Charlotte Gainsbourg, chic fille!
@LaPresse |
Charlotte Gainsbourg
19/05/2009
Non è stato facile, per molti anni, per Charlotte Gainsbourg essere sé stessa. Ora, a 37, dopo una emorragia celebrale molto grave dalla quale si è completamente ripresa, due figli, un compagno (il regista Yvan Attal), l’essere diventata una delle attrici migliori della sua generazione, avere inciso un disco (a vent’anni di distanza da quello fatto con il padre) e con un altro in arrivo, Charlotte si sente più in pace con il mondo. Tanto da avere accettato un ruolo difficilissimo in “Antichrist” di Lars von Trier, in concorso a Cannes.
Quando suo padre, Serge Gainsbourg (una vera icona in tutto il mondo tanto che sulla sua tomba al cimitero di Montparnasse a Parigi c’è un pellegrinaggio come su quella di Morrison a Père-Lachaise) morì nel 1991, a soli 62 anni, per Charlotte si spensero le luci nella sua esistenza. La madre è Jane Birkin, una delle donne più belle mai viste, musa di moltissimi artisti, a cominciare da suo marito, e di creatori di moda. La famosa borsa Birkin prende il nome da lei. I due non si sono mai sposati e anche Charlotte ha una certa riluttanza verso il matrimonio, nonostante una relazione che dura da 18 anni, e i due figli: Ben e Alice. Ha vari fratelli e sorelle nati da altre relazioni dei suoi genitori, la più conosciuta è Lou Doillon, figlia della Birkin e del regista Jacques Doillon. Le due sono grandi amiche e Lou è una modella tra le più richieste. Come pure Charlotte che è intima e ispiratrice di Nicolas Ghesquière, stilista di Balenciaga, e testimonial di Gérard Darel.
Nel 1969 Serge e Jane Birkin incidono l’orgasmica ‘Je t’aime… Moi non plus’ e la canzone diventa uno scandalo internazionale. Ma per un personaggio epico e romantico come Serge Gainsbourg, nessuno poteva fermare la sua arte. Tanto che, quando Charlotte ha 13 anni, incide con lei il pezzo ‘Lemon Incest’, che schizza immediatamente al primo posto della classifica francese ma sui giornali escono titoli del tipo: “Padre e figlia sono innamorati”; “Serge vuole fare l’amore con Charlotte”. Ci vorranno vent’anni alla Gainsbourg prima di registrare un album tutto suo, 5:55, supervisionato da un gruppo di musicisti: Air, Jarvis Coker, Neil Hannon dei Divine Comedy, Nigel Godrich (produttore dei Radiohead, Paul McCartney) - più che altro un fan club del padre -, e dove la ‘nostra’ canta un po’ in francese, un po’ in inglese e sussurra, sospira, geme come faceva la mamma. Ora ne sta preparando un secondo insieme a Beck.
Nel cinema è oramai affermatissima e ricercata dai più grandi registi. E’ stata definita la nuova Jeanne Moreau. Ha lavorato con molti registi francesi, compreso il marito; con Alejandro González Iñárritu, altro fan di suo padre, in “21 grammi – Il peso dell'anima"; “Due volte lei – Lemming” accanto a Charlotte Rampling; “L'arte del sogno” di Michel Gondry; “Nuovomondo” di Emanuele Crialese; “Io non sono qui” di Todd Haynes, dove era Claire la moglie di un Bob Dylan interpretato da Heath Ledger.
Dopo “Antichrist” la vedremo in “Persécution” di Patrice Chéreau con altre due icone francesi, Romain Duris e Jean-Hugues Anglade. “Mi piace fare l’attrice – ha detto la Gainsbourg – perché posso interpretare tanti ruoli diversi da me stessa e nascondermici dietro. Dopo l’emorragia mi è tornata molta voglia di lavorare. Non passo più ore sul divano a riflettere. Ho riguardato le foto di quando avevo 25 anni e mi sono detta: ‘non sei così male’. Ora ne ho 37, ho sempre vissuto con un malessere dentro. Quotidiano. Non ne vale la pena, cercherò sempre di più di essere serena e riconoscente per tutto quello che ho avuto”.
Quando suo padre, Serge Gainsbourg (una vera icona in tutto il mondo tanto che sulla sua tomba al cimitero di Montparnasse a Parigi c’è un pellegrinaggio come su quella di Morrison a Père-Lachaise) morì nel 1991, a soli 62 anni, per Charlotte si spensero le luci nella sua esistenza. La madre è Jane Birkin, una delle donne più belle mai viste, musa di moltissimi artisti, a cominciare da suo marito, e di creatori di moda. La famosa borsa Birkin prende il nome da lei. I due non si sono mai sposati e anche Charlotte ha una certa riluttanza verso il matrimonio, nonostante una relazione che dura da 18 anni, e i due figli: Ben e Alice. Ha vari fratelli e sorelle nati da altre relazioni dei suoi genitori, la più conosciuta è Lou Doillon, figlia della Birkin e del regista Jacques Doillon. Le due sono grandi amiche e Lou è una modella tra le più richieste. Come pure Charlotte che è intima e ispiratrice di Nicolas Ghesquière, stilista di Balenciaga, e testimonial di Gérard Darel.
Nel 1969 Serge e Jane Birkin incidono l’orgasmica ‘Je t’aime… Moi non plus’ e la canzone diventa uno scandalo internazionale. Ma per un personaggio epico e romantico come Serge Gainsbourg, nessuno poteva fermare la sua arte. Tanto che, quando Charlotte ha 13 anni, incide con lei il pezzo ‘Lemon Incest’, che schizza immediatamente al primo posto della classifica francese ma sui giornali escono titoli del tipo: “Padre e figlia sono innamorati”; “Serge vuole fare l’amore con Charlotte”. Ci vorranno vent’anni alla Gainsbourg prima di registrare un album tutto suo, 5:55, supervisionato da un gruppo di musicisti: Air, Jarvis Coker, Neil Hannon dei Divine Comedy, Nigel Godrich (produttore dei Radiohead, Paul McCartney) - più che altro un fan club del padre -, e dove la ‘nostra’ canta un po’ in francese, un po’ in inglese e sussurra, sospira, geme come faceva la mamma. Ora ne sta preparando un secondo insieme a Beck.
Nel cinema è oramai affermatissima e ricercata dai più grandi registi. E’ stata definita la nuova Jeanne Moreau. Ha lavorato con molti registi francesi, compreso il marito; con Alejandro González Iñárritu, altro fan di suo padre, in “21 grammi – Il peso dell'anima"; “Due volte lei – Lemming” accanto a Charlotte Rampling; “L'arte del sogno” di Michel Gondry; “Nuovomondo” di Emanuele Crialese; “Io non sono qui” di Todd Haynes, dove era Claire la moglie di un Bob Dylan interpretato da Heath Ledger.
Dopo “Antichrist” la vedremo in “Persécution” di Patrice Chéreau con altre due icone francesi, Romain Duris e Jean-Hugues Anglade. “Mi piace fare l’attrice – ha detto la Gainsbourg – perché posso interpretare tanti ruoli diversi da me stessa e nascondermici dietro. Dopo l’emorragia mi è tornata molta voglia di lavorare. Non passo più ore sul divano a riflettere. Ho riguardato le foto di quando avevo 25 anni e mi sono detta: ‘non sei così male’. Ora ne ho 37, ho sempre vissuto con un malessere dentro. Quotidiano. Non ne vale la pena, cercherò sempre di più di essere serena e riconoscente per tutto quello che ho avuto”.
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