Fermo città d’arte, cultura e tradizione
©courtesy of Comune di Fermo |
Vicolo degli Aceti, Fermo
23/07/2002
Fermo, città d’arte e di cultura, vanta una storia lunga almeno tremila anni. Costruita a ridosso del Girfalco, ridente collina sul Mare Adriatico, e a breve distanza dai Monti Sibillini, la cittadina è ricca di palazzi quattrocenteschi, chiese, edifici rinascimentali, alte mura romaniche che fanno del centro storico un suggestivo borgo dal fascino remoto di altri tempi. Nobile e antichissima città con origini preromane, oggi Fermo è un importante centro di studi (sede di due università, di numerosi istituti scolastici e del Palazzo degli Studi che attualmente “ospita” la Biblioteca comunale) di attività agricole, commerciali e industriali.
Dominata dalla imponente mole della cattedrale gotica, Fermo richiama l’attenzione su bellezze artistiche continuamente diverse: dalla cinquecentesca piazza del Popolo, dove affacciano il loggiato di San Rocco e il palazzo dei Priori, sede dell’importante Pinacoteca Civica, alle strette stradine dalla caratteristica pavimentazione in laterizio, risalente al XV secolo, come quella di Via Don Minzioni e Via degli Aceti. E ancora chiese maestose come San Francesco a ridosso delle mura o Sant’Agostino, cui si appoggia l’oratorio di Santa Monica che custodisce un prezioso ciclo di affreschi quattrocenteschi.
Un borgo sospeso nel tempo e che nel tempo rivive grazie ad una delle più antiche rievocazioni storiche d’Italia, risalente al 1436, la Cavalcata dell’Assunta, che festeggia, con sacralità cerimoniale, il Ferragosto in onore dell’Assunta, patrona fermana. Per l’occasione la città si trasforma in un Comune del 1400, le dieci contrade si animano di mille e più figuranti in costume d’epoca e si inaugura la gara di cavalli dedicata alla Madonna cui da sempre si ispira il Palio. Per le strade dame e cavalieri, giullari e priori, corporazioni e messeri, armati e letterati si alternano in una sfilata storica che restituisce uno scorcio quanto mai suggestivo di vita medievale.
Il corteo percorre solenne tutti i luoghi storici della città: dal Palazzo comunale, dove si attende la scesa dei Priori, verso il Girifalco, per raggiungere il sagrato del Duomo, la “casa” dell’Assunta, dove i Capicontrada offrono i loro doni. È il momento di più alta penetrazione tra la festa civile e quella religiosa. Non a caso il più importante gonfalone, dopo il Palio, è quello che riproduce la pagina miniata del “Messale De Firmonibus”, ossia la rappresentazione della Cavalcata in onore dell’Assunta effettuata nel 1436. Inoltre, tra i più preziosi arredi del Duomo, c’è una tovaglia ricamata da alcune monache fermane sul finire della prima guerra mondiale, sempre sul tema della Cavalcata.
Testimonianze artistiche di fede e di tradizioni che si perpetuano, come in un rituale immutabile, tra le mura evocative della città di Fermo.
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