Crocifisso tra i santi Girolamo e Cristoforo
Flaminio, Parioli, Villa Borghese
- Artista: Pinturicchio
- Dove: Crocifisso tra i santi Girolamo e Cristoforo
- Realizzazione: 1475 - 1475
La sala, già stanza delle Tre Grazie, deve l’attuale denominazione ai dipinti che decorano la volta, raffiguranti episodi della storia di Enea e Didone: il Suicidio di Didone, al centro; Enea che fugge da Troia, Enea e Acate davanti a Didone, il Banchetto di Didone, Mercurio esorta Enea a lasciare Cartagine, ai lati. L’autore delle cinque tele è il pittore austriaco Anton von Maron (1733-1797), allievo e collaboratore di Anton Raphael Mengs (1728-1779), giunto a Roma tra il 1756 e il 1761.
In questo ambiente sono esposti dipinti dei maestri del Rinascimento umbro e toscano, da Perugino a Botticelli ad Andrea del Sarto, fino ad arrivare ai capolavori di Raffaello e dei suoi allievi.
L’opera più antica è la Crocifissione tra i Santi Cristoforo e Girolamo del Pinturicchio (1454-1513), parte centrale di un’anconetta portatile risalente al 1473.
Di Perugino (1448 ca.-1523) sono la Madonna con Bambino e il San Sebastiano, replica variata dalla tavola con lo stesso soggetto al Museo del Louvre.
La predilezione della pittura toscana per il formato tondo è ben documentata dalla presenza di quattro grandi tavole, eseguite a Firenze tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Tra queste l’Adorazione del Bambino di Fra' Bartolomeo (1472-1571) mostra nell’uso dello sfumato e nel modo raffinato di modellare con le luci e le ombre l’influenza di Leonardo.
Appartengono all’attività giovanile di Raffaello (1483-1520) la celebre Deposizione, nota anche come Pala Baglioni, la Dama col liocorno e il Ritratto d’uomo. Le tre opere documentano l’evoluzione che lo stile del pittore subì passando dalla bottega del Perugino all’ambiente artistico fiorentino.
Arricchisce la sala un elegante camino in marmo bianco con intarsi di ametista, fregi in bronzo dorato e maioliche figurate. Si tratta di uno dei sei camini ornamentali della palazzina, eseguito su modello dell'architetto Antonio Asprucci (1723-1808).
Risalgono al secolo XVIII il tavolo con il piano ad intarsio di marmi policromi con Putti e la tazza di alabastro giallo su colonna di marmo verde antico.
In questo ambiente sono esposti dipinti dei maestri del Rinascimento umbro e toscano, da Perugino a Botticelli ad Andrea del Sarto, fino ad arrivare ai capolavori di Raffaello e dei suoi allievi.
L’opera più antica è la Crocifissione tra i Santi Cristoforo e Girolamo del Pinturicchio (1454-1513), parte centrale di un’anconetta portatile risalente al 1473.
Di Perugino (1448 ca.-1523) sono la Madonna con Bambino e il San Sebastiano, replica variata dalla tavola con lo stesso soggetto al Museo del Louvre.
La predilezione della pittura toscana per il formato tondo è ben documentata dalla presenza di quattro grandi tavole, eseguite a Firenze tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Tra queste l’Adorazione del Bambino di Fra' Bartolomeo (1472-1571) mostra nell’uso dello sfumato e nel modo raffinato di modellare con le luci e le ombre l’influenza di Leonardo.
Appartengono all’attività giovanile di Raffaello (1483-1520) la celebre Deposizione, nota anche come Pala Baglioni, la Dama col liocorno e il Ritratto d’uomo. Le tre opere documentano l’evoluzione che lo stile del pittore subì passando dalla bottega del Perugino all’ambiente artistico fiorentino.
Arricchisce la sala un elegante camino in marmo bianco con intarsi di ametista, fregi in bronzo dorato e maioliche figurate. Si tratta di uno dei sei camini ornamentali della palazzina, eseguito su modello dell'architetto Antonio Asprucci (1723-1808).
Risalgono al secolo XVIII il tavolo con il piano ad intarsio di marmi policromi con Putti e la tazza di alabastro giallo su colonna di marmo verde antico.