In viaggio tra i gioielli del Belpaese

Dal Trentino alla Sicilia, 12 borghi da visitare d'estate

Civita di Bagnoregio, foto: Ethen Rera via Flickr CC BY-SA 2.0
 

Francesca Grego

20/07/2020

Famosi o ancora ignoti al turismo di massa, arrampicati su un monte o a picco sul mare, i borghi storici sono un’autentica miniera di bellezza. Gioielli d’arte, tradizioni artigianali, delizie gastronomiche e meraviglie del paesaggio si incontrano tra piazze e stradine dove il fascino del passato si declina in modo nuovo. Nessun Paese ha tanti borghi come l’Italia e, soprattutto, qui nessun borgo è uguale a un altro. Ecco i nostri consigli per districarsi in questo straordinario repertorio, da Nord a Sud della penisola.

• Rango (Trentino)
Percorrendo i tornanti della Val Giudicarie, Rango appare all’improvviso, come scolpito nella montagna. È un antico paesino di 150 anime e massicce case rurali adorne di fiori, loggiati, portali. Tradizionale punto di sosta sulla strada romanica fra Passo Durone e Riva del Garda, il borgo è reso ancora più caratteristico dai vòlt (androni) e dal sistema di cunicoli che permetteva ai viandanti di attraversarlo senza esporsi alle intemperie.


Il Castello scaligero di Sirmione | Foto: milesz via Pixabay

• Sirmione (Lombardia)
La bellezza di Sirmione era nota già agli antichi Romani: “perla delle isole e delle penisole” la chiamò il poeta Catullo, dal quale prende il nome la più grandiosa villa romana dell’Italia settentrionale, ritrovata proprio qui. Ma Sirmione è soprattutto il fiabesco Castello Scaligero affacciato sul Garda, raro esempio di fortezza su un lago. Oltre il ponte levatoio troverete strette viuzze medievali e splendidi affacci che si aprono all’improvviso sull’acqua. Se amate il paesaggio lacustre e vi trovate in Lombardia, non perdete Varenna, il romantico “borgo degli innamorati” sul Lago di Como.

• Apricale (Liguria)
Un magico posto al sole tra gli ulivi, nell’ultimo lembo dell’Italia prima del confine francese. Abitata dai celti, rifugio dei templari e poi di artisti, Apricale è fatta di scale, vicoli, contrafforti, sottopassi, orti arrampicati uno sull’altro verso il cielo. Scrisse Claudio Nobbio: “La notte potrebbero esserci stelle / sopra la piazza di Avrigue / per farti ritrovare la strada / dei tuoi pensieri”.

• Giglio Castello (Toscana)
Raccolto e affascinante, Giglio Castello domina dall’alto l’Isola del Giglio: torri inespugnabili, mura possenti e strette feritoie ricordano i tempi in cui gli arcieri miravano contro i pirati. Nella Chiesa di San Pietro Apostolo troverete le armi preziose sottratte ai predoni finalmente sconfitti. Dalla Rocca Aldobrandesca alle vie sormontate da caratteristici archi, nel borgo di origine pisana ogni angolo regala nuove prospettive su un paradiso di rocce e mare. Non dimenticate di assaggiare un bicchiere di Ansonaco, vino locale ambrato e robusto.


Il Pozzo della Polenta sulla Piaggia di Corinaldo | Foto: Claudio.stanco (Opera propria) via Wikimedia Creative Commons

• Corinaldo (Marche)
Le possenti mura quattrocentesche sono il simbolo di Corinaldo, un borgo di mattoni rossi arrampicato sulle colline, anticamente in posizione strategica fra la Marca di Ancona e i territori di Urbino. Le torri, i baluardi, i merli a coda di rondine, i camminamenti di ronda sono rimasti pressoché intatti, come la Piaggia, una scalinata di cento gradini verso cui convergono le case disposte a spina di pesce.

• Civita di Bagnoregio (Lazio)
Lo chiamano “il paese che muore” perché rischia di scomparire per sempre a causa dell’erosione del terreno, ma Civita di Bagnoregio è un luogo magico dove il tempo sembra essersi fermato. Nella suggestiva Valle dei Calanchi al confine tra l’Umbria e il Lazio, questo borgo incantato ha origini etrusche e conserva quasi intatte le sue architetture medievali. Ci si arriva solo a piedi percorrendo un ponte di 200 metri che conduce alla storica Porta Santa Maria, tra valli e pendii scolpiti dall’acqua nel corso dei secoli.

• Atrani (Campania)
Ha fatto innamorare Maurits Cornelis Escher e Walter Benjamin questo grappolo di case arrampicate sulla costiera amalfitana. Un tempo teatro dell’investitura dei dogi della Repubblica marinara di Amalfi, Atrani è il borgo che in quest’area ha meglio conservato la sua struttura originaria fatta di vicoli, piazzette e tipiche “scalinatelle”. Dalla cupola maiolicata della Collegiata di Santa Maria Maddalena alla celebre Grotta di Masaniello, il respiro della storia incontra il profumo del mare in quello che ancora oggi è un paesino di pescatori. La notte è punteggiata di lampare anche nel vicinissima frazione di Furore, dove il paesaggio si fa ancora selvaggio grazie a un fiordo che si insinua tra le case.


Uno scorcio di castelmezzano | Foto: Pikist

• Castelmezzano (Basilicata)
Adagiato in un anfiteatro naturale fra le guglie delle Dolomiti Lucane, Castelmezzano vive in simbiosi con la pietra dei monti, che si insinua fin dentro le pareti delle case. L’incanto del paesino medievale culmina sulla Rocca del Castello Normanno, dove il paesaggio è uno spettacolo che lascia senza fiato. Lì è solo silenzio e volteggiare di falchi, ma se amate l’adrenalina non perdete l’occasione di sorvolare la valle fino al paesino di Pietrapertosa: imbracati e sospesi a un cavo raggiungerete i 120 chilometri orari e un’emozione nuova. Escursioni e arrampicate permetteranno di scoprire le meraviglie dei boschi circostanti, per poi cedere senza remore alle tentazioni della cucina lucana.

• Locorotondo (Puglia)
Un labirinto di case bianchissime splende di luce accecante sotto il cielo azzurro di Locorotondo, a pochi chilometri dal mare cristallino dell’alto Salento. Passeggiare per i suoi vicoli è come entrare in una fiaba mediterranea, tra i caratteristici tetti a “cummerse” e i balconcini in ferro battuto ornati da gerani. Oltre il belvedere sopraelevato, l’atmosfera vivace del paese lascia spazio al relax nelle curate campagne della Valle d’Itria. Qui vigne e uliveti dominano il paesaggio punteggiato di trulli fino al mare. Nei dintorni di Locorotondo non perdete Cisternino e Martina Franca, belli e piacevoli da vivere nelle sere d’estate.

• Carloforte (Sardegna)
Fondata nel Settecento da pescatori liguri provenienti dall’Isola tunisina di Tabarka, Carloforte è un originale mix di culture e architetture. Nello scenario dell’Isola di San Pietro e del Mare del Sulcis, i palazzi signorili dei mercanti genovesi si accostano alle umili casupole strette in un labirinto di carruggi, mentre dalla Porta del Leone soffia potente il Maestrale.


Erice | Foto: Maria e Fernando Cabral via Pixabay

• Erice (Sicilia)
Erice si erge a 750 metri d’altezza sull’estremità occidentale della Sicilia: salire in cima al monte e penetrare tra le sue mura significa accedere a una dimensione parallela, per l’aria fresca che vi si respira e per l’atmosfera magica che la avvolge. Lo sapevano bene i popoli antichi, che scelsero questo luogo per adorare i propri dei: l'Astarte fenicia, l’Afrodite dei Greci e la Venere dei Romani erano di casa sulla rocca che serviva ai naviganti per orientarsi grazie al grande fuoco acceso in onore delle divinità. Anguste stradine acciottolate, case addossate le une alle altre e graziosi cortili disegnano un ambiente unico, da scoprire tra paesaggio e artigianato locale. Da visitare, il Giardino del Bagio, il Castello di Venere e l'antica Tonnara di Bonagia.

• Cefalù (Sicilia)
A Cefalù la bellezza incontra il soprannaturale: qui il poeta Dafni fu trasformato in roccia, Ercole innalzò un tempio a Giove e vissero le loro avventure gli arcaici Giganti. Cartaginesi, greci, romani, vandali, goti, bizantini, arabi, normanni si sono avvicendati nell’antica Kephaloidion, lasciando ciascuno la propria impronta in questa terra che profuma di mare. Un crogiolo visibile anche nella magnifica Cattedrale arabo-normanna, che Ruggero II volle all’altezza del Duomo di Monreale. Incastonata tra il monte e il mare, Cefalù è un invito a perdersi tra archi e vicoli: ci si ritroverà al vecchio porto, incantevole soprattutto di sera. Tra una passeggiata e un bagno, non perdete il Museo di Mandralisca con l’enigmatico Ritratto di marinaio di Antonello da Messina.