SpostaMenti
Dal 09 Giugno 2023 al 09 Luglio 2023
Venezia
Luogo: Galleria Alice Schanzer
Indirizzo: Campo Santa Margherita - Dorsoduro 3061
Orari: Martedi Domenica 10.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30. Per appuntamento: 347 70 30 568
Curatori: Silvia Previti
La mostra SpostaMenti è la nuova esposizione della Galleria Alice Schanzer di Venezia che inaugurerà venerdì 9 giugno e sarà visitabile fino al 9 luglio 2023.
L’esposizione, a cura di Silvia Previti, vede protagonisti gli otto artisti che hanno già esposto nel dicembre 2022 nella galleria gemella di Sutri: Giacinto Cerone, Angelo Colagrossi, Antonio De Pietro, Mario Giancola, Pierluigi Isola, Mauro Magni, Alberto Parres, Silvio Pasqualini.
Le due gallerie di Venezia e Sutri (VT), intitolate alla poetessa e critica letteraria Alice Schanzer (1873-1936), si propongono come spazi dove promuovere parallelamente artisti che abbraccino i parametri etici, culturali e spirituali dell'Arte, in sintonia con la visione umanista del luogo.
SpostaMenti vuole essere quindi la mostra che suggella non solo formalmente, ma anche attivamente, il gemellaggio con la galleria di Sutri e i relativi progetti espositivi che vedono protagonisti gli artisti considerati aderenti alla filosofia del metodo.
Nel dicembre 2022 con la mostra finitoINfinito ha preso il via il progetto espositivo di Silvio Pasqualini con il quale ha sottolineato, come in una sorta di manifesto, il suo messaggio: respingere la gestione attuale delle pratiche espositive e ritornare a far esporre gli artisti attraverso accordi taciti ma intrisi di verità, in cui i Maestri accompagnano nelle gallerie altri artisti stimati, facendo valere i rapporti come unici ed autentici contratti basati sul rispetto, sulla considerazione e apprezzamento.
Le mostre, quindi, sono il risultato di un metodo che porta una serie di visioni raggruppate secondo una commistione alchemica, senza nessuna casualità e dove, grazie alla stima e alla concatenazione di rapporti, si innescano nuovi stimoli, poetiche del presente e del passato, in un circolo che si fa metodologicamente replicabile all’infinito.
Gli otto protagonisti di finitoINfinito dunque, si spostano ora a Venezia per generare ulteriori contatti umani e cortocircuiti artistici.
Dal testo critico di Silvia Previti, una panoramica sugli artisti:
Silvio Pasqualini è colui che dà la spinta propulsiva al progetto, il regista che ha dato vita a questa catena di rapporti grazie alla trasmissione di un sistema valoriale che fa da fondamento e che ne giustifica tutto il processo.
È presente in questa mostra con I fiori della rivoluzione, opera recente e simbolica che trasmette un messaggio che guarda al presente e al futuro, con un linguaggio sempre riconoscibile ma che in questo lavoro si rinnova con colori sgargianti e ipnotici. Opera che è la sintesi dell’excursus pittorico dell’autore, in anni in cui si è sempre sperimentato senza mai abbandonare quel “trasporto culturale e spirituale millenario” che lo accompagna.
Pasqualini ha inserito in questa mostra un’opera pittorica di Giacinto Cerone, autore che in primis è stato grande amico stimato, uomo geniale, di forte e profondo spessore artistico.
Cerone, che ha lavorato nella sua carriera soprattutto con la forma scultorea, in questo caso è presente a Sutri con un lavoro su carta, destinato sin dal principio a Silvio Pasqualini. L’opera racchiude nei segni tutta l’enigmaticità e la potenza del pensiero di un autore mancato precocemente ma del quale molto ancora vi è da indagare. Insieme a questa, un ricordo di Franco Scataglini, poeta anconetano, amico stimato per entrambi e complice di molti ricordi di vita romana e discussioni sull’arte, sull’estetica ed in generale sulla vita.
Gli incontri, come i segni del destino, sono cibo per chi vive con intensità il quotidiano: Silvio Pasqualini non si è fatto sfuggire il momento in cui un giorno, Mario Giancola, gli fece vedere un’opera di Cerone, vista da sempre nel suo studio. Un indizio mandato dal destino, un segnale che andava colto in questo flusso fertile di contatti, che ha fatto sì che Pasqualini, per questa ragione insieme alla stima, abbia invitato a questa mostra proprio Mario Giancola, artefice inconsapevole di un messaggio e ora, di un nuovo sodalizio.
Mario Giancola, artista autodidatta, presenta una scultura in ferro dal titolo Arcano, ricavata da antichi cerchi di botte, come reperti rurali che, decontestualizzati, hanno forma propria ed eleganza intrinseca.
Antonio De Pietro, esposto per primo nella galleria Schanzer di Sutri, è presente anche in questa cerchia proprio per quel legame di scambio e reciprocità di cui si parlava in principio. Pittore lirico, si rifà nelle sue creazioni ad una pittura materica, arricchita dall’utilizzo di materiali come ferro e chiodi, per ricondursi al tema della storia e del ricordo. In Lettere d’amore l’indagine sul senso del tempo e sulla sua inafferrabilità è evidente, con una lavorazione a tecnica mista che è ricca, densa ma al tempo stesso chiara ed esplicita.
Altro autore fortemente voluto ed invitato in mostra da Silvio Pasqualini è Alberto Parres.
Pittore puro, ha esplorato il pop fino a giungere a toni più arcaici, portando avanti sempre una personale ritualità fino ad oggi, in cui attraversa una nuova fase esplorativa con i lavori sul bianco. Con l’opera White dreams, Parres indaga e si lascia attrarre dal bianco come somma di tutti i colori dello spettro visibile, figurando la luminosità e cercando di afferrarla per portarla in pittura, con un’operazione poetica sottile e raffinata.
Dettaglio non trascurabile: Alberto Parres in vita sua ha sempre fatto il pittore. “Come si fa a non stimare una persona che ha sempre fatto il pittore?” afferma Pasqualini nel presentarlo. È questo il senso del metodo, è il rispetto per i maestri, una gentilezza d’altri tempi per i signori della vita: gli artisti.
Torna il tema della memoria e della storia con le opere di Mauro Magni, autore a cui interessano le indagini dei luoghi della natura, dove il passaggio del tempo e dell’uomo hanno lasciato il segno.
Artista che lavora sì con la pittura ma anche con scultura, ceramica ed installazioni, in questa mostra espone Dialogo per la luce, dove con la tecnica mista, stratifica colore, segno e parole, facendosi portavoce di messaggi antichi rivolti ad un presente dove la modernità è smarrita dal caos e dalla frenesia. Mauro Magni ha anche avuto un ruolo centrale all’interno della metodologia per la realizzazione di questa mostra: è colui che fa da tramite, che suggerisce ed invita altri due artisti ad esporre in questa sorta di cenacolo contemporaneo: Angelo Colagrossi e Pierluigi Isola.
Angelo Colagrossi in Belle sagome racconta di due profili di donne delineate con un azzurro celestiale, quasi spirituale nella sua intensità. Come lui stesso dichiara, la sua struttura linguistica è aperta per consentire la continua ricerca del senso delle cose e della forma. Forma che implica nella sua visione necessariamente la provvisorietà, determinata dal continuo evolversi nel tempo e nello spazio.
Pierluigi Isola con la sua opera, porta in mostra l’armonia e la continuità con una tradizione pittorica che è plasmata nel presente. Tramonto a Creta, realizzata olio su tavola, appartiene ad una serie riguardante la tematica della memoria dei luoghi, del racconto e del mito. Con una delicatezza cromatica e grazie alla sua dominazione della tecnica pittorica, Isola narra con i suoi paesaggi un mondo interiore oscuro e labirintico, in un continuo dialogo che si tramuta in immagine attraverso la composizione fantastica delle vedute.
Sempre dal testo di Silvia Previti:
Sutri è stata un punto di raccolta per coloro che vivono la domanda, Venezia il punto dove la domanda si replicherà come un amplificatore: sulla scia del pensiero di Rilke, la mostra è concepita come l’incontro di chi è capace di vivere le frequenze che ci attraversano e, soprattutto, di chi è capace di coglierle ed accoglierle, fare proprio il loro messaggio per poi correre sicuri e spediti.
Un’oasi che è iniziata con pochi ma fidati artisti, che vivrà grazie alla cura di chi continuerà a replicare questo metodo, in un concerto di menti che partecipano con fiducia ed entusiasmo agli spostamenti.
L’esposizione, a cura di Silvia Previti, vede protagonisti gli otto artisti che hanno già esposto nel dicembre 2022 nella galleria gemella di Sutri: Giacinto Cerone, Angelo Colagrossi, Antonio De Pietro, Mario Giancola, Pierluigi Isola, Mauro Magni, Alberto Parres, Silvio Pasqualini.
Le due gallerie di Venezia e Sutri (VT), intitolate alla poetessa e critica letteraria Alice Schanzer (1873-1936), si propongono come spazi dove promuovere parallelamente artisti che abbraccino i parametri etici, culturali e spirituali dell'Arte, in sintonia con la visione umanista del luogo.
SpostaMenti vuole essere quindi la mostra che suggella non solo formalmente, ma anche attivamente, il gemellaggio con la galleria di Sutri e i relativi progetti espositivi che vedono protagonisti gli artisti considerati aderenti alla filosofia del metodo.
Nel dicembre 2022 con la mostra finitoINfinito ha preso il via il progetto espositivo di Silvio Pasqualini con il quale ha sottolineato, come in una sorta di manifesto, il suo messaggio: respingere la gestione attuale delle pratiche espositive e ritornare a far esporre gli artisti attraverso accordi taciti ma intrisi di verità, in cui i Maestri accompagnano nelle gallerie altri artisti stimati, facendo valere i rapporti come unici ed autentici contratti basati sul rispetto, sulla considerazione e apprezzamento.
Le mostre, quindi, sono il risultato di un metodo che porta una serie di visioni raggruppate secondo una commistione alchemica, senza nessuna casualità e dove, grazie alla stima e alla concatenazione di rapporti, si innescano nuovi stimoli, poetiche del presente e del passato, in un circolo che si fa metodologicamente replicabile all’infinito.
Gli otto protagonisti di finitoINfinito dunque, si spostano ora a Venezia per generare ulteriori contatti umani e cortocircuiti artistici.
Dal testo critico di Silvia Previti, una panoramica sugli artisti:
Silvio Pasqualini è colui che dà la spinta propulsiva al progetto, il regista che ha dato vita a questa catena di rapporti grazie alla trasmissione di un sistema valoriale che fa da fondamento e che ne giustifica tutto il processo.
È presente in questa mostra con I fiori della rivoluzione, opera recente e simbolica che trasmette un messaggio che guarda al presente e al futuro, con un linguaggio sempre riconoscibile ma che in questo lavoro si rinnova con colori sgargianti e ipnotici. Opera che è la sintesi dell’excursus pittorico dell’autore, in anni in cui si è sempre sperimentato senza mai abbandonare quel “trasporto culturale e spirituale millenario” che lo accompagna.
Pasqualini ha inserito in questa mostra un’opera pittorica di Giacinto Cerone, autore che in primis è stato grande amico stimato, uomo geniale, di forte e profondo spessore artistico.
Cerone, che ha lavorato nella sua carriera soprattutto con la forma scultorea, in questo caso è presente a Sutri con un lavoro su carta, destinato sin dal principio a Silvio Pasqualini. L’opera racchiude nei segni tutta l’enigmaticità e la potenza del pensiero di un autore mancato precocemente ma del quale molto ancora vi è da indagare. Insieme a questa, un ricordo di Franco Scataglini, poeta anconetano, amico stimato per entrambi e complice di molti ricordi di vita romana e discussioni sull’arte, sull’estetica ed in generale sulla vita.
Gli incontri, come i segni del destino, sono cibo per chi vive con intensità il quotidiano: Silvio Pasqualini non si è fatto sfuggire il momento in cui un giorno, Mario Giancola, gli fece vedere un’opera di Cerone, vista da sempre nel suo studio. Un indizio mandato dal destino, un segnale che andava colto in questo flusso fertile di contatti, che ha fatto sì che Pasqualini, per questa ragione insieme alla stima, abbia invitato a questa mostra proprio Mario Giancola, artefice inconsapevole di un messaggio e ora, di un nuovo sodalizio.
Mario Giancola, artista autodidatta, presenta una scultura in ferro dal titolo Arcano, ricavata da antichi cerchi di botte, come reperti rurali che, decontestualizzati, hanno forma propria ed eleganza intrinseca.
Antonio De Pietro, esposto per primo nella galleria Schanzer di Sutri, è presente anche in questa cerchia proprio per quel legame di scambio e reciprocità di cui si parlava in principio. Pittore lirico, si rifà nelle sue creazioni ad una pittura materica, arricchita dall’utilizzo di materiali come ferro e chiodi, per ricondursi al tema della storia e del ricordo. In Lettere d’amore l’indagine sul senso del tempo e sulla sua inafferrabilità è evidente, con una lavorazione a tecnica mista che è ricca, densa ma al tempo stesso chiara ed esplicita.
Altro autore fortemente voluto ed invitato in mostra da Silvio Pasqualini è Alberto Parres.
Pittore puro, ha esplorato il pop fino a giungere a toni più arcaici, portando avanti sempre una personale ritualità fino ad oggi, in cui attraversa una nuova fase esplorativa con i lavori sul bianco. Con l’opera White dreams, Parres indaga e si lascia attrarre dal bianco come somma di tutti i colori dello spettro visibile, figurando la luminosità e cercando di afferrarla per portarla in pittura, con un’operazione poetica sottile e raffinata.
Dettaglio non trascurabile: Alberto Parres in vita sua ha sempre fatto il pittore. “Come si fa a non stimare una persona che ha sempre fatto il pittore?” afferma Pasqualini nel presentarlo. È questo il senso del metodo, è il rispetto per i maestri, una gentilezza d’altri tempi per i signori della vita: gli artisti.
Torna il tema della memoria e della storia con le opere di Mauro Magni, autore a cui interessano le indagini dei luoghi della natura, dove il passaggio del tempo e dell’uomo hanno lasciato il segno.
Artista che lavora sì con la pittura ma anche con scultura, ceramica ed installazioni, in questa mostra espone Dialogo per la luce, dove con la tecnica mista, stratifica colore, segno e parole, facendosi portavoce di messaggi antichi rivolti ad un presente dove la modernità è smarrita dal caos e dalla frenesia. Mauro Magni ha anche avuto un ruolo centrale all’interno della metodologia per la realizzazione di questa mostra: è colui che fa da tramite, che suggerisce ed invita altri due artisti ad esporre in questa sorta di cenacolo contemporaneo: Angelo Colagrossi e Pierluigi Isola.
Angelo Colagrossi in Belle sagome racconta di due profili di donne delineate con un azzurro celestiale, quasi spirituale nella sua intensità. Come lui stesso dichiara, la sua struttura linguistica è aperta per consentire la continua ricerca del senso delle cose e della forma. Forma che implica nella sua visione necessariamente la provvisorietà, determinata dal continuo evolversi nel tempo e nello spazio.
Pierluigi Isola con la sua opera, porta in mostra l’armonia e la continuità con una tradizione pittorica che è plasmata nel presente. Tramonto a Creta, realizzata olio su tavola, appartiene ad una serie riguardante la tematica della memoria dei luoghi, del racconto e del mito. Con una delicatezza cromatica e grazie alla sua dominazione della tecnica pittorica, Isola narra con i suoi paesaggi un mondo interiore oscuro e labirintico, in un continuo dialogo che si tramuta in immagine attraverso la composizione fantastica delle vedute.
Sempre dal testo di Silvia Previti:
Sutri è stata un punto di raccolta per coloro che vivono la domanda, Venezia il punto dove la domanda si replicherà come un amplificatore: sulla scia del pensiero di Rilke, la mostra è concepita come l’incontro di chi è capace di vivere le frequenze che ci attraversano e, soprattutto, di chi è capace di coglierle ed accoglierle, fare proprio il loro messaggio per poi correre sicuri e spediti.
Un’oasi che è iniziata con pochi ma fidati artisti, che vivrà grazie alla cura di chi continuerà a replicare questo metodo, in un concerto di menti che partecipano con fiducia ed entusiasmo agli spostamenti.
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