Tiziana Pers. Elephant Song
Dal 04 Marzo 2016 al 03 Aprile 2016
Trieste
Luogo: Museo Civico di Storia Naturale
Indirizzo: via dei Tominz 4
Curatori: Leonardo Caffo, Martina Peruch
Enti promotori:
- ALL Associazione Laureati/e in Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Udine
- In collaborazione con
- Università degli Studi di Udine
- Museo Civico di Storia Naturale di Trieste
- Vicino/lontano - Premio Terzani
- Trieste Contemporanea
- Waiting Posthuman
- Il Menocchio
- Con il patrocinio e contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Telefono per informazioni: +39 040 6754603 / 040 6758662
E-Mail info: sportellonatura@comune.trieste.it
Sito ufficiale: http://www.museostorianaturaletrieste.it/
Presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, venerdì 4 marzo alle ore 18, inaugura la mostra personale di Tiziana Pers, dal titolo Elephant Song, curata da Leonardo Caffo e Martina Peruch.
La mostra prende vita nellʼambito del convegno internazionale La vera ricchezza delle nazioni organizzato da ALL (Associazione Laureati/e in Lingue dell’Università degli Studi di Udine) in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, Vicino/lontano - Premio Terzani, Trieste Contemporanea, Waiting Posthuman, il Menocchio, e gode del patrocinio e contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Con gli antichi reperti, gli animali tassidermizzati e le teche del Museo, dialogano nuovi dipinti, installazioni audio e testi incentrati sul rischio dell’imminente scomparsa degli elefanti, prevista entro il 2025 se il bracconaggio continuerà con i ritmi attuali.
Come in un caleidoscopio di prospettive, l’artista ha invitato cinque voci diverse a interagire con la propria mostra e le nuove serie pittoriche, insieme agli spazi del Museo. E così la storica dell’architettura e dell’arte Valentina Sonzogni, il ranger antibracconaggio Davide Bomben, la poetessa sudafricana della spoken word Natalia Molebatsi, l’artista visivo e cantautore Sasha Vinci, unitamente al filosofo Leonardo Caffo che anche cura la mostra, si faranno portavoce di un fragoroso barrire, diventato nel nostro quotidiano ormai quasi impercettibile.
Il Museo Civico di Storia Naturale è un luogo oggi deputato alla scienza e alla conoscenza: dell'alterità animale per eccellenza, della nostra storia e anche della storia del mondo come noi lo esperiamo. Ma al suo interno, a cominciare dalla wunderkammer, leggiamo anche la testimonianza di un’umanità che ha fatto della propria forza vessillo di superiorità. E con tale convinzione, esplicitata in ogni aspetto nei periodi coloniali, si è dato inizio alla ricerca dell'esotico, del raro, dell'unico, da uccidere e possedere, sino al rischio estinzione che stiamo vivendo oggi.
Come scrive Valentina Sonzogni, storica dell’arte e dell’architettura: ‘L’Occidente è quasi sempre Soggetto con la “S” maiuscola ed è quasi impossibile cancellarne la forte identità fatta di Rinascimenti e Surrealismi, di uomini e donne e animali domestici profumatissimi, tirati fuori dall’eterogeneità del mondo animale nel cui terriccio pre-golemico si agitano insonni milioni e milioni di senza nome di soggetti con la “s” minuscola’.
Elephant Song s’interroga su cosa comporti perdere una specie, su quali siano le dinamiche che hanno prodotto la situazione presente, su cosa significhi l’uccisione di ogni singolo animale, sia nei confronti della singolarità della vita stessa (secondo una visione biocentrica), sia nello scotto che l’umanità stessa paga, mediante il finanziamento del terrorismo da parte del bracconaggio (anche secondo una visione antropocentrica).
Scriveva Caffo su La lettura del Corriere della Sera, nell’estate 2015: ‘...Se si vive nella consapevolezza che ogni esistenza dipende dalle altre, e che questi altri spesso hanno più di due zampe, allora specie diventa sinonimo di ‘comunità dei viventi’ - e ogni mondo che scompare, come una cicatrice, lascia il segno nei nostri corpi come una traccia: ma forse è ancora troppo presto per capirlo fino in fondo...’
E così il Museo stesso muta prospettiva: non più solo spazio di divulgazione, ma centro di difesa della vita collegato a biodiversità geograficamente molto lontane, identità capace di attuare azioni interconnesse mediante una serie di meccanismi, inizialmente quasi impercettibili, di rinnovamento di prospettiva in favore di un’altra specie e un altro continente, in precedenza predati e depredati da un colonialismo che ora ha solo cambiato pelle, ma non sostanza.
Il convegno internazionale La vera ricchezza delle nazioni, che si terrà il 15 aprile aprile presso l’Università degli Studi di Udine, nasce dalla pubblicazione dell’ultimo libro di Riane Eisler sulla necessità di mutare il presente anticipando un’economia di cura, dove gli attuali paradigmi economici sono rovesciati in favore di un modo nuovo di intendere il vero valore di ogni azione di cura che attraversa il nostro quotidiano.
Così, se da un lato ogni azione di attenzione e protezione acquisisce un valore non solo morale, dall’altro lato è necessario aprire dei quesiti sulle situazioni e i meccanismi che fanno sì che vi siano dei soggetti più vulnerabili.
Il convegno si pone quindi in continuità con il Festival Vicino/lontano - Premio Terzani. La dodicesima edizione della manifestazione (Udine, 5-8 maggio) ancora una volta intende riflettere sulle trasformazioni profonde che attraversano e condizionano le nostre vite di cittadini globali, per portare all’attenzione e alla consapevolezza del pubblico i mutamenti che sono destinati a condizionare in modo significativo il nostro futuro.
La mostra stessa quindi apre uno sguardo sul rischio dell’imminente scomparsa degli elefanti e di altre specie, anticipando il convegno dell’Università di Udine La vera ricchezza delle nazioni, e l’edizione Vicino/lontano 2016.
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