Breve viaggio nella storia dell'arte sulle tracce delle sirene.

Il fascino ambivalente delle figlie del mare, esseri prodigiosi e simbolici, espressione di feroci entità ancenstrali o delle più nobili aspirazioni dell'anima. 

Note ai più come carismatiche fanciulle acquatiche, protagoniste di miti e leggende di antichissima origine, le sirene appartengono ad una grande famiglia di misteriose creature dalle fattezze ibride, per metà umane e per metà animali, che per millenni hanno popolato l'immaginario degli uomini incarnandone paure o desideri.

Dalle divinità acquatiche adorate dai Sumeri (Zagan o Dagan) e nell'antico Egitto (Nun e Naunet) ai culti ancestrali della Dea Madre nell'Europa Neolitica, dagli esseri antropomorfici con la metà inferiore del corpo simile a quella di un pesce dell'olimpo indiano e del Sud Est asiatico (Matsyāṅganà e Suvannamaccha) al “pesce umano” del folklore nipponico (detto Ningyo), dal gaudente Tritone, figlio del Dio greco del mare, alle Sirene di Ulisse, metà donne e metà uccelli, il cui canto ammaliatore era per gli antichi Greci simbolo di sapienza e conoscenza, il mito di misteriosi esseri ibridi abitanti dell'acqua accomuna tutti i popoli del pianeta.

In Occidente la descrizione delle sirene come esseri malvagi e pericolosi risale al Medioevo, probabilmente originata dalla contaminazione tra la tradizione greco-romana del Mediterraneo e le leggende celtiche e nordiche arrivate insieme ai barbari invasori dell'impero. Le nuove sirene dai lunghi capelli e dalle lunghe code si radicarono saldamente nell’immaginario collettivo, assumendo nei secoli aspetti e simbologie sempre mutevoli, ma portando sempre con sé un'immancancabile carica di irresistibile carisma e inaudita bellezza.
 

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Sirene o dell'eterno incanto

Julius Hübner (1806 - 1882), Die schöne Melusine (La bella Melusina), 1844 | Nella tradizione medievale le melusine sono fate dell'acqua, con la coda di pesce o di serpente, destinate a sposare un cavaliere a condizione di non esserne mai viste nel loro vero sembiante. Infrangere il tabù della melusina, simbolo dell'autorità e della ricchezza cavalleresca, avrebbe condotto il cavaliere alla rovina e condannare la fata a restare per sempre un ibrido.
Julius Hübner (1806 - 1882), Die schöne Melusine (La bella Melusina), 1844 | Nella tradizione medievale le melusine sono fate dell'acqua, con la coda di pesce o di serpente, destinate a sposare un cavaliere a condizione di non esserne mai viste nel loro vero sembiante. Infrangere il tabù della melusina, simbolo dell'autorità e della ricchezza cavalleresca, avrebbe condotto il cavaliere alla rovina e condannare la fata a restare per sempre un ibrido.
   
 
  • William Henry Margetson (1860 - 1940), A Little Sea Maiden, Il dipinto fu probabilmente ispirato dal libro Den lille havfrue (La piccola fanciulla di mare / La Sirenetta) di Hans Christian Anderson, pubblicato per la prima volta nel 1837, che narra la storia della figlia del Re Marino che per poter sposare un principe mortale ed ottenere un'anima, vendette la sua meravigliosa voce ad una strega in cambio della trasformazione della sua coda di pesce in un paio di gambe.
  • Charles Edouard Boutibonne, Sirene giocano nel mare, 1883
  • Knut Ekwall (1843 - 1912), The Fisherman and The Siren, Olio su tela
  • Frederic Leighton, The Fisherman and the Syren, 1858 | L'artista inglese Frederic Leighton, ispirato dal poema di Goethe, rappresenta in questo straordinario dipinto la seduzione fatale di un pescatore da parte di una micidiale sirena. Nell'era vittoriana, molti artisti furono affascinati dalle creature mitiche per metà donne e per metà pesce.
  • Le Sirene e Odisseo, Stámnos attico a figure rosse rinvenuto a Vulci, V secolo a.C., Londra, British Museum | La prima apparizione delle Sirene in letteratura risale all'Odissea di Omero, che narra dell'incontro di Odisseo con le mitiche creature dal canto ammaliatore, legato all'albero della sua nave per non caderne preda. Per gli antichi Greci il canto delle Sirene, raffigurate al tempo come esseri ornitomorfi, simboleggiava sapienza e conoscenza.
  • Rilievo sumero raffigurante Zagan, Dio dell’abbondanza e della fertilità, Circa III millennio a.C., Parigi, Louvre | Il mito di misteriosi esseri ibridi abitanti delle acque accomuna tutti i popoli del pianeta, il divino uomo-pesce dei Sumeri, Dagan o Oannes, in ebraico Dagon, adorato dai Fenici, divenne il leggendario Poseidone dei Greci e dei Romani
  • Targa con Sirena bicaudata, Palazzetto in Via dei Rossi, Siena | foto: Sailko (Opera propria) via Wikimedia Creative Commons | La sirena a due code di epoca medievale scolpita in moltissimi luoghi di culto e non solo, risale ad una simbologia millenaria legata all'antichissimo Culto della Dea Madre diffuso nell’Europa Neolitica oltre che ai più recenti culti di alcune divinità egizie come Api e Bastet.
  • Illustrazione di anonimo, 1805, Waseda University Theatre Museum | Rappresentazione di un enorme Ningyo che sarebbe stato catturato nella Baia di Toyama e che secondo il testo di accompagnamento avrebbe misurato ben 10.6 metri di lunghezza.
  • Suvannamaccha, figlia di Tosakanth, citata nelle versioni cambogiane e tailandesi dell'opera epica orientale Ramayana, che racconta le vicende della guerra tra Rama e Ravana con il suo esercito di scimmie, Ramakien Mural, Wat Phra Sri Rattana Satsadaram, Bangkok | Foto: Photo Dharma from Sadao, Thailand
  • Concerto acquatico (Nettuno colpisce una roccia con il suo tridente trasformandola in un cavallo), Miniatura tratta dal Livre des échecs amoureux moralisés, XV secolo, Parigi, Bibliothèque Nationale de France
  • Julius Hübner (1806 - 1882), Die schöne Melusine (La bella Melusina), 1844 | Nella tradizione medievale le melusine sono fate dell'acqua, con la coda di pesce o di serpente, destinate a sposare un cavaliere a condizione di non esserne mai viste nel loro vero sembiante. Infrangere il tabù della melusina, simbolo dell'autorità e della ricchezza cavalleresca, avrebbe condotto il cavaliere alla rovina e condannare la fata a restare per sempre un ibrido.
  • Gustav Wertheimer (1847 - 1902), Il bacio della Sirena, 1882, Indianapolis Museum of Art
  • Edward Armitage (1817 - 1896), The Siren, 1888, Olio su tela, Leeds Art Gallery
  • Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932), La Sirena, 1893 circa, Olio su tela, 58 x 129 cm, Torino, GAM - Galleria d'arte moderna e contemporanea
  • Max Klinger (1857 - 1920), Il bacio della sirena, 1895
  • John W. Waterhouse, Sirena, 1900, Olio su tela, Londra, Royal Academy of Arts
  • Charles Haslewood Shannon RA (1863 - 1937), Il pescatore e la sirena, 1901-1903
  • Herbert James Draper (1863 - 1920), Ulisse e le Sirene, 1909 circa, Olio su tela, 177 x 213.5 cm, Kingston upon Hull, Ferens Art Gallery | Nell'immaginario ottocentesco le antiche Sirene dei Greci avevano ormai da tempo assunto le caratteristiche sembianze di bellissime fanciulle abitanti del mare, il cui canto irresistibile costituiva per gli uomini un fatale richiamo erotico.
  • John Collier (1850 - 1934), The Land Baby, 1909, Olio su tela, Londra, Royal Academy | Nel dipinto di John Collier, genero del discepolo britannico di Darwin, Thomas Huxley, in cui una sirena osserva con stupore una bambina nuda sulla spiaggia avvicinarsi all'acqua, si intravvede un singolare connubio tra fiaba e teorie evoluzionistiche.
  • La Sirenetta ed il principe, Illustrazione di Bertall (1820-1882)
  • La statua della Sirenetta si Edvard Eriksen,1913, Bronzo, H 125 cm, Ingresso del porto di Copenaghen | Foto: TripNotice.com via Flickr | Tra i simboli più famosi nel mondo della città di Copenaghenla statua di Edvard Eriksen raffigura la protagonista di una della celeberrima fiaba omonima di Hans Christian Andersen
   

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