Mario Sironi

Sassari 12/05/1885 - Milano 13/08/1961

© Arte.it

Teorico di un'ideale unità delle arti in funzione etica e civile, Sironi studia all'Accademia di Roma, dove conosce Severini e Boccioni. Aderisce nel 1913 a Milano al movimento futurista (La Bicicletta, 1916, Collezione Sarfatti, Roma), e poi con una breve parentesi a quello metafisico (La Lampada, 1917, Collezione Jesi, Milano). Nel 1920 si stabilisce a Milano e nel 1922 è tra i promotori del gruppo del Novecento. Questo movimento aveva come fine comune il recupero della tradizione artistica italiana. In questi anni Sironi si dedica a un realismo metafisico che si rispecchia nelle rappresentazioni delle periferie urbane. Con l'avvento del  fascismo, negli anni Trenta, diviene uno degli interpreti principali delle tematiche fasciste e si dedica ad altre espressioni artistiche come il murales e la scenografia e il recupero di antiche arti, mosaico e affresco. Nel 1936 realizza il mosaico per il nuovo Palazzo di Giustizia di Milano, raffigurante La Giusti­zia fra la Legge e la Forza. Fu soprannominato "pittore tragico" a causa delle sue ultime opere, dalla intensa espressività decostruttivata. 



Le opere