Situata in piazza Capranica, sorse in epoca imprecisata, ma sappiamo che già papa Gregorio III, nell’VIII secolo, la fece restaurare. Affidata nel 1540 da Paolo III Farnese alla confraternita degli Orfani, fu completamente ricostruita a cavallo tra Cinque e Seicento per volere del cardinal Antonio Maria Salviati, dagli architetti Francesco da Volterra, Filippo Breccioli e Carlo Maderno.
All’interno spiccano la Madonna col Bambino e santo Stefano, affresco staccato del Trecento; gli affreschi di Carlo Saraceni sulla Vita della Vergine e le tele del caravaggesco francese Trophime Bigot raffiguranti la Flagellazione e la Coronazione di spine.
Il nome con cui la chiesa è nota, Aquiro, è in realtà la corruzione dell’espressione «A Cyro», nome di un personaggio che compare nei documenti altomedievali relativi all’edificio.