Romina De Novellis e Hermann Nitsch. Voyage à Naples

© Galerie Elisabeth & Klaus Thoman/Lena Kienzer | Hermann Nitsch, Schüttbild – 70. Malaktion, 2014, acrylic on jute, 300x200 cm.

 

Dal 27 Ottobre 2018 al 22 Dicembre 2018

Venezia

Luogo: Galleria Alberta Pane

Indirizzo: Calle dei Guardiani 2403/h

Orari: Martedì - Sabato 10.30-18.30 o su appuntamento

Curatori: Léa Bismuth

Telefono per informazioni: +39 041 564 848

E-Mail info: info@albertapane.com

Sito ufficiale: http://www.albertapane.com



La Galleria Alberta Pane è lieta di presentare l’esposizione Voyage à Naples, a cura di Léa Bismuth, con opere di Romina De Novellis (Napoli, 1982) e Hermann Nitsch (Vienna, 1938), due artisti che hanno trovato nell’intensa azione performativa la più piena espressione della loro arte.

La sede veneziana della galleria sarà luogo di una profonda riflessione visiva sul tema del corpo e dei suoi limiti; un’esplorazione tra le pratiche dei due artisti, in un intreccio di tensioni multiple che intendono attraversare diverse geografie italiane: da Venezia sino a Napoli, dove il vulcano e il suo immaginario collettivo giocano un ruolo sostanziale.
Il gesto, reiterato, prolungato ed estenuante nella pratica della De Novellis, rituale e dissacrante in quella di Nitsch, fa da filo conduttore in un viaggio catartico tra video, fotografie e tele, ricucendo gli ampi scarti temporali che dividono le opere dei due artisti. I due sono implicati in un’operazione d’arte totale, che mira cioè a risvegliare i sensi del visitatore, partecipe con le proprie emozioni all’opera stessa.

Hermann Nitsch trova nell’azione che provoca ribrezzo e repulsione il medium attraverso il quale portare l’uomo ad avvicinarsi ai suoi istinti e al subconscio. Tassello fondamentale all’interno del cosiddetto Azionismo viennese, Nitsch è noto per il suo Teatro delle orge e dei misteri, per la messa in scena di riti para-religiosi che mirano all’abreazione, alla liberazione cioè degli istinti umani repressi. L’arte, mezzo di intensificazione del processo di creazione, è per l’artista austriaco occasione di ascesa spirituale. La materia – sangue, colore - continuamente rigenerata nelle performance viene anche stesa sulla tela quale impronta evidente di un processo rigenerativo e catartico.

L’artista ha un legame particolare con la città di Napoli, fonte d’ispirazione per molte delle sueAktionen più significative, estreme e ritualizzate.

Nel 1974 è qui infatti che svolge, grazie al sostegno di Giuseppe Morra, la nota 45.aktion che, accompagnata da una “musica selvaggia”, eco del temperamento e dell’ardore del sud, ha portato alla sua temporanea espulsione dal territorio italiano. Napoli è oggi anche luogo di conservazione e ricerca sulla pratica dell’artista austriaco, grazie alla presenza del Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch aperto proprio da Giuseppe Morra nel 2008.

Il corpo è al centro delle performance di Romina De Novellis. In queste l’esaurimento fisico viene superato a favore di un’azione che, come una sorta di lente d’ingrandimento, vuole rendere evidenti alcuni aspetti essenziali della nostra esistenza. Questi tableaux vivants, che si manifestano attraverso una ripetizione del gesto in performance dalla lunga durata e intensità, intendono porre l’accento sul tempo. L’artista desidera condividere un momento, fosse anche solo un istante, con il pubblico: una spinta, delicata ma energica, a spostarsi in direzione di nuovi percorsi e abitudini.

Una delle sue più recenti performance, Gradiva, di cui saranno in mostra alcune fotografie, è un cammino esistenziale e liberatorio tra i resti del Parco Archeologico di Pompei, una presa di coscienza della condizione umana; un incedere rituale tra le rovine pompeiane con l’imponente Vesuvio sullo sfondo, accompagnato dai suoni della città di Napoli che si sovrappongono al cigolio di quel carro trascinato dal tramonto all’alba dall’artista stessa e sul quale poggia un calco del suo corpo.

L’esposizione sarà arricchita da una creazione letteraria della curatrice Léa Bismuth, che consisterà in un montaggio di testi; frammenti di una storia in movimento che apparirà sulle pareti della galleria. Parlando di montaggio, nel senso cinematografico del termine, si tratterà di mettere in atto una distorsione temporale e di attivare l'immaginazione. Si incontreranno alcuni personaggi, come delle ombre cinesi, dei fantômes d'inspiration, come sono stati definiti dalla curatrice: il marchese de Sade, Malcolm Lowry, Roberto Rossellini, Sigmund Freud o ancora Andy Warhol e Jonas Mekas.  

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