Il capolavoro del Rinascimento bolognese entra nella collezione permanente di Palazzo Pepoli

Il Polittico Griffoni resta a Bologna (grazie al supporto della tecnologia)

La copia del Polittico Griffoni a Palazzo Pepoli | Courtesy Genus Bononiae
 

Samantha De Martin

11/05/2021

Bologna - Nel caso in cui vi foste persi la mostra dell’anno, che ha visto approdare a Bologna, dopo 300 anni, le 16 tavole del capolavoro di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, oggi custodite nei maggiori musei al mondo, non disperate, avrete un’altra occasione. Il Polittico Griffoni resterà a Bologna, grazie ai prodigi della tecnologia.
A tre mesi dalla chiusura della mostra La Riscoperta di un Capolavoro - che ha riunito a Palazzo Fava, le tavole del Polittico - il percorso espositivo prosegue idealmente nelle sale del Museo della Storia di Bologna, a Palazzo Pepoli.
In questa nuova location, da oggi, 11 maggio, e in forma permanente, sarà accolta la fedelissima riproduzione dell’opera realizzata da Factum Foundation e acquisita nelle collezioni del Museo, grazie ad un accordo firmato con la Basilica di San Petronio. Una replica che ha visto la scansione e la stampa 3D ad alta risoluzione, la ricostruzione digitale e il ritocco a mano delle dorature.


Polittico Griffoni, 1472-1473 circa, Francesco del Cossa, San Giovanni Battista, Tempera su tavola, Milano, Pinacoteca di Brera

Accolto nella Sala del Sacro di Palazzo Pepoli, il facsimile del Polittico consentirà a tutti di vedere riunite le 16 tavole note, nella disposizione che con ogni probabilità corrisponde a quella d’origine. Gli studi avviati in occasione della mostra e proseguiti con il convegno Internazionale svoltosi a ottobre 2020 hanno riaperto il dibattito e avviato nuove scoperte.

Un’altra notizia è che, per i prossimi cinque anni, la copia del Polittico Griffoni tornerà nella Basilica di San Petronio nel mese di ottobre, in occasione delle celebrazioni per la festa del santo Patrono.

“L’esposizione ha avuto il merito di fare il punto sugli studi storici e storico artistici relativi all’opera in sé, in quanto manufatto, e alla temperie culturale in cui l’opera è nata - commenta Fabio Roversi-Monaco, presidente di Genus Bononiae -. Con questa mostra abbiamo consolidato rapporti internazionali e restituito alla città un pezzo di storia dimenticata: non solo la maestosa opera dei due artisti, ma il ruolo che Bologna ebbe nel Rinascimento”.


Polittico Griffoni, 1472-1473 circa, Francesco del Cossa, Santa Lucia, Tempera su tavola, Washington, National Gallery of Art

Sono infatti nove i musei internazionali proprietari delle singole tavole, che hanno reso possibile il ritorno in città, a 500 anni dalla loro realizzazione e a 300 dalla dispersione, delle singole parti della maestosa pala realizzata tra il 1470 e il 1472 da Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti per l’omonima Cappella nella Basilica di San Petronio.
Smantellata intorno al 1725 per volontà di Pompeo Aldrovandi, ritagliata accuratamente, nell’Ottocento, la pala smembrata entrò nel giro del mercato antiquario e del collezionismo giungendo infine ai nove musei - dalla National Gallery di Londra al Louvre, dalla National Gallery of Art di Washington alla Collezione Vittorio Cini di Venezia - che oggi ne sono proprietari.


La copia del Polittico Griffoni a Palazzo Pepoli | Courtesy Genus Bononiae

Oltre a ospitare il nuovo illustre “inquilino”, Palazzo Pepoli sfodera da oggi un nuovo percorso che accoglierà i visitatori in un viaggio in tre tappe chiamato Passato, presente e futuro. Il percorso degli specchi. Sulla scia del percorso museale, l'itinerario è un percorso lungo 2500 anni. Il primo specchio - una lastra di bronzo lucidata - insegna come doveva essere specchiarsi al tempo degli etruschi. L’ultimo invece, in formato digitale, riflette l’immagine del visitatore spalancando una porta sul futuro.

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