Time, Forward!
![<em>Redundant particle detector</em>, <em>OPAL Experiment</em>, CERN,Dal lavoro di Haroon Mirza <em id="tinymce" class="mceContentBody " dir="ltr">Beyond the Wave Epoch</em> (2018) | © hrm199 | Foto: David Bebber<br /> <em>Redundant particle detector</em>, <em>OPAL Experiment</em>, CERN,Dal lavoro di Haroon Mirza <em id="tinymce" class="mceContentBody " dir="ltr">Beyond the Wave Epoch</em> (2018) | © hrm199 | Foto: David Bebber<br />](http://www.arte.it/foto/600x450/f0/90695-HAROON_MIRZA_DB-Cern_1200-1.jpg)
Redundant particle detector, OPAL Experiment, CERN,Dal lavoro di Haroon Mirza Beyond the Wave Epoch (2018) | © hrm199 | Foto: David Bebber
Dal 11 Maggio 2019 al 20 Ottobre 2019
Venezia
Luogo: V–A–C Zattere
Indirizzo: Dorsoduro 1401
Orari: Gio - Mar 11 - 19 | Mer chiuso
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 041 0996840
E-Mail info: v-a-c@www.v-a-c.ru
Sito ufficiale: http://www.v-a-c.ru
Time, Forward!, un nuovo progetto di Omar Kholeif, Maria Kramar e V–A–C, si interroga sul concetto di tempo, sulla sua funzione e sul suo legame con le nuove forme di consapevolezza, azione e visione del XXI secolo. Il titolo è anche un rimando ironico al rivoluzionario slogan sovietico del XX secolo. Time, Forward! diventò un romanzo, un film e un brano musicale famosi, ampiamente utilizzati per decenni e ancora oggi molto conosciuti in Russia. Se in origine l’espressione proponeva una visione ottimistica e progressista dell’accelerazione, la mostra si pone in modo più critico rispetto alla celebrazione della velocità e della compressione del tempo nell’epoca digitale.
Time, Forward! presenta nuove opere commissionate ad artisti internazionali, emergenti e affermati, che si sono incontrati a Venezia agli albori del progetto per parlare della propria concezione del tempo, e della rapidità e della portata del turnover di conoscenze che avviene nel mondo contemporaneo, rapportandosi alle posizioni e alle idee dei colleghi. Se le nostre esistenze sono inondate da immagini, tweet e informazioni più o meno veritiere, è possibile adottare strumenti o posizioni di resistenza che ci aiutino a migliorare le nostre condizioni di vita?
La mostra, che occupa l’intero spazio di V–A–C Zattere, presenta nuove opere che analizzano la tematica proposta da diverse prospettive: Foreword to the Arabic Edition I and II di Walid Raad propone uno scorcio sulla riflessione sui musei del futuro; To Live And Think Like Pigs, un nuovo video monocanale di James Richards, si muove tra l’erotico, lo scientifico e il meccanico per mettere a fuoco i rapporti che intratteniamo con la tecnologia; Inside Aggregate States of Matters, un film di fantascienza di Rosa Barba, cerca modalità di connessione tra paesaggio e memoria; Joana Hadjithomas e Khalil Joreige riflettono sulla condizione in cui versa la Terra nel progetto composito Unconformities; Alexandra Sukhareva, con la partecipazione della poetessa Eugenia Suslova, studia il vetro e il suo decadimento nell’opera Ligeia; Anthropocene Markers di Daria Irincheeva esplora l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi terrestri; Kirill Savchenkov valuta gli effetti psicologici che i media odierni possono avere su di noi nell’installazione sonoro-scultorea Then a Kiss is not a Kiss; l’installazione multimediale Beyond the Wave Epoch di Haroon Mirza immagina un futuro in cui la scienza ha subìto un’accelerazione che va oltre le nostre fantasie più sfrenate; Trevor Paglen illustra e mette in discussione i metodi e i materiali dell’apprendimento automatico con l’opera From Apple to Kleptomaniac; Adam Linder presenta She Clockwork, un’esperienza psicofisica che sfrutta performance e oggetti per esplorare una struttura temporale basata sul linguaggio; l’installazione interattiva Call to Action di Valentin Fetisov paragona il clickbait e le tecniche del marketing digitale a teorie psicologiche più tradizionali; con Where Dogs Run ci immergiamo in un’esplorazione architettonica dei paesaggi urbani algoritmici grazie all’installazione Zero City; Untitled (AD 2019) di Aleksandra Domanović formula ipotesi sui concetti di viaggio nel tempo e immortalità; Christopher Kulendran Thomas, in collaborazione con la curatrice Annika Kuhlmann, presenta Being Human, un’installazione multimediale che esplora il futuro dei diritti umani, i legami tra creatività, sovranità e tecnologia in un mondo in cui l’apprendimento automatico potrebbe influenzare nuove forme di governo.
Time, Forward! sarà completata da un ampio Programma pubblico con la partecipazione di Emilio Fantin, Silvia Federici, Adelita Husni-Bey, M¥SS KETA, Diego Marcon, Paolo Patelli, Alessandro Pomarico / Free Home University, Michele Rizzo, Davide Sisto, Strasse, Ines Testoni, The Feminist De-Colonial Collective + The Provisory Anti Fascist Committee of Venice, Barbara Toma e ∞OS.
Time, Forward! verrà accompagnata da una pubblicazione, che sarà disponibile durante l’inaugurazione. Accanto agli interventi di Eugenia Suslova, Omar Kholeif, Yoel Regev, Ben Eastham, Orit Gat, Paul Soulellis, Mathew Dryhurst, Francis Tseng e Alexei Penzin, ogni artista avrà a disposizione diverse pagine; i partecipanti sono stati infatti invitati a fornire schizzi delle nuove opere proposte, immagini di opere precedenti o utili alla comprensione del contesto, o ancora dei riferimenti.
Artisti: Rosa Barba, Aleksandra Domanović, Valentin Fetisov, Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, Daria Irincheeva, Alexandra Sukhareva, Christopher Kulendran Thomas in collaborazione con Annika Kuhlmann, Adam Linder, Haroon Mirza, Trevor Paglen, Walid Raad, James Richards, Kirill Savchenkov, Where Dogs Run.
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rosa barba ·
haroon mirza ·
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joana hadjithomas e khalil joreige ·
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daria irincheeva ·
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christopher kulendran thomas in collaborazione con annika kuhlmann ·
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where dogs run ·
v a c zattere
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