Un nuovo allestimento per le gallerie fiorentine
Agli Uffizi tre nuove sale accolgono Andrea del sarto e i pittori fiorentini del Cinquecento
Le sale di Andrea del Sarto | Courtesy Uffizi
Samantha De Martin
15/10/2024
Firenze - Giorgio Vasari nelle sue Vite ne parlava come del “pittore senza errori”.
Ed in effetti la Madonna delle Arpie, realizzata nel 1517, e quindi nella prima maturità di Andrea del Sarto, con il suo equilibrio stilistico, la perfezione formale, l’armonia dei colori, costituisce un monumentale esempio di questo stile ineccepibile.
Questo capolavoro è uno dei 25 dipinti che campeggiano nelle nuove sale che, al secondo piano delle Gallerie degli Uffizi, raccontano l’originalità di Andrea del Sarto, Fra Bartolomeo e della cerchia di pittori attivi a Firenze nel primo ventennio del Cinquecento.
L’originale esperienza creativa di questi artisti animò la vita culturale fiorentina nei primi dieci anni del Cinquecento aprendo la strada alla ‘maniera moderna’, al genio di Raffaello e alla fase più matura del Rinascimento.
Gli spazi inaugurati oggi si trovano alla fine del Terzo Corridoio e ne concludono, cronologicamente, la narrazione storico-pittorica. Figura di passaggio tra la cultura fiorentina di tardo Quattrocento, rappresentata dai fratelli Ghirlandaio, da Piero di Cosimo, da Botticelli e da Perugino, e le proposte dei più giovani e brillanti ingegni di Michelangelo e Raffaello, Fra Bartolomeo, con la sua profonda spiritualità e la monumentalità classica delle composizioni, apre la strada a un Raffaello arrivato nel 1503, giovanissimo, a Firenze.
Le sale di Andrea del Sarto | Courtesy Uffizi
Nel convento di San Marco il frate ha guidato un’ importante bottega che ha esteso la sua influenza fino a oltre la metà del secolo anche grazie alla conservazione e alla trasmissione alle generazioni successive dei modelli grafici del maestro. Fulcro della prima sala è La Visione di san Bernardo, eseguita nei primissimi anni del Cinquecento, in dialogo con la Visitazione di Mariotto Albertinelli (1503), maestro con il quale fra Bartolomeo condivise a lungo la bottega prima di prendere i voti. A seguire, la sala interamente dedicata ad Andrea del Sarto, massimo protagonista della scena fiorentina del secondo e terzo decennio del secolo, accoglie le sue monumentali opere, originariamente destinate ad altari di chiese e confraternite, come la Madonna delle Arpie, che occupa la parete di fondo.
La terza e ultima sala di questo nuovo allestimento, alla fine del Terzo Corridoio, ricostruisce il panorama artistico all’avanguardia della città nei primi due decenni del secolo. Il pubblico si trova di fronte a opere di Franciabigio, grande amico di Andrea del Sarto, e del quale è nuovamente esposta, dopo sei anni di assenza, la Pala di San Giobbe, datata 1516 e proveniente dalla cappella della Compagnia di San Giobbe presso la Santissima Annunziata. Ci sono anche i lavori di Alonso Berruguete, uno dei pittori spagnoli venuti in Italia intorno al 1508 per studiare le opere di Michelangelo e Raffaello, del senese Domenico Beccafumi e di Domenico Puligo.
Le sale di Andrea del Sarto | Courtesy Uffizi
“Queste tre nuove sale - commenta Il direttore Simone Verde - permettono di contestualizzare le sale Leonardo, Michelangelo e Raffaello al secondo piano della Galleria, ricostruendo la ricchezza e la vivacità della pittura fiorentina del primo ventennio del Cinquecento, per mostrare plasticamente quanto l'eccelso esempio di da Vinci, Buonarroti e Sanzio abbia ispirato e guidato nel loro esercizio creativo e stilistico gli artisti toscani agli albori del Sedicesimo secolo”.
Particolarmente significativa la scelta, nel nuovo allestimento, di riunire insieme quattro pannelli che facevano parte della Camera Borgherini, un ciclo di pitture progettate per servire da decorazione agli arredi e alle pareti di una stanza da letto matrimoniale allestita nel palazzo della famiglia Borgherini, potenti banchieri fiorentini. Di questo insieme, al quale Andrea del Sarto, Pontormo, Francesco Granacci lavorarono fianco a fianco, e che comprendeva letto, spalliere, seggiole, cassoni, rimangono oggi quindici tavole di diverse dimensioni, suddivise tra National Gallery di Londra, Galleria Borghese di Roma, Galleria degli Uffizi e Galleria Palatina. Da oggi i dipinti degli Uffizi e della Palatina saranno nuovamente insieme per mostrarne, sebbene parzialmente, l’aspetto complessivo originario, esaltando l’importanza nella pittura fiorentina del tempo.
Ed in effetti la Madonna delle Arpie, realizzata nel 1517, e quindi nella prima maturità di Andrea del Sarto, con il suo equilibrio stilistico, la perfezione formale, l’armonia dei colori, costituisce un monumentale esempio di questo stile ineccepibile.
Questo capolavoro è uno dei 25 dipinti che campeggiano nelle nuove sale che, al secondo piano delle Gallerie degli Uffizi, raccontano l’originalità di Andrea del Sarto, Fra Bartolomeo e della cerchia di pittori attivi a Firenze nel primo ventennio del Cinquecento.
L’originale esperienza creativa di questi artisti animò la vita culturale fiorentina nei primi dieci anni del Cinquecento aprendo la strada alla ‘maniera moderna’, al genio di Raffaello e alla fase più matura del Rinascimento.
Gli spazi inaugurati oggi si trovano alla fine del Terzo Corridoio e ne concludono, cronologicamente, la narrazione storico-pittorica. Figura di passaggio tra la cultura fiorentina di tardo Quattrocento, rappresentata dai fratelli Ghirlandaio, da Piero di Cosimo, da Botticelli e da Perugino, e le proposte dei più giovani e brillanti ingegni di Michelangelo e Raffaello, Fra Bartolomeo, con la sua profonda spiritualità e la monumentalità classica delle composizioni, apre la strada a un Raffaello arrivato nel 1503, giovanissimo, a Firenze.
Le sale di Andrea del Sarto | Courtesy Uffizi
Nel convento di San Marco il frate ha guidato un’ importante bottega che ha esteso la sua influenza fino a oltre la metà del secolo anche grazie alla conservazione e alla trasmissione alle generazioni successive dei modelli grafici del maestro. Fulcro della prima sala è La Visione di san Bernardo, eseguita nei primissimi anni del Cinquecento, in dialogo con la Visitazione di Mariotto Albertinelli (1503), maestro con il quale fra Bartolomeo condivise a lungo la bottega prima di prendere i voti. A seguire, la sala interamente dedicata ad Andrea del Sarto, massimo protagonista della scena fiorentina del secondo e terzo decennio del secolo, accoglie le sue monumentali opere, originariamente destinate ad altari di chiese e confraternite, come la Madonna delle Arpie, che occupa la parete di fondo.
La terza e ultima sala di questo nuovo allestimento, alla fine del Terzo Corridoio, ricostruisce il panorama artistico all’avanguardia della città nei primi due decenni del secolo. Il pubblico si trova di fronte a opere di Franciabigio, grande amico di Andrea del Sarto, e del quale è nuovamente esposta, dopo sei anni di assenza, la Pala di San Giobbe, datata 1516 e proveniente dalla cappella della Compagnia di San Giobbe presso la Santissima Annunziata. Ci sono anche i lavori di Alonso Berruguete, uno dei pittori spagnoli venuti in Italia intorno al 1508 per studiare le opere di Michelangelo e Raffaello, del senese Domenico Beccafumi e di Domenico Puligo.
Le sale di Andrea del Sarto | Courtesy Uffizi
“Queste tre nuove sale - commenta Il direttore Simone Verde - permettono di contestualizzare le sale Leonardo, Michelangelo e Raffaello al secondo piano della Galleria, ricostruendo la ricchezza e la vivacità della pittura fiorentina del primo ventennio del Cinquecento, per mostrare plasticamente quanto l'eccelso esempio di da Vinci, Buonarroti e Sanzio abbia ispirato e guidato nel loro esercizio creativo e stilistico gli artisti toscani agli albori del Sedicesimo secolo”.
Particolarmente significativa la scelta, nel nuovo allestimento, di riunire insieme quattro pannelli che facevano parte della Camera Borgherini, un ciclo di pitture progettate per servire da decorazione agli arredi e alle pareti di una stanza da letto matrimoniale allestita nel palazzo della famiglia Borgherini, potenti banchieri fiorentini. Di questo insieme, al quale Andrea del Sarto, Pontormo, Francesco Granacci lavorarono fianco a fianco, e che comprendeva letto, spalliere, seggiole, cassoni, rimangono oggi quindici tavole di diverse dimensioni, suddivise tra National Gallery di Londra, Galleria Borghese di Roma, Galleria degli Uffizi e Galleria Palatina. Da oggi i dipinti degli Uffizi e della Palatina saranno nuovamente insieme per mostrarne, sebbene parzialmente, l’aspetto complessivo originario, esaltando l’importanza nella pittura fiorentina del tempo.
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