Tutte le mostre per riscoprire il fenomeno degli anni Sessanta
La via italiana alla Pop Art

Concetto Pozzati, Qual è quella vera?, 1968, Olio e specchio su tela, 75 x 80 cm
Francesca Grego
02/05/2017
Momento d’oro per la Pop Art italiana. Mentre Milano e Napoli celebrano i 30 anni dalla morte di Andy Warhol, tornano alla ribalta gli artisti di casa nostra.
Se in passato era opinione comune che Mimmo Rotella, Franco Angeli, Mario Schifano, Tano Festa non avessero avuto altri meriti che quello di “scimmiottare gli americani”, ora sembra sia giunto momento di rivalutare i frutti di un periodo di straordinaria vivacità per l’arte italiana, che si appropria in modalità peculiari della neonata lingua franca della contemporaneità. Dell’irripetibile stagione in cui, sullo sfondo del boom economico, della dolce vita e di una frizzante atmosfera internazionale, Roma catalizzava le energie dei giovani talenti intorno alla Scuola di Piazza del Popolo, mentre a Milano splendeva l’estro di Enrico Baj, Emilio Tadini, Valerio Adami.
A cinquant’anni di distanza, la scena espositiva della Penisola mostra i segni della febbre dell’Italian Pop, il cui contagio si estende clamorosamente fino a un tempio della tradizione come il Museo del Risorgimento di Torino.
Mostra per mostra, ecco tutte le tappe per un tour nella Pop Art italiana.
Dai 60’s ai 60’s. Un secolo dopo l’Unità d’Italia, la Pop Art. Fino al 17 settembre al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino
Un audace confronto tra due decenni cruciali, uniti dalla spinta al cambiamento, dalla fioritura delle arti e dalla partecipazione collettiva a momenti cruciali della storia del Paese.
Nelle sale dello storico Palazzo Carignano, i pittori-soldati del Risorgimento incontrano i linguaggi nuovi e fragranti di Mimmo Rotella e Giosetta Fioroni, Piero Gilardi e Mario Schifano, contaminati dal mondo del cinema, della politica, della pubblicità. Che c’è di strano? Garibaldi fu la prima icona pop dell’Italia unita.
Il mito del Pop. Percorsi italiani. Dal 13 maggio all’8 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato di Pordenone
Settanta opere attentamente selezionate, tra cui pezzi mai esposti al pubblico, tracciano la via italiana alla Pop Art.
Dai viaggi degli artisti negli States alla leggendaria Biennale di Venezia del ’64, per arrivare ai décollage di Mimmo Rotella, alla rilettura di Michelangelo di Tano Festa, alle invenzioni genialmente kitsch di Enrico Baj. Una cartografia completa del panorama italiano, che insieme a talenti poco noti evidenzia alcuni tratti distintivi: la grande attenzione alla manualità, lontana dalle tecniche industriali della Pop Art d’Oltreoceano, e la tendenza a rielaborare in profondità gli stereotipi culturali, non solo i marchi e le icone della comunicazione.
Andy Warhol Forever – Simone D’Auria Freedom. Dal 16 maggio al 31 dicembre al Gallery Hotel Art di Firenze
La Pop Art è viva, senza più bisogno di etichette. Al Gallery Hotel Art di Firenze l’installazione Freedom del designer milanese Simone D’Auria dà il benvenuto all’opera di Andy Warhol con una serie di 12 coloratissime scocche di Vespa ancorate alla facciata dell’edificio e decorate con la tecnica del Water Transfer Printing.
All’interno sedici lavori del guru della Pop Art mondiale, tra cui due ritratti della serie dedicata a Marilyn Monroe, una serigrafia del celebre ciclo Ladies and Gentlemen, oltre alle famigerate lattine di zuppa Campbell e al Campbell Soup Dress usa e getta, fino a chicche come Kiku, il crisantemo giapponese che rappresenta la Casa Imperiale e agli Space Fruits, che rivisitano il genere della natura morta. In chiusura, le icone di James Dean ed Elvis Presley firmate da Steve Kaufman.
Io non amo la natura. Pop Art italiana dalle collezioni della GAM – Torino. Dal 27 maggio al 22 ottobre al Complesso Monumentale di San Francesco di Cuneo
Video, dipinti, sculture per un totale di 50 opere spalancano il ventaglio multicolore del pop. Un’accurata ricognizione storica ricostruisce la genesi del fenomeno italiano, mettendo a fuoco punti di contatto e differenze rispetto al panorama internazionale.
Alla straordinaria varietà delle proposte individuali, si aggiungono focus sugli animati milieu artistici di Roma e Torino, con una proposta che spazia da Mario Schifano a Pino Pascali, da Ugo Nespolo a Michelangelo Pistoletto.
Leggi anche:
• La "Riscoperta" dell'America negli artisti italiani del '900
• Milano celebra l'Ultima Cena di Andy Warhol
Se in passato era opinione comune che Mimmo Rotella, Franco Angeli, Mario Schifano, Tano Festa non avessero avuto altri meriti che quello di “scimmiottare gli americani”, ora sembra sia giunto momento di rivalutare i frutti di un periodo di straordinaria vivacità per l’arte italiana, che si appropria in modalità peculiari della neonata lingua franca della contemporaneità. Dell’irripetibile stagione in cui, sullo sfondo del boom economico, della dolce vita e di una frizzante atmosfera internazionale, Roma catalizzava le energie dei giovani talenti intorno alla Scuola di Piazza del Popolo, mentre a Milano splendeva l’estro di Enrico Baj, Emilio Tadini, Valerio Adami.
A cinquant’anni di distanza, la scena espositiva della Penisola mostra i segni della febbre dell’Italian Pop, il cui contagio si estende clamorosamente fino a un tempio della tradizione come il Museo del Risorgimento di Torino.
Mostra per mostra, ecco tutte le tappe per un tour nella Pop Art italiana.
Dai 60’s ai 60’s. Un secolo dopo l’Unità d’Italia, la Pop Art. Fino al 17 settembre al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino
Un audace confronto tra due decenni cruciali, uniti dalla spinta al cambiamento, dalla fioritura delle arti e dalla partecipazione collettiva a momenti cruciali della storia del Paese.
Nelle sale dello storico Palazzo Carignano, i pittori-soldati del Risorgimento incontrano i linguaggi nuovi e fragranti di Mimmo Rotella e Giosetta Fioroni, Piero Gilardi e Mario Schifano, contaminati dal mondo del cinema, della politica, della pubblicità. Che c’è di strano? Garibaldi fu la prima icona pop dell’Italia unita.
Il mito del Pop. Percorsi italiani. Dal 13 maggio all’8 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato di Pordenone
Settanta opere attentamente selezionate, tra cui pezzi mai esposti al pubblico, tracciano la via italiana alla Pop Art.
Dai viaggi degli artisti negli States alla leggendaria Biennale di Venezia del ’64, per arrivare ai décollage di Mimmo Rotella, alla rilettura di Michelangelo di Tano Festa, alle invenzioni genialmente kitsch di Enrico Baj. Una cartografia completa del panorama italiano, che insieme a talenti poco noti evidenzia alcuni tratti distintivi: la grande attenzione alla manualità, lontana dalle tecniche industriali della Pop Art d’Oltreoceano, e la tendenza a rielaborare in profondità gli stereotipi culturali, non solo i marchi e le icone della comunicazione.
Andy Warhol Forever – Simone D’Auria Freedom. Dal 16 maggio al 31 dicembre al Gallery Hotel Art di Firenze
La Pop Art è viva, senza più bisogno di etichette. Al Gallery Hotel Art di Firenze l’installazione Freedom del designer milanese Simone D’Auria dà il benvenuto all’opera di Andy Warhol con una serie di 12 coloratissime scocche di Vespa ancorate alla facciata dell’edificio e decorate con la tecnica del Water Transfer Printing.
All’interno sedici lavori del guru della Pop Art mondiale, tra cui due ritratti della serie dedicata a Marilyn Monroe, una serigrafia del celebre ciclo Ladies and Gentlemen, oltre alle famigerate lattine di zuppa Campbell e al Campbell Soup Dress usa e getta, fino a chicche come Kiku, il crisantemo giapponese che rappresenta la Casa Imperiale e agli Space Fruits, che rivisitano il genere della natura morta. In chiusura, le icone di James Dean ed Elvis Presley firmate da Steve Kaufman.
Io non amo la natura. Pop Art italiana dalle collezioni della GAM – Torino. Dal 27 maggio al 22 ottobre al Complesso Monumentale di San Francesco di Cuneo
Video, dipinti, sculture per un totale di 50 opere spalancano il ventaglio multicolore del pop. Un’accurata ricognizione storica ricostruisce la genesi del fenomeno italiano, mettendo a fuoco punti di contatto e differenze rispetto al panorama internazionale.
Alla straordinaria varietà delle proposte individuali, si aggiungono focus sugli animati milieu artistici di Roma e Torino, con una proposta che spazia da Mario Schifano a Pino Pascali, da Ugo Nespolo a Michelangelo Pistoletto.
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