Rossella Tramet. Fils Rouges
Dal 06 Maggio 2023 al 02 Giugno 2023
Venezia
Luogo: Imagina Café
Indirizzo: Rio Terà Canal - Dorsoduro 3126
Orari: Tutti i giorni 7 - 21 | Sab 7 - 23
Curatori: Nicolas Fiedler
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: + 39 331 526 5149
E-Mail info: info@davidefederici.it
Sito ufficiale: http://www.fg-comunicazione.it
A VENEZIA LA MOSTRA FILS ROUGES
Come la pittura la fotografia. Venezia invisibile e le corrispondenze, nella messa a fuoco di Rossella Tramet
Sabato 6 maggio alle ore 18 inaugura all’Imagina Cafè di Venezia la mostra di fotografie Fils Rouges. Si tratta della prima personale di Rossella Tramet, avvocato atipico per sua stessa definizione, giunta alla fotografia in seguito allo studio della pittura all'Università Ca’ Foscari, che ha scelto per l’esposizione questo Cafè Wine Bar & Art Gallery giovane ed informale ubicato ai piedi del Ponte dei Pugni, fra Campo Santa Margherita e Campo San Barnaba, nella vivacissima zona universitaria cittadina.
Traslando il motto Ut pictura poesis che informava nel Rinascimento il paragone tra arte e letteratura, l’autrice vuol far apparire le sue foto come se fossero quadri di poesia muta. Il titolo dell’esposizione rinvia alle due anime ed interpretazioni che ne sono all’origine: il filo conduttore dell’artista concepito come "zona rossa emozionale" resa in immagini con prevalente colore rosso, quello del curatore Nicolas Fiedler che ha valorizzato le opere di messa a fuoco di particolari del paesaggio che sembrano quasi pittura astratta.
Il denominatore comune e sullo sfondo resta Venezia, Città visibile nel primo caso, invisibile nel secondo, amata e generatrice d'immaginazione.
“In un’atmosfera in cui la bellezza impone le regole della percezione, l’autrice mette in scena i diversi scenari proiettati come strumento di annotazione mentale, con un occhio in connessione tra esistenzialismo e surrealismo. Fils Rouges è una manifestazione di sinergia visiva tra una donna e una città in cui elementi della stessa e dei siti esterni vengono trasformati in riflessi astratti di quanto la città ha sottilmente indotto. È una dichiarazione d’amore per Venezia ma al contempo un modo razionale e ludico di contemplare il mondo. “I Fils rouges, sono la connessione che ci guida da un’opera all’altra stimolando una riflessione sul nostro io interiore e sulla sua rappresentazione nel mondo esterno”.
Le immagini sono connotate da uno stile pittorico che conferisce importanza alla luce e ai colori, e dalla ricorrente presenza di linee ed elementi geometrici.
Si tratta di un virtuoso connubio tra foto e dipinto che suscita meraviglia, passando da un folto banco di pesci in canale a Venezia durante la pandemia, ritratti come fossero gameti, a rosse tubazioni di una cantina del Valdobbiadene, come si trattasse di arterie che irrorano di sangue un ipotetico corpus urbis, da fili della luce paralleli con la luna al centro, come in un "pentagramma lunare", all'Emisferico di Calatrava che riflettendosi sull'acqua evoca l'occhio della mente o l'origine del mondo, alla Courbet.
C’è nelle opere di Tramet la compresenza di rigore formale e mistero metafisico: le linee parallele, come i 4 elementi, simboleggiano la vita, il tempo, l’altrove, i fili del destino cui siamo tutti legati e sospesi, come nell’immagine di locandina della mostra. “È anche una storia che riflette l'importanza di prendersi cura di ciò che è sacro, dentro e fuori - continua il curatore Nicolas Fiedler - rispettare sé stessi e il luogo a cui si appartiene”.
Come la pittura la fotografia. Venezia invisibile e le corrispondenze, nella messa a fuoco di Rossella Tramet
Sabato 6 maggio alle ore 18 inaugura all’Imagina Cafè di Venezia la mostra di fotografie Fils Rouges. Si tratta della prima personale di Rossella Tramet, avvocato atipico per sua stessa definizione, giunta alla fotografia in seguito allo studio della pittura all'Università Ca’ Foscari, che ha scelto per l’esposizione questo Cafè Wine Bar & Art Gallery giovane ed informale ubicato ai piedi del Ponte dei Pugni, fra Campo Santa Margherita e Campo San Barnaba, nella vivacissima zona universitaria cittadina.
Traslando il motto Ut pictura poesis che informava nel Rinascimento il paragone tra arte e letteratura, l’autrice vuol far apparire le sue foto come se fossero quadri di poesia muta. Il titolo dell’esposizione rinvia alle due anime ed interpretazioni che ne sono all’origine: il filo conduttore dell’artista concepito come "zona rossa emozionale" resa in immagini con prevalente colore rosso, quello del curatore Nicolas Fiedler che ha valorizzato le opere di messa a fuoco di particolari del paesaggio che sembrano quasi pittura astratta.
Il denominatore comune e sullo sfondo resta Venezia, Città visibile nel primo caso, invisibile nel secondo, amata e generatrice d'immaginazione.
“In un’atmosfera in cui la bellezza impone le regole della percezione, l’autrice mette in scena i diversi scenari proiettati come strumento di annotazione mentale, con un occhio in connessione tra esistenzialismo e surrealismo. Fils Rouges è una manifestazione di sinergia visiva tra una donna e una città in cui elementi della stessa e dei siti esterni vengono trasformati in riflessi astratti di quanto la città ha sottilmente indotto. È una dichiarazione d’amore per Venezia ma al contempo un modo razionale e ludico di contemplare il mondo. “I Fils rouges, sono la connessione che ci guida da un’opera all’altra stimolando una riflessione sul nostro io interiore e sulla sua rappresentazione nel mondo esterno”.
Le immagini sono connotate da uno stile pittorico che conferisce importanza alla luce e ai colori, e dalla ricorrente presenza di linee ed elementi geometrici.
Si tratta di un virtuoso connubio tra foto e dipinto che suscita meraviglia, passando da un folto banco di pesci in canale a Venezia durante la pandemia, ritratti come fossero gameti, a rosse tubazioni di una cantina del Valdobbiadene, come si trattasse di arterie che irrorano di sangue un ipotetico corpus urbis, da fili della luce paralleli con la luna al centro, come in un "pentagramma lunare", all'Emisferico di Calatrava che riflettendosi sull'acqua evoca l'occhio della mente o l'origine del mondo, alla Courbet.
C’è nelle opere di Tramet la compresenza di rigore formale e mistero metafisico: le linee parallele, come i 4 elementi, simboleggiano la vita, il tempo, l’altrove, i fili del destino cui siamo tutti legati e sospesi, come nell’immagine di locandina della mostra. “È anche una storia che riflette l'importanza di prendersi cura di ciò che è sacro, dentro e fuori - continua il curatore Nicolas Fiedler - rispettare sé stessi e il luogo a cui si appartiene”.
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