ove materia e gesto s’alternano al fine di costituire un’organizzazione esecutiva priva di una base disegnata. Se osservate da vicino, tanto da assopire il senso del rappresentato, le sue tele mostrano le tracce di una sequela d’interventi anarchici, riflesso d’un comportamento poco pianificato ma egualmente descrittivo, come per privata intuizione.
Veemenza stilistica, questa, edificata da una continua lavorazione delle superfici, che s’iniziano da atti pittorici liberi anche se contenuti in una voliera iconica indispensabile per la chiarezza narrativa. La quale ha genesi assiale coll’esperienza di vita dell’artista, direttamente.
Proprio così: relazioni, ambiti culturali, mode, capitalismi che conducono, nel costrutto pittorico del nostro, ad un’anaffettiva analisi dell’attuale sistema sociale e al suo più riservato scrutinio. La vestizione iconografica dell’opera di Bellobono si avvale di lucide perlustrazioni sulle psicologie di massa e sono, perciò, letture a tratti sarcastiche su un aspetto rilevante di una parte dell’Occidente. Così, hanno luogo i suoi ritratti inquieti, le sue figure tonte e nerborute, le promiscuità, le fobie sessuali, le fobie commerciali e il censimento delle massificazioni; il tutto espresso senza alcun fabbisogno allegorico ma con netta insistenza icastica.
Frequenta e collude l’artista con diverse città del benessere comunemente inteso. Rapportandosi a tipologie occidentali, inevitabilmente ne ricorda le leggi inamovibili, di quelle che amalgamano la società in un’effimera consorteria. L’autore, in questa esposizione, stabilisce di rappresentarsi con il tema specifico dei volti.
OSSERVATORIO BELLOBONO
fino al 5 marzo 2005
IL SOLE ARTE CONTEMPORANEA Via Nomentana, 169 – 00161 Roma
Tel. 06 4404 940 – ilsoleco@ilsoleproject.191.it
Apertura al pubblico: dal martedì al sabato dalle ore 15:30 alle ore 19:30
Secondo congenita attitudine, il suo interesse più archetipo si focalizza sulle variazioni plastiche del colore al seguito di una subita manipolazione; e ne sonda dapprima le potenzialità espressive, per poi asservirle con misura alle ragioni dell’iconografia prescelta.
Dunque, l’opera di Bellobono necessita di una lettura che consideri, in un unico atto, un duplice vettore comunicativo: da un lato quello tecnico-sperimentale, dato dalla forza poetica del trattamento dei materiali costitutivi, dall’altro quello narrativo, germano diretto del voluto impianto iconografico. Ne consegue uno stile pittorico inevitabilmente accorato, ove materia e gesto s’alternano al fine di costituire un’organizzazione esecutiva priva di una base disegnata. Se osservate da vicino, tanto da assopire il senso del rappresentato, le sue tele mostrano le tracce di una sequela d’interventi anarchici, riflesso d’un comportamento poco pianificato ma egualmente descrittivo, come per privata intuizione.
Veemenza stilistica, questa, edificata da una continua lavorazione delle superfici, che s’iniziano da atti pittorici liberi anche se contenuti in una voliera iconica indispensabile per la chiarezza narrativa. La quale ha genesi assiale coll’esperienza di vita dell’artista, direttamente.
Proprio così: relazioni, ambiti culturali, mode, capitalismi che conducono, nel costrutto pittorico del nostro, ad un’anaffettiva analisi dell’attuale sistema sociale e al suo più riservato scrutinio. La vestizione iconografica dell’opera di Bellobono si avvale di lucide perlustrazioni sulle psicologie di massa e sono, perciò, letture a tratti sarcastiche su un aspetto rilevante di una parte dell’Occidente. Così, hanno luogo i suoi ritratti inquieti, le sue figure tonte e nerborute, le promiscuità, le fobie sessuali, le fobie commerciali e il censimento delle massificazioni; il tutto espresso senza alcun fabbisogno allegorico ma con netta insistenza icastica.
Frequenta e collude l’artista con diverse città del benessere comunemente inteso. Rapportandosi a tipologie occidentali, inevitabilmente ne ricorda le leggi inamovibili, di quelle che amalgamano la società in un’effimera consorteria. L’autore, in questa esposizione, stabilisce di rappresentarsi con il tema specifico dei volti.
OSSERVATORIO BELLOBONO
fino al 5 marzo 2005
IL SOLE ARTE CONTEMPORANEA Via Nomentana, 169 – 00161 Roma
Tel. 06 4404 940 – ilsoleco@ilsoleproject.191.it
Apertura al pubblico: dal martedì al sabato dalle ore 15:30 alle ore 19:30
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