Fuoco
Dal 10 Luglio 2022 al 31 Luglio 2022
Venezia
Luogo: Galleria d’arte contemporanea Ghetto Et Cetera
Indirizzo: Campo del Ghetto novo 2919
Orari: da domenica a venerdì 10 - 13 / 14 - 18; sabato 10 - 13. Lunedì chiuso
Curatori: Marianna Accerboni
Telefono per informazioni: +39 041 2750039
E-Mail info: info@ghetto-etcetera.com
Sito ufficiale: http://www.ghetto-etcetera.com
Domenica 10 luglio 2022 s’inaugura alle ore 12 alla Galleria d’arte contemporanea Ghetto Et Cetera di Venezia (Campo del Ghetto novo 2919) la rassegna "Fuoco": una collettiva di pittura, scultura e fotografia, curata dall’arch. Marianna Accerboni, che introdurrà l’esposizione.
In mostra le opere recenti create ad hoc da 16 artisti italiani e stranieri: Alice Aliyeva Biba - Donatella Bedello - Silvia Ciaccio - Fabio Colussi - Valentina De Lello - Arianna Favaretto - Giambattista Longhi - Cristina Meotto - Federico Montagner - Francesco Possega - Paolo Pustetto - Franco Riccò - Gabriele Sanna - Valentina Sarto - Andrew Taylor - Isotta Tomasi.
Il fuoco con la sua abbagliante magia - scrive Accerboni - ha spesso ispirato artisti e credenze, riti e riflessioni. Ora, in questa mostra veneziana, una decina di pittori, tre scultori e tre fotografi interpretano il fascino di questo elemento, attraversando i territori del contemporaneo mediante molteplici spunti e suggestioni diverse, quasi tutti d’inclinazione sperimentale.
Alice Aliyeva Biba si accosta al tema, forgiando un’opera tridimensionale che dona forti emozioni, delicata e possente al tempo stesso ed evocativa di scenari e suggestioni dantesche, rivisitati in chiave attuale. Andrew Taylor compone invece un’immagine calibrata e in sé armonica, anche se finalizzata a interpretare l’orrore della guerra, di cui il fuoco è spesso sinonimo. Arianna Favaretto esprime il pathos di tale elemento avvalendosi del mezzo fotografico e cogliendo attraverso questo con molta efficacia l’attimo fuggente di un tramonto sull’acqua, solcato da bagliori di luce, quasi fosse un incendio. Con fine tecnica pittorica Cristina Meotto interpreta e simbolizza, attraverso la figura femminile, il fuoco della passione, offrendoci un’immagine fresca e nel contempo icastica di un’aderente simbiosi e corrispondenza tra sentimento e cromatismo. Donatella Bedello, con il suo consueto stile narrativo ricco e coinvolgente, collega il concetto di passione espressa dal fuoco con l’amore per la musica che infiamma molti di noi, visualizzandolo nell’angolo di un fornitissimo “store” d’antan. Fabio Colussi coglie e visualizza il fuoco attraverso un’interpretazione neoromantica, virtuosa e raffinata del paesaggio, intrisa della luce e della bellezza della natura. Di grande appeal l’installazione a tecnica mista di Federico Montagner, che traduce nel contemporaneo l’antico concetto di bassorilievo, componendo un’opera dinamica e vibrante di originale ricerca segnica. Francesco Possega esprime con molta sensibilità e misura il concetto di fuoco, alludendo nell’immagine fotografica alla combustione, che dona all’opera una suggestione introspettiva di traccia prettamente mitteleuropea. Franco Riccò riesce a conferire istintivamente e molto abilmente, a un’opera che di primo acchito appare figurativa, il soffio del concettuale e dell’incanto. Gabriele Sanna compone con il mezzo pittorico, secondo il suo stile di lontana valenza postimpressionista, un’immagine di notevole e calibrato pathos, che contrappone l’apparente freddezza di una luna lontana all’oppressione del fuoco che sembra ammorbare l’aria. Gianbattista Longhi rievoca originalmente con un’affascinante e sapiente foto in bianco e nero, frutto di un’attenta ricerca, l’appeal del fuoco in ambiente circense attraverso la mitica figura del personaggio di Mangiafuoco. La giovanissima Isotta Tomasi interpreta il tema affidandosi allo spitfire, aereo emblematico della seconda Guerra mondiale, nella cui algida raffigurazione pittorica, ritroviamo tuttavia, espressa in una sorta di traslazione concettuale, la forza dei raggi del sole che lo fanno “ardere” di luce nel cielo. Paolo Pustetto interpreta invece il concetto di fuoco attraverso una tecnica mista di sapore informale in cui “crepita” con dinamismo e misura la forza dirompente del fuoco. Silvia Ciaccio prosegue la propria personale ricercaconcettuale ed estetica, affrontando il tema con sottile originalità ed esprimendo in modo sobrio, elegante e icastico, il concetto di rinascita sotteso all’incendio dell’anima e della materia. Valentina De Lello - conclude Accerboni - affida ad altre culture, per esempio a quella degli Indiani d’America, e al simbolismo, la sua profonda ricerca sull’essere e sul sentire: ed ecco una libellula, già un drago nelle leggende dei pellerossa, diffondere arte e saggezza attraverso la forza del fuoco. Valentina Sarto traduce invece il fuoco nel concetto di guerra, riutilizzando la famosa foto di Larry Wayne Chaffin, diciannovenne soldato del Missouri, combattente per un anno in Vietnam, per ricreare in essa con abile tratto il dramma della morte.
In mostra le opere recenti create ad hoc da 16 artisti italiani e stranieri: Alice Aliyeva Biba - Donatella Bedello - Silvia Ciaccio - Fabio Colussi - Valentina De Lello - Arianna Favaretto - Giambattista Longhi - Cristina Meotto - Federico Montagner - Francesco Possega - Paolo Pustetto - Franco Riccò - Gabriele Sanna - Valentina Sarto - Andrew Taylor - Isotta Tomasi.
Il fuoco con la sua abbagliante magia - scrive Accerboni - ha spesso ispirato artisti e credenze, riti e riflessioni. Ora, in questa mostra veneziana, una decina di pittori, tre scultori e tre fotografi interpretano il fascino di questo elemento, attraversando i territori del contemporaneo mediante molteplici spunti e suggestioni diverse, quasi tutti d’inclinazione sperimentale.
Alice Aliyeva Biba si accosta al tema, forgiando un’opera tridimensionale che dona forti emozioni, delicata e possente al tempo stesso ed evocativa di scenari e suggestioni dantesche, rivisitati in chiave attuale. Andrew Taylor compone invece un’immagine calibrata e in sé armonica, anche se finalizzata a interpretare l’orrore della guerra, di cui il fuoco è spesso sinonimo. Arianna Favaretto esprime il pathos di tale elemento avvalendosi del mezzo fotografico e cogliendo attraverso questo con molta efficacia l’attimo fuggente di un tramonto sull’acqua, solcato da bagliori di luce, quasi fosse un incendio. Con fine tecnica pittorica Cristina Meotto interpreta e simbolizza, attraverso la figura femminile, il fuoco della passione, offrendoci un’immagine fresca e nel contempo icastica di un’aderente simbiosi e corrispondenza tra sentimento e cromatismo. Donatella Bedello, con il suo consueto stile narrativo ricco e coinvolgente, collega il concetto di passione espressa dal fuoco con l’amore per la musica che infiamma molti di noi, visualizzandolo nell’angolo di un fornitissimo “store” d’antan. Fabio Colussi coglie e visualizza il fuoco attraverso un’interpretazione neoromantica, virtuosa e raffinata del paesaggio, intrisa della luce e della bellezza della natura. Di grande appeal l’installazione a tecnica mista di Federico Montagner, che traduce nel contemporaneo l’antico concetto di bassorilievo, componendo un’opera dinamica e vibrante di originale ricerca segnica. Francesco Possega esprime con molta sensibilità e misura il concetto di fuoco, alludendo nell’immagine fotografica alla combustione, che dona all’opera una suggestione introspettiva di traccia prettamente mitteleuropea. Franco Riccò riesce a conferire istintivamente e molto abilmente, a un’opera che di primo acchito appare figurativa, il soffio del concettuale e dell’incanto. Gabriele Sanna compone con il mezzo pittorico, secondo il suo stile di lontana valenza postimpressionista, un’immagine di notevole e calibrato pathos, che contrappone l’apparente freddezza di una luna lontana all’oppressione del fuoco che sembra ammorbare l’aria. Gianbattista Longhi rievoca originalmente con un’affascinante e sapiente foto in bianco e nero, frutto di un’attenta ricerca, l’appeal del fuoco in ambiente circense attraverso la mitica figura del personaggio di Mangiafuoco. La giovanissima Isotta Tomasi interpreta il tema affidandosi allo spitfire, aereo emblematico della seconda Guerra mondiale, nella cui algida raffigurazione pittorica, ritroviamo tuttavia, espressa in una sorta di traslazione concettuale, la forza dei raggi del sole che lo fanno “ardere” di luce nel cielo. Paolo Pustetto interpreta invece il concetto di fuoco attraverso una tecnica mista di sapore informale in cui “crepita” con dinamismo e misura la forza dirompente del fuoco. Silvia Ciaccio prosegue la propria personale ricercaconcettuale ed estetica, affrontando il tema con sottile originalità ed esprimendo in modo sobrio, elegante e icastico, il concetto di rinascita sotteso all’incendio dell’anima e della materia. Valentina De Lello - conclude Accerboni - affida ad altre culture, per esempio a quella degli Indiani d’America, e al simbolismo, la sua profonda ricerca sull’essere e sul sentire: ed ecco una libellula, già un drago nelle leggende dei pellerossa, diffondere arte e saggezza attraverso la forza del fuoco. Valentina Sarto traduce invece il fuoco nel concetto di guerra, riutilizzando la famosa foto di Larry Wayne Chaffin, diciannovenne soldato del Missouri, combattente per un anno in Vietnam, per ricreare in essa con abile tratto il dramma della morte.
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