Teatro all'Antica
Sabbioneta, Via Teatro Olimpico 1
- Dove: Sabbioneta, Via Teatro Olimpico 1
- Indirizzo: Via Teatro olimpico 1
- E-Mail: info@turismo.mantova.it
- Telefono: +39 0375 221044
- Apertura: da aprile a ottobre
feriali: ore 9:30 - 13 / 14:30 - 18.30
Sabato e festivi: ore 9:30 - 13 / 14:30 - 19
La biglietteria chiude mezz'ora prima
da novembre a marzo:
feriali: ore 9:30 - 13 e 14:30 - 17
Sabato e festivi: 9:30 - 13 e 14:30 - 18
Lunedì chiuso (salvo festivi) - Costo: cumulativo € 12 (Palazzo Giardino e Galleria degli antichi, Teatro all`antica, Palazzo ducale e Sinagoga)
Singolo monumento € 5
Ragazzi da 13 a 18 anni e scuole € 5
comitive (minimo 15 persone) e over 65 € 8,50
Gratuito bambini da 0 a 12 anni
DESCRIZIONE:
Nel 1587, il duca Vespasiano Gonzaga si rivolse all’architetto e scenografo Vincenzo Scamozzi per realizzare il progetto di un teatro di corte per la sua “città ideale” e ciò che ne risultò è il primo esempio di teatro moderno inserito in un edificio appositamente costruito dal nulla. Scamozzi, che era già subentrato ad Andrea Palladio (morto nel 1580) nella realizzazione del Teatro Olimpico di Vicenza, aveva avuto occasione di maturare un’idea di teatro che riversò con ingegno nel mirabile progetto di Sabbioneta.
La singolarità di questo monumento risiede nell’equilibrio tra tradizione e innovazione, sintesi delle esigenze della cultura teatrale del XVI secolo pronta a schiudersi al futuro. Tra i numerosi elementi d’innovazione figurano la facciata autonoma, il sistema di ingressi diversificato, la forma mistilinea della cavea, l’orchestra inclinata e un retropalco dotato di camerini. In origine, in luogo dell’odierno soffitto a cassettoni che soffoca l’aula sottostante, Scamozzi aveva ideato un tetto a carena di nave rovesciata con una controsoffittatura a botte dipinta di azzurro a simulare il cielo, e il palcoscenico a scena fissa composto dall’immagine di una prospettiva urbana policroma e monofocale. La scenografia andò distrutta ma il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze ne conserva uno schizzo autografo in pianta e in sezione longitudinale.
Diversi affreschi abbelliscono la sala. La balaustra dipinta che corre lungo la parte superiore evoca l’idea del cortile adibito a spazio delle rappresentazioni. Sulla parete di fondo sono dipinte nicchie in cui sono collocate statue monocrome di imperatori romani. Al centro, nel luogo in cui sedeva Vespasiano Gonzaga, l'imperatore Tito Flavio Vespasiano sembra porgergli la corona di lauro per consacrarlo novello imperatore della "nuova Roma", appellativo attribuito a Sabbioneta nel Cinquecento.
Nel 1587, il duca Vespasiano Gonzaga si rivolse all’architetto e scenografo Vincenzo Scamozzi per realizzare il progetto di un teatro di corte per la sua “città ideale” e ciò che ne risultò è il primo esempio di teatro moderno inserito in un edificio appositamente costruito dal nulla. Scamozzi, che era già subentrato ad Andrea Palladio (morto nel 1580) nella realizzazione del Teatro Olimpico di Vicenza, aveva avuto occasione di maturare un’idea di teatro che riversò con ingegno nel mirabile progetto di Sabbioneta.
La singolarità di questo monumento risiede nell’equilibrio tra tradizione e innovazione, sintesi delle esigenze della cultura teatrale del XVI secolo pronta a schiudersi al futuro. Tra i numerosi elementi d’innovazione figurano la facciata autonoma, il sistema di ingressi diversificato, la forma mistilinea della cavea, l’orchestra inclinata e un retropalco dotato di camerini. In origine, in luogo dell’odierno soffitto a cassettoni che soffoca l’aula sottostante, Scamozzi aveva ideato un tetto a carena di nave rovesciata con una controsoffittatura a botte dipinta di azzurro a simulare il cielo, e il palcoscenico a scena fissa composto dall’immagine di una prospettiva urbana policroma e monofocale. La scenografia andò distrutta ma il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze ne conserva uno schizzo autografo in pianta e in sezione longitudinale.
Diversi affreschi abbelliscono la sala. La balaustra dipinta che corre lungo la parte superiore evoca l’idea del cortile adibito a spazio delle rappresentazioni. Sulla parete di fondo sono dipinte nicchie in cui sono collocate statue monocrome di imperatori romani. Al centro, nel luogo in cui sedeva Vespasiano Gonzaga, l'imperatore Tito Flavio Vespasiano sembra porgergli la corona di lauro per consacrarlo novello imperatore della "nuova Roma", appellativo attribuito a Sabbioneta nel Cinquecento.
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