Omaggio a Visconti

Luchino Visconti
 

26/02/2004

A venticinque anni dalla morte di Luchino Visconti il comune di Ariccia ospita, nelle splendide sale del seicentesco Palazzo Chigi, un’interessante mostra celebrativa sulla figura e l’opera del grande regista. L’esposizione più precisamente si concentra sulla ricostruzione delle vicende legate al Gattopardo, film capolavoro del 1963, girato in buona parte proprio negli interni della residenza chigiana. Nell’impossibilità di trasferire la nutrita troupe di artisti e tecnici in Sicilia (dove Tomasi di Lampedusa ambientò la vicenda), Visconti fu infatti “costretto”, nei mesi precedenti l’inizio delle riprese, a cercarsi a Roma un luogo adatto ad ambientare l’azione del film. Visitate le più importanti dimore aristocratiche della città, decise infine che i locali barocchi del palazzo dei Chigi, a pochi chilometri dalla capitale, avrebbero ben rimpiazzato quelli del siciliano Palazzo di Donnafugata. La residenza di Ariccia, che Visconti considerava l’emblema del fasto e insieme della decadenza dell’aristocrazia, si presentava contemporaneamente nella lussuosa veste seicentesca e nello sfacelo causato dai danni della guerra e dall’abbandono. Allo splendore delle sale del piano nobile (la Sala Maestra e la Sala da Pranzo d’Estate) si contrapponeva la fatiscenza dei mezzanini e dei locali di servizio. Là il regista ambientò rispettivamente le scene di conversazione e di ballo e quelle intime (tra Tancredi e Angelica). La corrispondenza tra la vicenda umana dei principi di Salina (protagonisti del racconto) e quella dei Chigi era peraltro evidente agli occhi di Visconti: entrambe le famiglie, invischiate nei fatti risorgimentali, avevano intrapreso, negli anni Sessanta dell’Ottocento, un percorso inconvertibile di decadenza. La vita di Agostino Chigi alla metà dell’Ottocento non differiva di molto, nella quotidianità, da quella del principe Fabrizio di Salina. Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni, le prime due dedicate rispettivamente a Luchino Visconti e a Tomasi di Lampedusa, le ultime tre legate al film. Del regista viene sottolineata la formazione intellettuale mitteleuropea, il legame con la cultura francese, l’amore per il melodramma italiano. Fotografie e documenti testimoniano di una cultura trasversale ai vari linguaggi della comunicazione artistica. Anche dello scrittore siciliano viene ricostruita la biografia, con particolare attenzione alla nascita aristocratica e al contesto meridionale d’appartenenza. Sulla genesi e la costruzione artistica del film si concentra la seconda parte dell’allestimento: sono esposti i progetti scenografici di Mario Garbuglia, i costumi di Piero Tosi, gli oggetti d’arredamento, le fotografie del set, gli appunti di regia. Visconti si fece ispirare, nell’iconografia dei protagonisti e nelle ambientazioni, dalle suggestioni della pittura di Giovanni Boldini, di Francesco Hayez, di Giovanni Fattori e Silvestro Lega. Provengono così da numerosi musei e collezioni private loro dipinti autografi, testimonianze di quella ricerca figurativa che si muoveva tra la tradizione borghese e la scoperta dell’en plein air. Chiude la mostra un’affascinante esposizione di abiti della nobiltà siciliana di secondo Ottocento. La scena del principe – Visconti e “Il Gattopardo” Fino al 13 gennaio 2002 Ariccia, Palazzo Chigi Piazza di Corte, 14 Orario: 10-19; chiuso il lunedì Biglietto: intero 15.000 Lire; ridotto 12.000 Lire

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