Yaroslav Gamolko intitolata. Pop Revolution / Carlo D’Orta intitolata. Architextures e paesaggi surreali

Carlo D'Orta, Venezia Cannaregio 5, cm. 53x60

 

Dal 16 Aprile 2022 al 29 Aprile 2022

Venezia

Luogo: Vi.P. Gallery Venezia

Indirizzo: Rio Terà de la Carità, Dorsoduro 1046

Orari: dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 18,30; sabato dalle 15 alle 19; domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18. Altri giorni e orari su appuntamento

E-Mail info: galleria.zamenhof@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.zamenhofart.it


Entra nel vivo sabato 16 aprile 2022 la stagione primavera-estate della Vi.P. Gallery Venezia - Galleria ItinerArte, Rio Terà della Carità – Dorsoduro 1046 (accanto alle Gallerie dell’Accademia) con una doppia inaugurazione, dalle h16 alle h18: nei due spazi attigui che compongono la galleria sarà presentata la mostra di pittura del giovane artista di origini bielorusse Yaroslav Gamolko intitolata “Pop Revolution” (una dozzina di opere d’ispirazione pop), nella Sala Campiello, e la mostra del fotografo romano Carlo D’Orta intitolata “Architextures e paesaggi surreali”, che vede in esposizione una carrellata di oltre venti foto di medie e grandi dimensioni dedicate a Venezia e ad altre città, tra geometrie e visioni surrealiste, nello Spazio Rio Terà. 
Presenterà le due mostre il curatore e direttore artistico della galleria Virgilio Patarini. Saranno presenti gli artisti. Seguirà rinfresco.
 
Yaroslav Gamolko, nato a Krupki (Bielorussia) nel1995, laureato il 26 maggio 2020 in Progettazione Artistica per l’Impresa, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, vive tra l'Italia e la Bielorussia.
Artista versatile, egli si ispira alla Pop Art e alle avanguardie degli anni 20, è solito ad utilizzare svariati supporti, passando dal cartone al plexiglass, dal sughero alla tela, dai metalli al marmo. Adotta diverse tecniche pittoriche come lo spray paint, l’acrilico, l’olio, resine e l’illuminazione RGB, che gli permettono di realizzare opere di vario genere ed effetto rendendo ogni sua opera unica.  
Dal 2014 ad oggi collabora con molteplici artisti sia italiani che russi, ispirandosi al mondo femminile, sua principale fonte di ispirazione.  
Ad oggi ha eseguito diverse collaborazioni tra cui Alfa Romeo (2018), Belarus Fashion Week (2018), Macpresse (2017), Shu Vari Da (2017), Italian Fitness (2020) , Arredamenti Lupo (dal 2018), La Rubia Tex Mex (2020), Giangol (2021), Tutto Bene Restaurant (2021), Alma 66 (2022) e altre.
Espone in diverse mostre collettive e personali tra Venezia, Milano, Pavia, Roma, Vitebsk e Minsk.
Tra le principali mostre personali ricordiamo: nel 2021 presso lo Spazio Liquido di Venezia-Belarus Pavillon la mostra intitolata “Covid Prison 19-21”; nel 2020 a Villa Recagni, Pavia, “Pop Art Capsule”; nel 2018 “La Vita è troppo breve per essere trascurata”, Art Prastora Centro di Arte Contemporanea, Vitebsk. Tra le molte collettive segnaliamo: nel 2022 “Grand’angolo” al Broletto a Pavia; nel 2021 “Rebirth”, Just Cavalli, Milano; nel 2019 “L’Arte si mostra”, Palazzo Ferrajoli, Roma; nel 2018 “Salone d’Ottobre” Palaz Mastaztv, Minsk.
 
Carlo D’Orta (Firenze, 1955), viaggiatore e fotografo da oltre 40 anni, negli anni 2002-2012 si dedica allo studio dell’arte contemporanea e frequenta corsi avanzati di pittura nell’ambito della Rome University of Fine Arts (RUFA) e un master in fotografia all’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano. La sua visione fotografica subisce una completa trasformazione. Abbandona l’approccio documentario e cerca scatti tendenti verso l’astrazione, o venati da una visione metafisico/surrealista. La sensibilità cromatica maturata anche durante il percorso formativo dà alle sue fotografie una forte caratterizzazione pittorica, frutto talvolta anche di limitati interventi in post-produzione su luci e colori.
Il tema principale della sua ricerca è l’architettura. Dedica però ricerche specifiche anche a paesaggio, danza e ritratto.
Al centro della sua ricerca sull’architettura sono le serie BiocitiesGeometrie Still Life e Vibrazioni.
In Biocities, dedicata alle architetture contemporanee, l’occhio dell’artista cerca geometrie astratte e rigore delle forme. L’obiettivo fotografico si concentra su particolari architettonici, sulla compressione delle prospettive, su relazioni tra strutture distinte. In questo modo di guardare è forte la reminiscenza di movimenti artistici come cubismo, neoplasticismo, costruttivismo, color fields, arte concreta, e di maestri come Mondrian, Malevic, El Lissitky, Rotchko, Peter Halley e altri.
Anche la serie Vibrazioni è rivolta alla ricerca dell’astrazione nelle architetture, ma in un modo diverso. Qui l’attenzione va, infatti, al “mondo parallelo” dei riflessi prodotti dalle vetrate dei grattacieli contemporanei. Queste vetrate riflettono il mondo circostante, ma deformandone le immagini e imprimendo ad esse un senso di movimento e velocità. In queste fotografie è forte l’influsso della visione artistica del Futurismo di Balla, Boccioni e Severini.
E’ invece il surrealismo di Gaudì, Chagal, Magritte e altri la fonte di ispirazione della diversa serie - anch’essa dedicata alle architetture e basata sulle deformazioni prodotte dai riflessi di superfici specchianti - intitolata Paesaggi Surreali”.
Alla danza Carlo D’Orta si avvicina in occasione della sua esperienza di componente, nel triennio 2012-2015, del Consiglio di Amministrazione dell’Accademia Nazionale di Danza. Nasce qui la serie fotografica Liquidance.
Ancora una volta, però, le fotografie che non si limitano a documentare, ma si concentrano su particolari decontestualizzati, oppure sulle ombre dei danzatori, o ancora sulle vibrazioni del movimento.
Dal 2009 ha esposto i suoi lavori in numerose mostre personali presso gallerie private e istituzioni e gallerie pubbliche in Italia, Germania, Singapore e altri paesi. Nel 2013 ha tenuto la sua prima mostra museale personale (Biologia dell’Inorganico) nel Museo di arte contemporanea Palazzo Collicola di Spoleto (Perugia, Italia). Nel 2015 l’Officina delle Zattere di Venezia ha ospitato, accanto al Padiglione del Guatemala alla Biennale d’Arte, la sua mostra personale Beyond the Lens, poi portata anche nel Tempio di Pomona a Salerno. Nel 2017 il National Museum di Singapore ha ospitato una sua mostra personale dedicata alla serie Vibrazioni, poi portata nella Galleria Bruno Art Group di Singapore. Nel 2018 il museo dell'Archivio Centrale dello Stato ha ospitato la sua mostra 80 anni di Eur. Visioni differenti, dedicata ad 80 anni di architetture del quartiere EUR di Roma.
Ha vinto o è stato finalista/selezionato in numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui 3° Biennale Arte di Genova, Sony World Photography Award, Celeste Prize, Premio Rospigliosi, Satura International Contest, Malamegi Vision Art Contest, Premio Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano (come foto-designer), Premio Enegan Art e altri.
Sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche tra cui Museo di AC Palazzo Collicola (Spoleto), Museo dell'Archivio Centrale dello Stati (Roma), Palazzo di Giustizia di Milano-Ordine degli Avvocati, Centro Congressi della Banca d’Italia a Roma, Camera Deputati, LUISS Guido Carli, Architektenkammer Baden-Wurttemberg, Istituto Italiano di Cultura e Consolato Generale d’Italia a New York, Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano, e altre.
Negli anni 2015-2017, inoltre, i suoi progetti “(S)Composizioni-Metafora della Vita”, “Vibrazioni”, “Liquidance” e “Eur 42/Oggi: Visioni differenti”, sono stati selezionati per entrare a far parte dell’Archivio del Fondo Malerba Fotografia, prestigiosa istituzione dedicata alla promozione della fotografia a livello nazionale e internazionale.
Interviste e articoli sulla sua arte sono stati pubblicati dai principali quotidiani italiani Corriere della Sera e La Repubblica (2018), e dalle riviste Art&Law (2018), InsideArt (2017), Artisti in Campo (2017), Freccia di Trenitalia (2016), Aperitivo Illustrato (2015), AdToday (2014), Artitude (2011) e in numerose riviste online.

Lunedì 25 aprile 2022 dalle 16 alle 18 avrà luogo un fuori programma di grande attualità: il giovane pittore bielorusso darà vita ad una performance di denuncia politica dipingendo su una grande superficie circolare una gigantesca “Maschera di Putin”. 
Il giovane artista dissidente non è nuovo ad analoghe clamorose iniziative di protesta e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica internazionale. Nell’agosto del 2020 salì all’onore delle cronache con una performance pittorica in Piazza Duomo a Milano per protestare contro le elezioni farsa svoltesi nel suo paese natale e contro la mancanza di democrazia in Bielorussia e in Russia. Lo scorso anno presentò in una mostra personale proprio a Venezia una serie di opere dedicate alla “Prigionia della Pandemia” e alla disinformazione dilagante, e più recentemente ha eseguito un’enorme quadro per protestare contro la guerra in Ucraina e ha messo all’asta l’opera per raccogliere fondi a favore dei profughi in fuga da quella terra martoriata.
 Ora il giovane artista affronta alla sua maniera uno dei temi di più stretta attualità, poiché mezzo mondo in queste settimane si interroga non solo sulle ragioni del conflitto scoppiato in Europa, ma anche e forse soprattutto sulla personalità che questa guerra ha scatenato: chi è Putin? Chi o cosa si nasconde o si rivela dietro o attraverso la sua “maschera pubblica”? È il nuovo Adolf Hitler? Il nuovo Stalin? Un nuovo “piccolo padre”? Uno Zar? Un folle sanguinario? Un cinico calcolatore? O cos’altro?
Per l’occasione, oltre alla performance, l’intera mostra sarà riallestita e dedicata alle “maschere di Putin”: i molti ritratti femminili esposti per la mostra “Pop Revolution” saranno sostituiti da una serie di ritratti di Putin, sempre di stile Pop, che Yaroslav aveva a suo tempo dipinto ed esposto per denunciare gli orrori della guerra in Siria e che ora tornano di straordinaria, drammatica attualità.
 


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