L’ex Ospedale delle Leopoldine guarda al futuro
Firenze: il nuovo corso del Museo Novecento
Museo Novecento, installazioni nel chiostro
Francesca Grego
23/04/2018
Firenze - Cambia volto il Museo Novecento di Firenze. Nuovi allestimenti delle collezioni permanenti, spazi espositivi inediti, installazioni site specific e un calendario di esposizioni temporanee sempre più ricco sono i cardini del programma del neo direttore Sergio Risaliti.
Nella culla del Rinascimento il richiamo alle meraviglie del passato non basta più: l’arte si fa fonte viva di cultura, la storia è un perpetuo work in progress e il museo lo specchio di un divenire ininterrotto, fatto di continuità come di fratture. È questo il credo di Risaliti, che nell’immediato si concretizza in due interventi: il primo, in atto dal 21 aprile, coinvolge gli spazi del loggiato esterno, del piano terra e del primo piano con mostre e installazioni; il secondo, dal 25 maggio, riguarderà l’altana e il secondo piano, sede delle collezioni permanenti.
Qui protagonisti del cambiamento saranno i fondi Palazzeschi e Rosai, ma soprattutto i lasciti del collezionista genovese Alberto della Ragione, una galleria di capolavori della figurazione novecentesca da ammirare a rotazione, in nuclei di 60 opere selezionate per genere e tema: da Giorgio Morandi a Fortunato Depero e Antonio Donghi, da Felice Casorati a Emilio Vedova, a Massimo Campigli, Mario Sironi, Enrico Prampolini, Renato Birolli, Aligi Sassu, Carlo Levi, Renato Guttuso, passando per la scultura di Arturo Martini, Marino Marini, Antonietta Raphaël, Lucio Fontana.
“Il museo a cui pensiamo – spiega Risaliti – è una realtà fluida, un laboratorio e una palestra; un’istituzione multitasking, che genera molteplici esperienze e pratiche. In questo senso dobbiamo essere capaci di problematizzarne quotidianamente l’identità e la funzione. Il Museo Novecento sarà un luogo di narrazione e di contemplazione, di formazione e di scoperta, di meraviglia per i bambini, i giovani e le famiglie. E quando possibile si sposterà con le sue collezioni e opere perfino nelle scuole e nelle case, negli ospedali e nei luoghi di detenzione, per ridurre la distanza tra l’arte e la vita”.
Le installazioni
Il rinnovamento comincia dall’esterno, a partire dalla cancellata d’ingresso, su cui campeggia l’inedita installazione realizzata dall’architetto Paolo Parisi in collaborazione con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze: lettere colorate prese in prestito dai manifesti futuristi e dalle pagine della rivista Lacerba, dalle opere di Luciano Ori, Ketty La Rocca, Paolo Scheggi vanno a formare l’insegna “Museo”, sottolineando la vitalità contemporanea della Casa delle Muse e ricordando che l’arte è figlia della memoria.
Quattro artisti contemporanei, inoltre, dialogano con le architetture della sede rinascimentale che un tempo ospitava l’Ospedale delle Leopoldine: sulla facciata le lamine metalliche di Remo Salvadori ammiccano alle decorazioni musive di Santa Maria Novella, mentre nel chiostro l’Araba Fenice di Marco Bagnoli genera un contrappunto con i vuoti e i pieni del colonnato e Invaders di Paolo Masi gioca con i raggi solari, proiettando forme e segni sulle pareti del loggiato. Infine Everything might be different di Maurizio Nannucci, unica ad aver salutato la nascita del museo nel 2014, instaura una nuova “realtà mentale” fatta di colori e luci al neon, che i visitatori sono chiamati a mettere in relazione con l’ambiente circostante.
Le mostre
Tra i nuovi progetti espositivi spicca Il disegno dello scultore (21 aprile-12 luglio), che mette al centro dell’esperienza artistica il suo momento germinale, senza tuttavia trascurare il valore autonomo dell’opera su carta: un viaggio che dall’inizio del XX secolo giunge fino ai nostri giorni, attraversando la produzione di artisti come Jacques Lipchitz, Adolfo Wildt, David Smith, Louise Bourgeois, Rebecca Horn, Rachel Witheread. Si tratta della prima tappa di un percorso che in futuro toccherà pittura, scienza, letteratura, architettura.
E proprio all’arte del progettare e del costruire è dedicata la seconda mostra del nuovo corso: Paradigma. Il tavolo dell’architetto (21 aprile-21 giugno), che vede protagonista il direttore del Padiglione Italiano alla prossima Biennale di Architettura di Venezia Mario Cucinella. Spazio inoltre alle installazioni dell’artista tedesca Ulla Von Brandenburg (21 aprile-21 giugno), in dialogo nella cappella sconsacrata del museo con il Nudo Giallo di Felice Casorati, tra i pezzi forti della collezione donata da Alberto della Ragione, e alla rassegna video internazionale Il corpo è un indumento sacro, realizzata in collaborazione con InBetweenArtFilm e ispirata dalla pioniera della danza Marta Graham. Infine The Wall, nuovo format espositivo che ammicca all’infografica, debutta con un viaggio a ritroso dedicato al buio nell’arte, dalle suggestioni contemporanee al genere antico del notturno.
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Qui protagonisti del cambiamento saranno i fondi Palazzeschi e Rosai, ma soprattutto i lasciti del collezionista genovese Alberto della Ragione, una galleria di capolavori della figurazione novecentesca da ammirare a rotazione, in nuclei di 60 opere selezionate per genere e tema: da Giorgio Morandi a Fortunato Depero e Antonio Donghi, da Felice Casorati a Emilio Vedova, a Massimo Campigli, Mario Sironi, Enrico Prampolini, Renato Birolli, Aligi Sassu, Carlo Levi, Renato Guttuso, passando per la scultura di Arturo Martini, Marino Marini, Antonietta Raphaël, Lucio Fontana.
“Il museo a cui pensiamo – spiega Risaliti – è una realtà fluida, un laboratorio e una palestra; un’istituzione multitasking, che genera molteplici esperienze e pratiche. In questo senso dobbiamo essere capaci di problematizzarne quotidianamente l’identità e la funzione. Il Museo Novecento sarà un luogo di narrazione e di contemplazione, di formazione e di scoperta, di meraviglia per i bambini, i giovani e le famiglie. E quando possibile si sposterà con le sue collezioni e opere perfino nelle scuole e nelle case, negli ospedali e nei luoghi di detenzione, per ridurre la distanza tra l’arte e la vita”.
Le installazioni
Il rinnovamento comincia dall’esterno, a partire dalla cancellata d’ingresso, su cui campeggia l’inedita installazione realizzata dall’architetto Paolo Parisi in collaborazione con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze: lettere colorate prese in prestito dai manifesti futuristi e dalle pagine della rivista Lacerba, dalle opere di Luciano Ori, Ketty La Rocca, Paolo Scheggi vanno a formare l’insegna “Museo”, sottolineando la vitalità contemporanea della Casa delle Muse e ricordando che l’arte è figlia della memoria.
Quattro artisti contemporanei, inoltre, dialogano con le architetture della sede rinascimentale che un tempo ospitava l’Ospedale delle Leopoldine: sulla facciata le lamine metalliche di Remo Salvadori ammiccano alle decorazioni musive di Santa Maria Novella, mentre nel chiostro l’Araba Fenice di Marco Bagnoli genera un contrappunto con i vuoti e i pieni del colonnato e Invaders di Paolo Masi gioca con i raggi solari, proiettando forme e segni sulle pareti del loggiato. Infine Everything might be different di Maurizio Nannucci, unica ad aver salutato la nascita del museo nel 2014, instaura una nuova “realtà mentale” fatta di colori e luci al neon, che i visitatori sono chiamati a mettere in relazione con l’ambiente circostante.
Le mostre
Tra i nuovi progetti espositivi spicca Il disegno dello scultore (21 aprile-12 luglio), che mette al centro dell’esperienza artistica il suo momento germinale, senza tuttavia trascurare il valore autonomo dell’opera su carta: un viaggio che dall’inizio del XX secolo giunge fino ai nostri giorni, attraversando la produzione di artisti come Jacques Lipchitz, Adolfo Wildt, David Smith, Louise Bourgeois, Rebecca Horn, Rachel Witheread. Si tratta della prima tappa di un percorso che in futuro toccherà pittura, scienza, letteratura, architettura.
E proprio all’arte del progettare e del costruire è dedicata la seconda mostra del nuovo corso: Paradigma. Il tavolo dell’architetto (21 aprile-21 giugno), che vede protagonista il direttore del Padiglione Italiano alla prossima Biennale di Architettura di Venezia Mario Cucinella. Spazio inoltre alle installazioni dell’artista tedesca Ulla Von Brandenburg (21 aprile-21 giugno), in dialogo nella cappella sconsacrata del museo con il Nudo Giallo di Felice Casorati, tra i pezzi forti della collezione donata da Alberto della Ragione, e alla rassegna video internazionale Il corpo è un indumento sacro, realizzata in collaborazione con InBetweenArtFilm e ispirata dalla pioniera della danza Marta Graham. Infine The Wall, nuovo format espositivo che ammicca all’infografica, debutta con un viaggio a ritroso dedicato al buio nell’arte, dalle suggestioni contemporanee al genere antico del notturno.
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