Grande attesa per Jan Fabre e Ai Weiwei
L’arte a Firenze nel 2016
Ritratto dell'artista Ai Weiwei
Ludovica Sanfelice
27/01/2016
Firenze - La programmazione culturale di Firenze affronta il 2016 abbracciando con decisione l'arte contemporanea.
Culla del Rinascimento, certo, ma non solo. Ed è insistendo su questo concetto che la città calibra un palinsesto capace di accontentare diversi palati: mantendendo salde le origini ma aprendosi altrettanto generosamente ad istanze più moderne.
Ancora scalda gli animi l'esposizione sull'arengario di piazza Signoria di una scultura cromata in oro firmata Jeff Koons per la cui ricollocazione sono in corso trattative segrete, ed ecco che il sindaco Dario Nardella batte il ferro ancora caldo annunciando l'arrivo a breve di un poker di grandi maestri della scena odierna.
“Firenze è sempre stata grande perché è sempre stata contemporanea", dichiara il primo cittadino, "è questa la sua vera cifra" aggiunge sgranando i nomi di Jan Fabre, atteso al Forte Belvedere e in piazza Signoria da marzo a ottobre; di Louise Bourgeuois disseminato in diverse piazze cittadine dal mese di settembre; di Erwin Wurm ospite del Museo del Novecento ancora a settembre; e in autunno (fino a gennaio 2017) di Ai Weiwei che presenterà una serie di installazioni a Palazzo Strozzi.
E proprio da Palazzo Strozzi comincerà la scia di importanti mostre con uno degli appuntamenti più attesi della stagione sul piano nazionale: "Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim", che dal 19 marzo al 24 luglio richiamerà nel capoluogo toscano oltre 100 capolavori dell’arte europea e americana del Novecento (anni Venti-Sessanta), e li disporrà a definire il ruolo esercitato su entrambe le sponde dell'Oceano dai collezionisti Peggy e Solomon Guggenheim.
Il pubblico si troverà al cospetto di opere di Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray e Pablo Picasso; lavori di Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, e poi dipinti e sculture di pionieri come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein e Cy Twombly. E qualcuno ricorderà che nel 1949 Peggy Guggenheim scelse proprio gli spazi della Strozzina di Palazzo Strozzi per presentare la mostra che sarebbe in seguito diventata il nucleo permanente con casa a Venezia.
Compiendo un salto indietro e una rotazione, a recuperare invece un lato meno conosciuto delle tante attività e dei mille talenti di cui Firenze è stata in passato straordinaria fucina sarà la mostra “Fece di scoltura di legname e colorì” che inaugurerà il nuovo anno agli Uffizi, rimanendo in programma dal 21 marzo al 28 agosto 2016. Attraverso un corpus di circa cinquanta opere, l'esposizione ripercorrerà la vicenda della scultura lignea policroma del XV secolo illustrando come le botteghe ebbero sulla speciale manifattura un'influenza determinante.
A guadagnare la ribalta nel mese di aprile è invece Palazzo Pitti (Galleria Palatina), che in occasione del prestito di due opere di Pontormo allo Städel Museum di Francoforte, otterrà in cambio il polittico della Santa Croce di Adam Elsheimer, un tempo parte delle collezioni di Cosimo II dei Medici, che fino a luglio verrà esposto con un corredo didattico atto ad illustrarne le vicende, la dispersione e la ricomposizione.
Di chiaro interesse anche la rassegna di disegni di artisti italiani tra le due Guerre che sarà allestita dal 17 maggio al 4 settembre presso il Gabinetto stampe degli Uffizi, e dello stesso tenore la mostra "La rivincita del colore sulla linea" che dal 18 ottobre nella stessa medesima sede seguirà lo sviluppo della pratica del disegno a Venezia e nel Veneto tra l’epoca di Tiziano, Veronese e Tintoretto e quella di Canaletto.
Tra passato e futuro, la città potrà infine fermarsi a contemplare il tempo nelle sale di Palazzo Pitti che dal 13 settembre selezionerà dalle proprie collezioni meravigliosi esemplari di orologi d'epoca che alle qualità artistiche affiancheranno sofisticati meccanismi scientifici nella mostra "Tempo reale e tempo della realtà".
Culla del Rinascimento, certo, ma non solo. Ed è insistendo su questo concetto che la città calibra un palinsesto capace di accontentare diversi palati: mantendendo salde le origini ma aprendosi altrettanto generosamente ad istanze più moderne.
Ancora scalda gli animi l'esposizione sull'arengario di piazza Signoria di una scultura cromata in oro firmata Jeff Koons per la cui ricollocazione sono in corso trattative segrete, ed ecco che il sindaco Dario Nardella batte il ferro ancora caldo annunciando l'arrivo a breve di un poker di grandi maestri della scena odierna.
“Firenze è sempre stata grande perché è sempre stata contemporanea", dichiara il primo cittadino, "è questa la sua vera cifra" aggiunge sgranando i nomi di Jan Fabre, atteso al Forte Belvedere e in piazza Signoria da marzo a ottobre; di Louise Bourgeuois disseminato in diverse piazze cittadine dal mese di settembre; di Erwin Wurm ospite del Museo del Novecento ancora a settembre; e in autunno (fino a gennaio 2017) di Ai Weiwei che presenterà una serie di installazioni a Palazzo Strozzi.
E proprio da Palazzo Strozzi comincerà la scia di importanti mostre con uno degli appuntamenti più attesi della stagione sul piano nazionale: "Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim", che dal 19 marzo al 24 luglio richiamerà nel capoluogo toscano oltre 100 capolavori dell’arte europea e americana del Novecento (anni Venti-Sessanta), e li disporrà a definire il ruolo esercitato su entrambe le sponde dell'Oceano dai collezionisti Peggy e Solomon Guggenheim.
Il pubblico si troverà al cospetto di opere di Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray e Pablo Picasso; lavori di Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, e poi dipinti e sculture di pionieri come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein e Cy Twombly. E qualcuno ricorderà che nel 1949 Peggy Guggenheim scelse proprio gli spazi della Strozzina di Palazzo Strozzi per presentare la mostra che sarebbe in seguito diventata il nucleo permanente con casa a Venezia.
Compiendo un salto indietro e una rotazione, a recuperare invece un lato meno conosciuto delle tante attività e dei mille talenti di cui Firenze è stata in passato straordinaria fucina sarà la mostra “Fece di scoltura di legname e colorì” che inaugurerà il nuovo anno agli Uffizi, rimanendo in programma dal 21 marzo al 28 agosto 2016. Attraverso un corpus di circa cinquanta opere, l'esposizione ripercorrerà la vicenda della scultura lignea policroma del XV secolo illustrando come le botteghe ebbero sulla speciale manifattura un'influenza determinante.
A guadagnare la ribalta nel mese di aprile è invece Palazzo Pitti (Galleria Palatina), che in occasione del prestito di due opere di Pontormo allo Städel Museum di Francoforte, otterrà in cambio il polittico della Santa Croce di Adam Elsheimer, un tempo parte delle collezioni di Cosimo II dei Medici, che fino a luglio verrà esposto con un corredo didattico atto ad illustrarne le vicende, la dispersione e la ricomposizione.
Di chiaro interesse anche la rassegna di disegni di artisti italiani tra le due Guerre che sarà allestita dal 17 maggio al 4 settembre presso il Gabinetto stampe degli Uffizi, e dello stesso tenore la mostra "La rivincita del colore sulla linea" che dal 18 ottobre nella stessa medesima sede seguirà lo sviluppo della pratica del disegno a Venezia e nel Veneto tra l’epoca di Tiziano, Veronese e Tintoretto e quella di Canaletto.
Tra passato e futuro, la città potrà infine fermarsi a contemplare il tempo nelle sale di Palazzo Pitti che dal 13 settembre selezionerà dalle proprie collezioni meravigliosi esemplari di orologi d'epoca che alle qualità artistiche affiancheranno sofisticati meccanismi scientifici nella mostra "Tempo reale e tempo della realtà".
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