Arte e politica
Ai Weiwei: la Biennale cinese lo rifiuta, Firenze lo aspetta
Ai Weiwei Studio |
Ai Weiwei, Reframe_Palazzo Strozzi: Reframe/Nuova cornice, 2016, PVC, policarbonato, gomma, cm 650 x 325 x 75 ciascuno (22 gommoni di salvataggio)
Ludovica Sanfelice
29/08/2016
Firenze - A due settimane dall'inaugurazione, la Biennale di Yinchuan ha comunicato ad Ai Weiwei l'esclusione del suo lavoro dalla manifestazione. La decisione è calata dall'alto, ha spiegato con rammarico il direttore artistico Hsieh Suchen in una lettera indirizzata all'artista. Un'ammissione vaga ma esplicitamente collegata alla dissidenza politica di Weiwei che ha risposto all'emarginazione attraverso un messaggio pubblicato sul suo profilo Instagram.
"La mia esclusione dimostra che siamo di fronte ad un mondo diviso e segregato dall'ideologia, in cui l'arte è usata solo come decorazione per le agende politiche in certe società. La Cina sta cercando di sviluppare una società moderna ma senza libertà di parola, senza dibattiti che implicano più alte riflessioni filosofiche e morali l'arte è però ridotta ad un fantoccio di falsi sforzi culturali. Per questo sono felice di non essere parte di questo sforzo come decorazione politica".
E mentre la censura genera occasioni perse in Cina, a Firenze si lavora per ospitare la prima grande mostra italiana dedicata al controverso maestro che dal 23 settembre sarà in programma con il titolo "Ai Weiwei. Libero".
Per il percorso che ospiterà opere storiche, recenti produzioni e installazioni site specific, Palazzo Strozzi metterà a disposizione tutti i suoi spazi, dal Piano Nobile al Cortile, dalla Strozzina alla facciata allo scopo di offrire ai visitatori un'esperienza inedita che sappia mettere in risalto la forte relazione che Weiwei stabilisce tra tradizione e modernità.
Dal soggiorno a New York negli anni Ottanta e Novanta la mostra ripercorrerà le diverse fasi della carriera di Weiwei fino agli ultimi progetti elaborati sulla scia delle migrazioni nel Mediterraneo che troverà massima espressione sulla facciata del complesso, la cui architettura sarà incorniciata dall'esposizione di 22 gommoni.
"La mia esclusione dimostra che siamo di fronte ad un mondo diviso e segregato dall'ideologia, in cui l'arte è usata solo come decorazione per le agende politiche in certe società. La Cina sta cercando di sviluppare una società moderna ma senza libertà di parola, senza dibattiti che implicano più alte riflessioni filosofiche e morali l'arte è però ridotta ad un fantoccio di falsi sforzi culturali. Per questo sono felice di non essere parte di questo sforzo come decorazione politica".
E mentre la censura genera occasioni perse in Cina, a Firenze si lavora per ospitare la prima grande mostra italiana dedicata al controverso maestro che dal 23 settembre sarà in programma con il titolo "Ai Weiwei. Libero".
Per il percorso che ospiterà opere storiche, recenti produzioni e installazioni site specific, Palazzo Strozzi metterà a disposizione tutti i suoi spazi, dal Piano Nobile al Cortile, dalla Strozzina alla facciata allo scopo di offrire ai visitatori un'esperienza inedita che sappia mettere in risalto la forte relazione che Weiwei stabilisce tra tradizione e modernità.
Dal soggiorno a New York negli anni Ottanta e Novanta la mostra ripercorrerà le diverse fasi della carriera di Weiwei fino agli ultimi progetti elaborati sulla scia delle migrazioni nel Mediterraneo che troverà massima espressione sulla facciata del complesso, la cui architettura sarà incorniciata dall'esposizione di 22 gommoni.
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