Code interminabili al MoMA per provare l'esperienza di controllare un nubifragio.
La pioggia che non bagna ha incantato New York
L.S.
28/07/2013
La Rain Room, allestita in uno spazio attiguo al MoMA come parte di Expo 1: New York, festival organizzato da MoMA PS1, chiude i battenti oggi 28 luglio dopo aver accolto circa 70mila visitatori e aver registrato il tutto esaurito.
Ad attirare le folle che hanno sopportato code interminabili e scoraggianti, l’occasione di sperimentare l’esercizio del controllo su un fenomeno atmosferico. Ciò che offriva l’ambiziosa installazione interattiva creata dal collettivo inglese Random International era infatti una passeggiata all’interno di una cascata d’acqua con la promessa di uscirne asciutti.
Ma come funziona? All’interno di una galleria di 100 metri quadrati su cui cade una fitta pioggia sono fissati dei sensori regolati digitalmente per riconoscere i volumi occupati da un corpo e interromepere il flusso d’acqua nel punto corrispondente. Lo spettacolo che ne deriva è paragonabile ad un nubifragio coreografato dal pubblico stesso che, mentre contempla il mistero, si improvvisa performer.
Il numero di curiosi che si sono avvicinati al museo con il desiderio di partecipare a questa avventura rappresenta un vero e proprio traguardo se si considera che le entrate erano regolate per accogliere 10 persone alla volta, autorizzate a godere dell’opera per diversi minuti. Tanto che molti visitatori, pur di guadagnare l’entrata, hanno accettato di ammirare l’installazione dall’esterno limitandosi a procedere lungo le fasce laterali dell’area effettivamente soggetta alla miracolosa “perturbazione”.
Ad attirare le folle che hanno sopportato code interminabili e scoraggianti, l’occasione di sperimentare l’esercizio del controllo su un fenomeno atmosferico. Ciò che offriva l’ambiziosa installazione interattiva creata dal collettivo inglese Random International era infatti una passeggiata all’interno di una cascata d’acqua con la promessa di uscirne asciutti.
Ma come funziona? All’interno di una galleria di 100 metri quadrati su cui cade una fitta pioggia sono fissati dei sensori regolati digitalmente per riconoscere i volumi occupati da un corpo e interromepere il flusso d’acqua nel punto corrispondente. Lo spettacolo che ne deriva è paragonabile ad un nubifragio coreografato dal pubblico stesso che, mentre contempla il mistero, si improvvisa performer.
Il numero di curiosi che si sono avvicinati al museo con il desiderio di partecipare a questa avventura rappresenta un vero e proprio traguardo se si considera che le entrate erano regolate per accogliere 10 persone alla volta, autorizzate a godere dell’opera per diversi minuti. Tanto che molti visitatori, pur di guadagnare l’entrata, hanno accettato di ammirare l’installazione dall’esterno limitandosi a procedere lungo le fasce laterali dell’area effettivamente soggetta alla miracolosa “perturbazione”.
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