Anniversario dell'alluvione del 1966
Il ritorno a Santa Croce dell'Ultima Cena di Vasari

Ultima Cena, Giorgio Vasari
Ludovica Sanfelice
07/11/2016
Firenze - L’Ultima Cena di Giorgio Vasari, seriamente danneggiata durante l'alluvione di Firenze del novembre 1966, dopo un lungo restauro realizzato con successo dall'Opificio delle Pietre Dure, è stata ricollocata nella Chiesa di Santa Croce.
Ad accogliere il dipinto: meraviglia e stupore per i risultati raggiunti da un intervento a lungo ritenuto impraticabile. E' stato infatti necessario attendere il 2004 per avviare un progetto che consentisse il definitivo recupero dell'opera che, dopo essere rimasta immersa due giorni nell'acqua e nel fango, è rimasta chiusa quarant'anni nei depositi.
Determinante nell'azione di salvaguardia e tutela del patrimonio, oltre alle competenze dei restauratori dell'Opificio, è stato il sostegno di Prada e della Getty Foundation che con generosità hanno finanziato i delicati lavori.
Affinchè la storia non si ripeta inoltre, il dipinto gode ora di un sistema di protezione attivabile in caso di preallerta meteo e dotato di un meccanismo che può sollervare di 6 metri il dipinto e conservarlo in quota in posizione stabile.
Il dipinto sarà visitabile nella Chiesa di Santa Croce dal 10 al 12 novembre, in occasione della quinta edizione del Salone dell’Arte e del Restauro.
“Il ritorno dell’Ultima Cena di Giorgio Vasari nella Basilica di Santa Croce a Firenze a cinquant’anni dalla piena dell’Arno - ha dichiarato il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini - è il frutto di quella virtuosa collaborazione tra pubblico e privato nella tutela del patrimonio culturale premiata dall’Artbonus. Le stesse eccellenze, la stessa determinazione e, ne sono certo, la stessa generosità sono e saranno al servizio del patrimonio culturale del Centro Italia duramente colpito dal sisma”.
Consulta anche:
La rinascita dell'Ultima Cena del Vasari
Guida d'arte di Firenze
Ad accogliere il dipinto: meraviglia e stupore per i risultati raggiunti da un intervento a lungo ritenuto impraticabile. E' stato infatti necessario attendere il 2004 per avviare un progetto che consentisse il definitivo recupero dell'opera che, dopo essere rimasta immersa due giorni nell'acqua e nel fango, è rimasta chiusa quarant'anni nei depositi.
Determinante nell'azione di salvaguardia e tutela del patrimonio, oltre alle competenze dei restauratori dell'Opificio, è stato il sostegno di Prada e della Getty Foundation che con generosità hanno finanziato i delicati lavori.
Affinchè la storia non si ripeta inoltre, il dipinto gode ora di un sistema di protezione attivabile in caso di preallerta meteo e dotato di un meccanismo che può sollervare di 6 metri il dipinto e conservarlo in quota in posizione stabile.
Il dipinto sarà visitabile nella Chiesa di Santa Croce dal 10 al 12 novembre, in occasione della quinta edizione del Salone dell’Arte e del Restauro.
“Il ritorno dell’Ultima Cena di Giorgio Vasari nella Basilica di Santa Croce a Firenze a cinquant’anni dalla piena dell’Arno - ha dichiarato il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini - è il frutto di quella virtuosa collaborazione tra pubblico e privato nella tutela del patrimonio culturale premiata dall’Artbonus. Le stesse eccellenze, la stessa determinazione e, ne sono certo, la stessa generosità sono e saranno al servizio del patrimonio culturale del Centro Italia duramente colpito dal sisma”.
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La rinascita dell'Ultima Cena del Vasari
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