In viaggio nel Cyberspazio

Courtesy of ©“Atlas of Cyberspace” | Cyberatlas
 

21/02/2002

Arte.it, ha incontrato nella rete Martin Dodge, coautore dell’“Atlas of Cyberspace”, la prima pubblicazione che si propone di raccogliere, presentare ed analizzare, le mappe che, negli ultimi trenta anni hanno rappresentato geograficamente quella particolare dimensione, non ancora ben compresa, che è il cyberspazio. Martin Dodge, ricercatore in questo nuovo campo presso il Centre For Advanced Spatial Analysis, nell’ University College London, in questa intervista ci avvicina ai territori del cyberspazio, e ci fa riflettere sulla complessità e sulla singolarità, non sempre evidenti, dei luoghi in cui ci muoviamo navigando nella rete. Se, come ha scritto nel Cyberatlas, le mappe sono strumenti di conoscenza, forse è lei la persona più adatta a rispondere alla domanda: cos’è il cyberspazio? M.D. “Il cyberspazio è uno spazio concettuale di informazione e di comunicazione, che viene supportato e mediato da calcoli informatici. E’ un’estensione della vita sociale e lavorativa di tutti i giorni, che offre nuove vie di accesso all’informazione e nuovi canali d’interazione tra persone attraverso lo spazio ed il tempo. Ad esempio, questa intervista è stata condotta nel cyberspazio. Quindi, probabilmente la caratteristica più importante di cyberspazio, è quella di attivare nuove connessioni tra le persone”. Alcune teorie paragonano il modo in cui sono strutturate le reti informatiche con la conformazione della mente umana. Cosa ne pensa? M.D. “In effetti, l’idea del “cervello del mondo”, dei networks di comunicazione che si autoespandono, ha trovato spesso accostamenti con la struttura neurale del cervello. Si tratta di una delle diverse metafore, analogie, mitologie e teorie che sono state applicate dalle persone al cyberspazio, nel tentativo di renderlo più comprensibile. I networks dell’informazione sono fatti di milioni di piccoli, semplici componenti, che, quando vengono collegati, acquisiscono un valore più grande. Più le connessioni sono varie e complesse, più il potere aumenta, il che lo rende concettualmente simile ai bilioni di neuroni del cervello che aumentano l’auto-coscienza e il potere della mente. Entrambi sono network complessi che si autoevolvono. Tuttavia analogie di questo genere rischiano spesso di nascondere il vero fenomeno sotto strati di descrizioni, piuttosto che aiutarci a vedere più chiaro. Dire che il WWW è come il cervello non ci aiuta necessariamente a migliorare la comprensione del Web. Soprattutto se consideriamo che i modi di funzionamento della mente umana sono ancora ben lontani dall’essere compresi a fondo dagli studiosi”.