In Principio… la parola si fece carne

Monika Bravo, particolare dell’installazione ARCHE-TYPES. The sound of the word is beyond sense, 2015, foto Monika Bravo © Monika Bravo, Courtesy artista
Dal 09 Maggio 2015 al 22 Novembre 2015
Venezia
Luogo: Biennale Arsenale Sale d'Armi / Pad. Santa Sede
Indirizzo: Calle della Tana 2169/S
Curatori: Micol Forti
La Santa Sede partecipa quest’anno per la seconda volta alla Biennale d’Arte di Venezia, con un Padiglione ispirato al Nuovo Testamento. In Principio… la parola si fece carne è il tema scelto dal Commissario, il Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha voluto venisse sviluppato il tema del “Principio”, passando dal riferimento alla Genesi dell’edizione del 2013 a quello del Prologo del Vangelo di Giovanni.
I due poli essenziali intorno a cui si articola la struttura del Padiglione, curato da Micol Forti, sono: innanzitutto la Parola trascendente, che è “in principio” e che rivela la natura dialogica e comunicativa del Dio di Gesù Cristo (vv. 1-5); ad essa si unisce la Parola che si fa “carne”, corpo, per portare la presenza di Dio nell’umanità, soprattutto là dove questa appare ferita e sofferente (v. 14). Con il loro “incrociarsi” la dimensione “verticale-trascendente” e quella “orizzontaleimmanente” costituiscono il cuore della ricerca.
Le due “tavole” del Prologo giovanneo sono dunque il fulcro della riflessione dalla quale prendono vita le opere dei tre artisti, individuati dopo una lunga selezione, secondo alcuni precisi criteri: la consonanza del rispettivo percorso col tema prescelto, la varietà delle tecniche artistiche, l’internazionalità e la diversità di provenienza geografica/culturale, e soprattutto il carattere ancora aperto e in evoluzione della loro ricerca.
Monika Bravo (1964), nata e cresciuta in Colombia, oggi vive e lavora a New York; la macedone Elpida Hadzi-Vasileva (1971), attualmente vive e lavora a Londra; il fotografo Mário Macilau (1984), nato e cresciuto a Maputo, in Mozambico, dove abita.
Il catalogo del Padiglione, a cura di Micol Forti e Elisabetta Cristallini (italiano-inglese - Gangemi Editore), oltre al saggio introduttivo di Gianfranco Ravasi, centrato sul tema del Padiglione, conterrà testi di Micol Forti, Elisabetta Cristallini, Ben Quash, Octavio Zaya e Alessandra Mauro, schede e apparati. Criteri di sobrietà ed economicità hanno guidato la progettazione e l’allestimento del Padiglione, curato dall’arch. Roberto Pulitani: i costi sono stati totalmente sostenuti dagli Sponsor, che a vario titolo hanno reso possibile questo importante progetto.
Vedi anche:
Cartoline dalla Biennale
I due poli essenziali intorno a cui si articola la struttura del Padiglione, curato da Micol Forti, sono: innanzitutto la Parola trascendente, che è “in principio” e che rivela la natura dialogica e comunicativa del Dio di Gesù Cristo (vv. 1-5); ad essa si unisce la Parola che si fa “carne”, corpo, per portare la presenza di Dio nell’umanità, soprattutto là dove questa appare ferita e sofferente (v. 14). Con il loro “incrociarsi” la dimensione “verticale-trascendente” e quella “orizzontaleimmanente” costituiscono il cuore della ricerca.
Le due “tavole” del Prologo giovanneo sono dunque il fulcro della riflessione dalla quale prendono vita le opere dei tre artisti, individuati dopo una lunga selezione, secondo alcuni precisi criteri: la consonanza del rispettivo percorso col tema prescelto, la varietà delle tecniche artistiche, l’internazionalità e la diversità di provenienza geografica/culturale, e soprattutto il carattere ancora aperto e in evoluzione della loro ricerca.
Monika Bravo (1964), nata e cresciuta in Colombia, oggi vive e lavora a New York; la macedone Elpida Hadzi-Vasileva (1971), attualmente vive e lavora a Londra; il fotografo Mário Macilau (1984), nato e cresciuto a Maputo, in Mozambico, dove abita.
Il catalogo del Padiglione, a cura di Micol Forti e Elisabetta Cristallini (italiano-inglese - Gangemi Editore), oltre al saggio introduttivo di Gianfranco Ravasi, centrato sul tema del Padiglione, conterrà testi di Micol Forti, Elisabetta Cristallini, Ben Quash, Octavio Zaya e Alessandra Mauro, schede e apparati. Criteri di sobrietà ed economicità hanno guidato la progettazione e l’allestimento del Padiglione, curato dall’arch. Roberto Pulitani: i costi sono stati totalmente sostenuti dagli Sponsor, che a vario titolo hanno reso possibile questo importante progetto.
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