Letizia Battaglia. Fotografia come scelta di vita
Dal 20 Marzo 2019 al 18 Agosto 2019
Venezia
Luogo: Casa dei Tre Oci
Indirizzo: Giudecca 43
Orari: Tutti i giorni 10 - 19 | Mar chiuso | Aperture straordinarie: 1° e 21 Nov / 8 e 26 Dic / 1° e 6 Gen
Curatori: Francesca Alfano Miglietti
Enti promotori:
- Civita Tre Venezie
- Fondazione di Venezia
- con la partecipazione di Tendercapital
Costo del biglietto: Intero 12 € | Ridotto 10 € / 8 € / 6 € | Scuole 5 € | Gratuito bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, disabili e accompagnatore, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti con tesserino, guide turistiche della provincia di Venezia
Telefono per informazioni: +39 041 2412332
E-Mail info: info@treoci.org
Sito ufficiale: http://www.treoci.org
Dal 20 marzo al 18 agosto 2019, la Casa dei Tre Oci di Venezia inaugura una grande antologica di Letizia Battaglia (Palermo, 1935), una delle protagoniste più significative della fotografia italiana, che ne ripercorre l’intera carriera.
La mostra, curata da Francesca Alfano Miglietti, organizzata da Civita Tre Venezie, promossa da Fondazione di Venezia con la partecipazione di Tendercapital, presenta 300 fotografie, molte delle quali inedite, che rivelano il contesto sociale e politico nel quale sono state scattate. La scelta delle fotografie, svolta in collaborazione con l’Archivio di Letizia Battaglia, si è avvalsa inizialmente del contributo di Marta Sollima e, per la ricerca delle successive selezioni, di Maria Chiara Di Trapani.
Il percorso espositivo, ordinato tematicamente, si focalizza su quegli argomenti che hanno costruito la cifra espressiva più caratteristica di Letizia Battaglia, che l’ha portata a fare una profonda e continua critica sociale, evitando i luoghi comuni e mettendo in discussione i presupposti visivi della cultura contemporanea.
I ritratti di donne, di uomini, di animali, o di bambini, sono solo alcuni capitoli che compongono la rassegna; a questi si aggiungono quelli sulle città come Palermo, e quindi sulla politica, sulla vita, sulla morte, sull'amore e due filmati che approfondiscono la sua vicenda umana e artistica.
Quello che ne risulta è il vero ritratto di Letizia Battaglia, una intellettuale controcorrente, ma anche una fotografa poetica e politica, una donna che si è interessata di ciò che la circondava e di quello che, lontano da lei, la incuriosiva.
Come ha avuto modo di ricordare la stessa Battaglia, “La fotografia l'ho vissuta come documento, come interpretazione e come altro ancora [...]. L'ho vissuta come salvezza e come verità”.
“Io sono una persona - afferma ancora Letizia Battaglia, non sono una fotografa. Sono una persona che fotografa. La fotografia è una parte di me, ma non è la parte assoluta, anche se mi prende tantissimo tempo”.
“Quelle che il progetto della mostra si propone di esporre - ricorda Francesca Alfano Miglietti - del percorso di Letizia Battaglia, sono ‘forme d’attenzione’: qualcosa che viene prima ancora delle sue fotografie, perché Letizia Battaglia si è interrogata su tutto ciò che cadeva sotto al suo sguardo, fosse un omicidio o un bambino, uno scorcio o un raduno, una persona oppure un cielo. Guardare è stata la sua attività principale, che si è ‘materializzata’ in straordinarie immagini”.
Conosciuta soprattutto per aver documentato con le sue fotografie quello che la mafia ha rappresentato per la sua città, dagli omicidi ai lutti, dagli intrighi politici alla lotta che s’identificava con le figure di Falcone e Borsellino, nel corso della sua carriera Letizia Battaglia ha raccontato anche la vita dei poveri e le rivolte delle piazze, tenendo sempre la città come spazio privilegiato per l’osservazione della realtà, oltre che del suo paesaggio urbano.
Letizia Battaglia ‘tratta’ il suo lavoro come un manifesto, esponendo le sue convinzioni in maniera diretta, vera, poetica e colta, rivoluzionando così il ruolo della fotografia di cronaca.
Impara la tecnica direttamente ‘in strada’, e le sue immagini si distinguono da subito per il tentativo di catturare una potente emozione e quasi sempre un sentimento di ‘pietas’.
I soggetti di Letizia, scelti non affatto casualmente, hanno tracciato un percorso finalizzato a rafforzare le proprie ideologie e convinzioni in merito alla società, all’impegno politico, alle realtà emarginate, alla violenza provocata dalle guerre di potere, all’emancipazione della donna.
Molti sono i documentari che hanno indagato la sua figura di donna e di artista, il più recente dei quali è stato presentato all’edizione 2019 del Sundance Film Festival. Il film Shooting The mafia, per la regia di Kim Longinotto, racconta Letizia Battaglia, giornalista e artista, che con la sua macchina fotografica, e la propria movimentata vita, è testimone in prima persona di un periodo storico fondamentale per la Sicilia e per l’Italia tutta, quello culminato con le barbare uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori, con testi di Francesca Alfano Miglietti, Leoluca Orlando, Maria Chiara Di Trapani, Filippo La Mantia, Paolo Ventura.
Letizia Battaglia è nata a Palermo nel 1935 ed è madre di tre figlie. È tra le prime donne fotoreporter italiane. Dirige dal 1974 al 1991 il team fotografico del quotidiano comunista del pomeriggio “L’ORA” di Palermo e fonda l’agenzia “Informazione Fotografica”. Le sue immagini raccontano con passione militante i sanguinosi anni delle guerre di mafia siciliana. In un bianco e nero denso di contrasti, il suo archivio si compone di foto struggenti nella perfezione della loro composizione. Crea immagini lontane da quel clamore che spesso fa parte della cronaca, silenziose e solenni.
Oltre i corpi di giudici e vittime senza nome, con il suo obiettivo continua a raccontare i suoi soggetti prediletti, bambine e giovani donne ritratte come espressione di un futuro possibile.
Non è solo una fotografa, è regista, ambientalista, assessore dei Verdi con la giunta di Leoluca Orlando negli anni della Primavera Siciliana, deputata all'Assemblea Regionale Siciliana, editore delle Edizioni della Battaglia. È cofondatrice del centro di documentazione “Giuseppe Impastato”.
È la prima donna europea a ricevere, a New York, nel 1985 il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale e a San Francisco, The Mother Johnson Achievement for Life (1999).
Nel 2007 in Germania la società tedesca di fotografia le assegna “The Erich Salomon Prize”. Nel maggio 2009 a New York viene premiata con il “Cornell Capa Infinity Award”.
Fondatrice nel 1991 della rivista "Mezzocielo", bimestrale realizzato da sole donne. Nella lista delle 1000 donne segnalate per il Nobel per la pace, nominata dal Peace Women Across the Globe. The New York Times la nomina (unica italiana) tra le 11 donne più rappresentative del 2017.
È invitata a tenere lecture e workshop per musei e istituzioni in Italia e all'estero. Dal 2017 realizza il suo sogno inaugurando il Centro Internazionale di Fotografia, presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Ne dirige e cura la selezione di mostre e incontri dedicati alla fotografia storica e contemporanea.
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