Gibellina Photoroad
Dal 28 Luglio 2023 al 30 Settembre 2023
Gibellina | Trapani
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: Sedi varie
Enti promotori:
- Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi
Sito ufficiale: http://www.gibellinaphotoroadfestival.com
Installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, installazioni site-specific, video mapping, talk e visite guidate, animeranno le strade di Gibellina (Trapani), città siciliana che è uno dei più grandi musei d’arte contemporanea “a cielo aperto” del mondo.
Torna dal 28 luglio al 30 settembre 2023 Gibellina Photoroad, il primo festival di fotografia e arti visive open air e site-specific in Italia e uno dei pochi al mondo, che porta nella cittadina del Belìce il meglio della fotografia contemporanea internazionale con visionari e innovativi allestimenti “all’aperto”, alla ricerca di nuove interazioni con lo spazio urbano e con il pubblico.
Organizzato dall’Associazione culturale On Image con la direzione artistica di Arianna Catania, e promosso da Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi, il festival Gibellina Photoroad celebra quest’anno la sua quarta edizione. Parteciperanno 34 artisti (più 3 mostre collettive) provenienti da 11 Paesi europei e extraeuropei che hanno accettato la sfida di progettare nuovi allestimenti, pensati per interagire con il tessuto urbano di Gibellina, città d’arte nata dalle macerie del devastante terremoto del 1968 e caratterizzata da opere architettoniche e sculture dei più noti artisti del ‘900 come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Mimmo Paladino e molti altri.
Dai maestri della storia della fotografia come Mimmo Jodice, a reporter come il fotografo Magnum Jonas Bendiksen e il vincitore di 10 World Press Photo Francesco Zizola, fino alle sperimentazioni dell’’“alchimista dell'immagine”, il giapponese Kensuke Koike: Gibellina Photoroad offre un amplissimo spaccato della fotografia contemporanea internazionale, un percorso variegato e intrigante che si dipana a partire dal tema scelto per questa edizioni: le “alterazioni”. “La fotografia è dalla sua nascita un campo in cui il conflitto tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali si esprime alla sua massima potenza”, spiega la direttrice Arianna Catania. “La fotografia nasce da una positivistica aderenza alla realtà, ma non rappresenta mai il mondo così com’è, lo modifica, lo trasforma, lo altera”. Spiega la direttrice Arianna Catania.
Nelle tre giornate di opening (28-30 luglio) l’intera città di Gibellina si popola di artisti, curatori, appassionati provenienti da tutto il mondo, in un clima di condivisione a partecipazione, che coinvolge direttamente anche i cittadini. Il programma prevede un calendario ricco di incontri, workshop, con esponenti di primo piano della fotografia italiana e internazionale e numerose visite guidate realizzate dagli stessi artisti.
Si comincia il 28 luglio alle 11.00, con l’inaugurazione della mostra di Mimmo Jodice “Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982” presso il Mac (Museo di arte contemporanea) di Gibellina. Alle 17.30 a Palazzo di Lorenzo, si svolgeranno i saluti istituzionali con Salvatore Sutera (Sindaco di Gibellina), Elvira Amata (Assessore Turismo, sport e spettacolo Regione Sicilia), Calogero Pumilia (Presidente Fondazione Orestiadi), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Alessandro La Grassa (Presidente Cresm), Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad).
Alle 19.00, al Sistema delle Piazze, si svolgerà l’incontro pubblico "Fotografia Spazio Aperto": un dialogo tra architettura e fotografia, con Franco Purini e Laura Thermes (Architetti), Nina Bassoli (Curatrice Architettura, rigenerazione urbana, città Triennale Milano), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Luca Massaro (Fotografo), Anna Merci (Architetto), Enzo Fiammetta (Direttore Museo delle Trame Mediterranee), e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad).
Il 29 luglio, alla Sala Agorà alle 19.00 si svolgerà l’incontro/Seminario "Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” con gli artisti Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto, Valentina Vannicola e con Simona Antonacci (MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo), Louise Fedotov Clements(Format Festival), Enzo Fiammetta (Museo delle Trame Mediterranee/Fondazione Orestiadi), Laura Serani (Festival Planches Contact), Marco Scarpinato (Comune di Favignana).
Dalle 22.45 fino a mezzanotte si svolgerà il suggestivo videomapping, nell'abside sferica della Chiesa madre di Gibellina, progettata da Ludovico Quaroni.
Il 30 luglio, alle ore 11.00, presso il Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi, si svolgerà l’incontro pubblico “Mare Omnis: editoria e fotografia” con Francesco Zizola e Nicolò Degiorgis.
Infine alle 17.30 presso il MAC-Museo d'arte contemporanea “Ludovico Corrao”, si svolgerà l’incontro “Esperienze di formazione a confronto: Accademia Palermo e Made Program (Accademia Siracusa)”.
NUOVE PRODUZIONI
Gibellina Photoroad, fin dalla sua prima edizione, si pone l’obiettivo di finanziare e produrre progetti inediti, realizzati in residenza, promuovendo i principi di partecipazione propri dell’arte pubblica.
Il progetto “Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea”; vincitore dell'avviso pubblico "Strategia Fotografia 2022" della DGCC - Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura - promosso da On Image in partnership con Comune di Favignana, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, festival Planches Contact (Francia), festival Format Festival (Regno Unito), Visual Impact, Miarté - Imaginarium ha coinvolto quattro fotografi italiani, Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola, che tra fine 2022 e inizio 2023 sono stati in residenza sull’Isola di Favignana (Trapani). Il risultato del loro lavoro - complesse e innovative installazioni multimediali - sarà esposto in anteprima al festival di Gibellina e poi sarà allestito in modo permanente nei suggestivi spazi dell'Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica.
E quest’anno, in collaborazione con Triennale Milano, il festival ha lanciato la Call Fotografia Spazio Aperto, dedicata a architetti e fotografi, che sono stati invitati a ideare un’opera site-specific per Il Sistema delle Piazze, progettato da Franco Purini e Laura Thermes alla fine degli anni ‘80. L’opera dei vincitori della call - il fotografo Luca Massaro e l’architetto Anna Merci - monumentale e innovativa, sarà presentata il 28 luglio, alla presenza di Purini e Thermes, e di Lorenza Bravetta e Nina Bassoli, della Triennale Milano.
Con la Call for an open air installation, fin dalla sua prima edizione Gibellina Photoroad premia un progetto di installazione capace di immergersi nelle architetture di Gibellina ed esaltarle. Il premio, assegnato da una giuria di alta qualità, è proprio la realizzazione dell'installazione durante il festival. Quest’anno il premio è stato vinto dall’artista polacca Marta Bogdańska, che al Municipio realizzerà l’installazione Shifters, progetto artistico composto da un libro d'artista, materiale d'archivio, video, suoni e testi, risultato di anni di ricerca, raccolta e montaggio di materiale d'archivio relativo alla storia dell'uso degli animali da parte di militari occidentali, agenzie di intelligence, Croce Rossa e forze di polizia.
La Call for a Projects è un concorso lanciato da Gibellina Photoroad aperto a tutti i fotografi che, come primo premio mette in palio una residenza artistica a Gibellina, per realizzare un progetto destinato a essere esposto nell’edizione 2025 del festival. A vincere la call del 2023 è stata Héléne Bellenger, artista francese, col progetto Bianco Ordinario. I 15 migliori progetti saranno prodotti ed esposti in una collettiva, presso la collezione Fotografia della Fondazione Orestiadi, durante l’edizione del 2025.
Quest'anno alla Fondazione Orestiadi i vincitori della Call for projects 2021.
I VIDEOMAPPING
Anche quest’anno la chiesa Madre di Gibellina, realizzata da Ludovico Quaroni nel 1973, ospiterà lo straordinario videomapping realizzato nell'abside perfettamente sferica dell’edificio religioso, che domina dall’alto la città. Dalle 23 alle 24 del 29 luglio sarà proiettata "Scopes", una serie di cinque filmati di Mishka Henner (Belgio, 1976), artista visivo le cui opere sono state esposte tra l’altro al MOMA e al Metropolitan Museum of Art di New York, al Centre Pompidou di Parigi, al Victoria & Albert Museum di Londra. Il videomapping raccoglie il materiale visivo tratto da telecamere cadute, gettate o lasciate deliberatamente vicino agli animali. La cui interazione con l’obiettivo offre uno sguardo sorprendente sul rapporto tra tecnica e natura.
Seguirà il videomapping di “Augmented Rome” dell'artista romana Priscilla Pallante.
LE ESPOSIZIONI
Il MAC – Museo d’Arte Contemporanea, ospiterà la mostra di Mimmo Jodice "Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982". 29 fotografie in stampe vintage, molte delle quali inedite, che ritraggono la new town Gibellina nelle fasi finali dei lavori di costruzione. Un paesaggio meditativo, dove nell’immobilità dei palazzi appena finiti si intravedono i primi segni dell’arrivo dell’uomo. Quattro opere di questa serie saranno installate in grande formato nelle vie della città, nel punto esatto in cui furono scattate negli anni 80, con l’effetto di creare un corto circuito tra passato e presente.
Nella monumentale Pizza Beuys, i visitatori potranno immergersi nella visionarietà dell'artista svizzera Catherine Leutenegger, che in "New Artificiality", racconta le “alterazioni” prodotte dalla stampa 3D documentando il caso dell'impresa di costruzioni cinese WinSun, che ha costruito grazie alla stampa tridimensionale interi palazzi nel parco industriale di Suzhou. Dimostrando così come il confine tra reale e virtuale sia diventato sempre più labile.
Clément Lambelet (Svizzera, 1991), con l’opera "The many futures of our empty house", in mostra al Museo etnoantropologico, attraverso intelligenza artificiale e programmi di software immagina il possibile futuro di un’abitazione di Gibellina nel caso di un radicale cambiamento del clima. Nella sua ricerca, frutto di un progetto di residenza nella cittadina siciliana, Lambelet si domanda cosa potrebbe accadere nel caso di un innalzamento o abbassamento repentino della temperatura, nel caso di che il mare sommerga la Sicilia o nel caso di una nuova era glaciale.
Sull'ecologia e la natura si concentra anche Entangled Others, il collettivo composto dagli artisti Feileacan McCormick e Sofia Crespo, che col loro lavoro "An upwelling" indagano la presenza di sconosciute forme di vita “transumana” nello spazio digitale. L’opera sarà esposta presso il Granaio del Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi.
Il progresso tecnologico, e l’amore dell’uomo per l'esplorazione e l'invenzione, è anche alla base della ricerca di Sjoerd Knibbeler (Amsterdam, 1981). Nella mostra "Ground Control", l’autore riunisce due sue opere strettamente correlate: "Paper Planes" (2015), su progetti di aerei militari mai costruiti, che l'artista ricrea come modelli di carta e origami. E "Lunacy", dedicato alla luna, e al suo immaginario, dalle più antiche leggende alle navicelle spaziali.
Tra i lavori in mostra in quest’edizione di Gibellina Photoroad, molto spazio è dedicato alle questioni ambientali: ne "Il Cielo sopra Priolo"- in mostra alla Chiesa Madre - Antonello Ferrara (Taranto, 1967) racconta il paese siciliano che ospita il petrolchimico più grande d’Europa; in "There’s no calm after the storm" - Matteo De Mayda, descrive la terribile tempesta Vaia che nel 2018 ha devastato 42 mila ettari di foreste in Trentino; "Mare Omnis", di Francesco Zizola, si concentra sull’ecosistema marino attraverso il racconto della pesca tradizionale e della relazione tra uomo e mare.
Il mare è anche il confine tra vita e morte, tra pericolo e rinascita, per i tanti migranti che attraversano il Mediterraneo diretti verso l’Europa. Matteo Delbò si è imbarcato per 8 lunghi mesi sulla nave militare Libra, all’interno della missione Mare Nostrum. Nel suo reportage "Primo Sonno", l’autore scatta ritratti collettivi dei migranti sul ponte della nave, nel primo momento di pace subito le pericolose fasi di salvataggio.
Il confine è anche al centro del lavoro di Rubén Martín de Lucas (Spagna, 1977), che a Gibellina Photoroad presenta "Stupid Borders". L’autore ha fondato numerosi "microstati", la cui durata non supera mai le 24 ore e che hanno un unico abitante, l'artista stesso.
Smith (Parigi, 1985) presenta "Desideration (Year 2666)" realizzato a Deauville (Francia) durante la pandemia, su invito di Laura Serani per il festival Planches Contact. Le opere sono realizzate con la telecamera termica, capace di tradurre visivamente le ondate di calore sprigionate dagli esseri viventi, dal sole, dal mare, dalle piante, dai minerali, sfumando così i confini tra tutte le forme di vita.
Architettura e paesaggio sono l’oggetto di indagine di "Come un’aria di fine del mondo" di Jennifer Niederhauser Schlup (Losanna, 1981) in mostra a Palazzo Di Lorenzo. L’artista dopo aver fotografato durante la sua residenza a Gibellina dettagli ed elementi architettonici, li ricompone in un'immagine panoramica, che mette a confronto gli ideali dell'uomo dietro la pianificazione urbana della città con le crepe che si verificano nella vita quotidiana. La vita di Gibellina è al centro anche dell’opera di Rossana Taormina (Partanna, 1972), fotografa belicina, che ha vissuto i primi anni di vita nelle baraccopoli di Gibellina, sorta dopo il terremoto del 1968. Un’esperienza che influenza la produzione artistica, a partire dalla mostra Imprinting, esposta presso il Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi.
Ieva Stankuté (Lithuania, 1996) "About the belly button", presenta un progetto-libro su gioie, dolori, fatiche della maternità rappresentante attraverso l’uso dei colori. La figura umana è centrale anche nei lavori di Charles Fréger (Francia, 1975) che da oltre vent’anni attraversa l’Europa da Nord a Sud alla ricerca della “figura del selvaggio” così come sopravvive nelle tradizioni popolari locali, raccontate in "Wilder Mann" in mostra all’Orto Botanico.
I processi di colonizzazione e decolonizzazione, sono al centro del lavoro della fotografa e cineasta spagnola Gloria Oyarzabal, (Londra, 1971), che in "Appunti per un'Orestiade africana – a democracy in fatigue", rende omaggio a Pasolini e al suo omonimo film.
“L’alchimista dell’immagine” Kensuke Koike (Nagoya, Giappone, 1980) in Fragmented Identity, esposto a Palazzo Di Lorenzo, presenta opere d’arte tridimensionali che esplorano il concetto di identità suscitando una riflessione sul ruolo della tecnologia nell’arte. Cédric Raccio (Svizzera, 1981) in "Hyperobjects" al Labirinto, utilizza tecniche sperimentali per trasformare elementi virtuali in oggetti fisici, combinando centinaia di foto personali e artistiche memorizzate sul cellulare. Francesca Serravalle, presenta "Magnification", esposto al Moma Cafè. Un lavoro in cui frammenti scomposti e ricomposti di immagini diventano nuove fotografie.
Jonas Bendiksen (Norvegia, 1977) in "The Book of Veles" racconta il caso di una città della Macedonia settentrionale, salita alla ribalta mondiale come epicentro della produzione di fake news durante le elezioni americane del 2016. Solo che il suo libro è a sua volta un falso. "The Book of Veles" è una provocazione, un esperimento che nasconde una critica radicale della fotografia contemporanea.
L’archetipo della realtà parallela riguarda anche il lavoro di Salvatore Di Gregorio (Caltagirone, 1979), che in "Sicily Not Alaska" racconta il sogno americano attraverso la Sicilia, in un mondo immaginario in cui il 49° Stato degli Usa è l’isola proprio la Sicilia e non l’Alaska. In "Mefite", Salvatore Esposito (Napoli, 1955) celebra un antico santuario pagano che si trova nella valle dell’Ansanto, in Irpinia.
Rossella Pezzino de Geronimo (Catania, 1950) affronta l’uso di nuove tecnologie trasformando la fotografia in un’opera immersiva, capace di coinvolgere tutti i sensi. L'artista siciliana esporrà presso la Sala consiliare del Municipio di Gibellina 8 opere in realtà aumentata e 4 ologrammi.
Completano il programma i fotografi della Sicily Masterclass, nata sulla scia del lavoro di Mimì Mollica In Limbo, sulla lunga e controversa ricostruzione dei paesi della Valle del Belice, dopo il terremoto del 1968. Deriva da qui il progetto collettivo Fracture, in cui gli artisti residenti offrono uno sguardo sfaccettato sulle persone, sui luoghi e sullo spirito della dialettica tra urbano e rurale, nuovo e vecchio, degrado e rigenerazione.
LA STORIA DI GIBELLINA PHOTOROAD
Sin dalla sua prima edizione nel 2016, il festival ha portato in Sicilia artisti e fotografi noti a livello internazionale tra i quali Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruce Gilden, Mustafa Sabbagh, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Valérie Jouve, solo per citarne alcuni, le cui testimonianze rimangono oggi nelle installazioni visionarie che dialogano con la città, come ad esempio la grande opera permanente Gibellina Selfie di Joan Fontcuberta, e Andata e Ritorno di Moira Ricci nello storico Palazzo di Lorenzo, e nelle opere facenti parte della Collezione permanente di fotografia della Fondazione Orestiadi inaugurata nel 2021.
Nelle passate edizioni il festival ha presentato il lavoro di 120 artisti in 90 esposizioni site-specific.
I PARTNER DEL FESTIVAL
Anche per la sua quarta edizione il festival è realizzato grazie ad una rete di partner istituzionali di eccellenza, locali, nazionali e internazionali, tra cui GAL Valle del Belice, Rete Museale e Naturale Belicina, Ambasciata della Repubblica di Lituania, Lithuanian Cultural Institute, Mondriaan Fund, Pro Helvetia, Office for Contemporary Art Norway - OCA, Ville de Lausanne. Numerosi anche i partner culturali tra cui Made Program, Accademia Belle Arti Palermo, Sicily Photo Masterclass, ISPA - Italian Sustainability Photo Award, CHARTA- Photobook Festival, Marina di libri, Cresm. Sponsor del festival sono: Tenute Orestiadi, Moma Café, Visual, Artensis, Gibeltrasfer, Ricoh, Eliostile, Autoservizi Salemi.
Torna dal 28 luglio al 30 settembre 2023 Gibellina Photoroad, il primo festival di fotografia e arti visive open air e site-specific in Italia e uno dei pochi al mondo, che porta nella cittadina del Belìce il meglio della fotografia contemporanea internazionale con visionari e innovativi allestimenti “all’aperto”, alla ricerca di nuove interazioni con lo spazio urbano e con il pubblico.
Organizzato dall’Associazione culturale On Image con la direzione artistica di Arianna Catania, e promosso da Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi, il festival Gibellina Photoroad celebra quest’anno la sua quarta edizione. Parteciperanno 34 artisti (più 3 mostre collettive) provenienti da 11 Paesi europei e extraeuropei che hanno accettato la sfida di progettare nuovi allestimenti, pensati per interagire con il tessuto urbano di Gibellina, città d’arte nata dalle macerie del devastante terremoto del 1968 e caratterizzata da opere architettoniche e sculture dei più noti artisti del ‘900 come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Mimmo Paladino e molti altri.
Dai maestri della storia della fotografia come Mimmo Jodice, a reporter come il fotografo Magnum Jonas Bendiksen e il vincitore di 10 World Press Photo Francesco Zizola, fino alle sperimentazioni dell’’“alchimista dell'immagine”, il giapponese Kensuke Koike: Gibellina Photoroad offre un amplissimo spaccato della fotografia contemporanea internazionale, un percorso variegato e intrigante che si dipana a partire dal tema scelto per questa edizioni: le “alterazioni”. “La fotografia è dalla sua nascita un campo in cui il conflitto tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali si esprime alla sua massima potenza”, spiega la direttrice Arianna Catania. “La fotografia nasce da una positivistica aderenza alla realtà, ma non rappresenta mai il mondo così com’è, lo modifica, lo trasforma, lo altera”. Spiega la direttrice Arianna Catania.
Nelle tre giornate di opening (28-30 luglio) l’intera città di Gibellina si popola di artisti, curatori, appassionati provenienti da tutto il mondo, in un clima di condivisione a partecipazione, che coinvolge direttamente anche i cittadini. Il programma prevede un calendario ricco di incontri, workshop, con esponenti di primo piano della fotografia italiana e internazionale e numerose visite guidate realizzate dagli stessi artisti.
Si comincia il 28 luglio alle 11.00, con l’inaugurazione della mostra di Mimmo Jodice “Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982” presso il Mac (Museo di arte contemporanea) di Gibellina. Alle 17.30 a Palazzo di Lorenzo, si svolgeranno i saluti istituzionali con Salvatore Sutera (Sindaco di Gibellina), Elvira Amata (Assessore Turismo, sport e spettacolo Regione Sicilia), Calogero Pumilia (Presidente Fondazione Orestiadi), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Alessandro La Grassa (Presidente Cresm), Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad).
Alle 19.00, al Sistema delle Piazze, si svolgerà l’incontro pubblico "Fotografia Spazio Aperto": un dialogo tra architettura e fotografia, con Franco Purini e Laura Thermes (Architetti), Nina Bassoli (Curatrice Architettura, rigenerazione urbana, città Triennale Milano), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Luca Massaro (Fotografo), Anna Merci (Architetto), Enzo Fiammetta (Direttore Museo delle Trame Mediterranee), e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad).
Il 29 luglio, alla Sala Agorà alle 19.00 si svolgerà l’incontro/Seminario "Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” con gli artisti Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto, Valentina Vannicola e con Simona Antonacci (MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo), Louise Fedotov Clements(Format Festival), Enzo Fiammetta (Museo delle Trame Mediterranee/Fondazione Orestiadi), Laura Serani (Festival Planches Contact), Marco Scarpinato (Comune di Favignana).
Dalle 22.45 fino a mezzanotte si svolgerà il suggestivo videomapping, nell'abside sferica della Chiesa madre di Gibellina, progettata da Ludovico Quaroni.
Il 30 luglio, alle ore 11.00, presso il Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi, si svolgerà l’incontro pubblico “Mare Omnis: editoria e fotografia” con Francesco Zizola e Nicolò Degiorgis.
Infine alle 17.30 presso il MAC-Museo d'arte contemporanea “Ludovico Corrao”, si svolgerà l’incontro “Esperienze di formazione a confronto: Accademia Palermo e Made Program (Accademia Siracusa)”.
NUOVE PRODUZIONI
Gibellina Photoroad, fin dalla sua prima edizione, si pone l’obiettivo di finanziare e produrre progetti inediti, realizzati in residenza, promuovendo i principi di partecipazione propri dell’arte pubblica.
Il progetto “Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea”; vincitore dell'avviso pubblico "Strategia Fotografia 2022" della DGCC - Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura - promosso da On Image in partnership con Comune di Favignana, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, festival Planches Contact (Francia), festival Format Festival (Regno Unito), Visual Impact, Miarté - Imaginarium ha coinvolto quattro fotografi italiani, Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola, che tra fine 2022 e inizio 2023 sono stati in residenza sull’Isola di Favignana (Trapani). Il risultato del loro lavoro - complesse e innovative installazioni multimediali - sarà esposto in anteprima al festival di Gibellina e poi sarà allestito in modo permanente nei suggestivi spazi dell'Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica.
E quest’anno, in collaborazione con Triennale Milano, il festival ha lanciato la Call Fotografia Spazio Aperto, dedicata a architetti e fotografi, che sono stati invitati a ideare un’opera site-specific per Il Sistema delle Piazze, progettato da Franco Purini e Laura Thermes alla fine degli anni ‘80. L’opera dei vincitori della call - il fotografo Luca Massaro e l’architetto Anna Merci - monumentale e innovativa, sarà presentata il 28 luglio, alla presenza di Purini e Thermes, e di Lorenza Bravetta e Nina Bassoli, della Triennale Milano.
Con la Call for an open air installation, fin dalla sua prima edizione Gibellina Photoroad premia un progetto di installazione capace di immergersi nelle architetture di Gibellina ed esaltarle. Il premio, assegnato da una giuria di alta qualità, è proprio la realizzazione dell'installazione durante il festival. Quest’anno il premio è stato vinto dall’artista polacca Marta Bogdańska, che al Municipio realizzerà l’installazione Shifters, progetto artistico composto da un libro d'artista, materiale d'archivio, video, suoni e testi, risultato di anni di ricerca, raccolta e montaggio di materiale d'archivio relativo alla storia dell'uso degli animali da parte di militari occidentali, agenzie di intelligence, Croce Rossa e forze di polizia.
La Call for a Projects è un concorso lanciato da Gibellina Photoroad aperto a tutti i fotografi che, come primo premio mette in palio una residenza artistica a Gibellina, per realizzare un progetto destinato a essere esposto nell’edizione 2025 del festival. A vincere la call del 2023 è stata Héléne Bellenger, artista francese, col progetto Bianco Ordinario. I 15 migliori progetti saranno prodotti ed esposti in una collettiva, presso la collezione Fotografia della Fondazione Orestiadi, durante l’edizione del 2025.
Quest'anno alla Fondazione Orestiadi i vincitori della Call for projects 2021.
I VIDEOMAPPING
Anche quest’anno la chiesa Madre di Gibellina, realizzata da Ludovico Quaroni nel 1973, ospiterà lo straordinario videomapping realizzato nell'abside perfettamente sferica dell’edificio religioso, che domina dall’alto la città. Dalle 23 alle 24 del 29 luglio sarà proiettata "Scopes", una serie di cinque filmati di Mishka Henner (Belgio, 1976), artista visivo le cui opere sono state esposte tra l’altro al MOMA e al Metropolitan Museum of Art di New York, al Centre Pompidou di Parigi, al Victoria & Albert Museum di Londra. Il videomapping raccoglie il materiale visivo tratto da telecamere cadute, gettate o lasciate deliberatamente vicino agli animali. La cui interazione con l’obiettivo offre uno sguardo sorprendente sul rapporto tra tecnica e natura.
Seguirà il videomapping di “Augmented Rome” dell'artista romana Priscilla Pallante.
LE ESPOSIZIONI
Il MAC – Museo d’Arte Contemporanea, ospiterà la mostra di Mimmo Jodice "Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982". 29 fotografie in stampe vintage, molte delle quali inedite, che ritraggono la new town Gibellina nelle fasi finali dei lavori di costruzione. Un paesaggio meditativo, dove nell’immobilità dei palazzi appena finiti si intravedono i primi segni dell’arrivo dell’uomo. Quattro opere di questa serie saranno installate in grande formato nelle vie della città, nel punto esatto in cui furono scattate negli anni 80, con l’effetto di creare un corto circuito tra passato e presente.
Nella monumentale Pizza Beuys, i visitatori potranno immergersi nella visionarietà dell'artista svizzera Catherine Leutenegger, che in "New Artificiality", racconta le “alterazioni” prodotte dalla stampa 3D documentando il caso dell'impresa di costruzioni cinese WinSun, che ha costruito grazie alla stampa tridimensionale interi palazzi nel parco industriale di Suzhou. Dimostrando così come il confine tra reale e virtuale sia diventato sempre più labile.
Clément Lambelet (Svizzera, 1991), con l’opera "The many futures of our empty house", in mostra al Museo etnoantropologico, attraverso intelligenza artificiale e programmi di software immagina il possibile futuro di un’abitazione di Gibellina nel caso di un radicale cambiamento del clima. Nella sua ricerca, frutto di un progetto di residenza nella cittadina siciliana, Lambelet si domanda cosa potrebbe accadere nel caso di un innalzamento o abbassamento repentino della temperatura, nel caso di che il mare sommerga la Sicilia o nel caso di una nuova era glaciale.
Sull'ecologia e la natura si concentra anche Entangled Others, il collettivo composto dagli artisti Feileacan McCormick e Sofia Crespo, che col loro lavoro "An upwelling" indagano la presenza di sconosciute forme di vita “transumana” nello spazio digitale. L’opera sarà esposta presso il Granaio del Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi.
Il progresso tecnologico, e l’amore dell’uomo per l'esplorazione e l'invenzione, è anche alla base della ricerca di Sjoerd Knibbeler (Amsterdam, 1981). Nella mostra "Ground Control", l’autore riunisce due sue opere strettamente correlate: "Paper Planes" (2015), su progetti di aerei militari mai costruiti, che l'artista ricrea come modelli di carta e origami. E "Lunacy", dedicato alla luna, e al suo immaginario, dalle più antiche leggende alle navicelle spaziali.
Tra i lavori in mostra in quest’edizione di Gibellina Photoroad, molto spazio è dedicato alle questioni ambientali: ne "Il Cielo sopra Priolo"- in mostra alla Chiesa Madre - Antonello Ferrara (Taranto, 1967) racconta il paese siciliano che ospita il petrolchimico più grande d’Europa; in "There’s no calm after the storm" - Matteo De Mayda, descrive la terribile tempesta Vaia che nel 2018 ha devastato 42 mila ettari di foreste in Trentino; "Mare Omnis", di Francesco Zizola, si concentra sull’ecosistema marino attraverso il racconto della pesca tradizionale e della relazione tra uomo e mare.
Il mare è anche il confine tra vita e morte, tra pericolo e rinascita, per i tanti migranti che attraversano il Mediterraneo diretti verso l’Europa. Matteo Delbò si è imbarcato per 8 lunghi mesi sulla nave militare Libra, all’interno della missione Mare Nostrum. Nel suo reportage "Primo Sonno", l’autore scatta ritratti collettivi dei migranti sul ponte della nave, nel primo momento di pace subito le pericolose fasi di salvataggio.
Il confine è anche al centro del lavoro di Rubén Martín de Lucas (Spagna, 1977), che a Gibellina Photoroad presenta "Stupid Borders". L’autore ha fondato numerosi "microstati", la cui durata non supera mai le 24 ore e che hanno un unico abitante, l'artista stesso.
Smith (Parigi, 1985) presenta "Desideration (Year 2666)" realizzato a Deauville (Francia) durante la pandemia, su invito di Laura Serani per il festival Planches Contact. Le opere sono realizzate con la telecamera termica, capace di tradurre visivamente le ondate di calore sprigionate dagli esseri viventi, dal sole, dal mare, dalle piante, dai minerali, sfumando così i confini tra tutte le forme di vita.
Architettura e paesaggio sono l’oggetto di indagine di "Come un’aria di fine del mondo" di Jennifer Niederhauser Schlup (Losanna, 1981) in mostra a Palazzo Di Lorenzo. L’artista dopo aver fotografato durante la sua residenza a Gibellina dettagli ed elementi architettonici, li ricompone in un'immagine panoramica, che mette a confronto gli ideali dell'uomo dietro la pianificazione urbana della città con le crepe che si verificano nella vita quotidiana. La vita di Gibellina è al centro anche dell’opera di Rossana Taormina (Partanna, 1972), fotografa belicina, che ha vissuto i primi anni di vita nelle baraccopoli di Gibellina, sorta dopo il terremoto del 1968. Un’esperienza che influenza la produzione artistica, a partire dalla mostra Imprinting, esposta presso il Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi.
Ieva Stankuté (Lithuania, 1996) "About the belly button", presenta un progetto-libro su gioie, dolori, fatiche della maternità rappresentante attraverso l’uso dei colori. La figura umana è centrale anche nei lavori di Charles Fréger (Francia, 1975) che da oltre vent’anni attraversa l’Europa da Nord a Sud alla ricerca della “figura del selvaggio” così come sopravvive nelle tradizioni popolari locali, raccontate in "Wilder Mann" in mostra all’Orto Botanico.
I processi di colonizzazione e decolonizzazione, sono al centro del lavoro della fotografa e cineasta spagnola Gloria Oyarzabal, (Londra, 1971), che in "Appunti per un'Orestiade africana – a democracy in fatigue", rende omaggio a Pasolini e al suo omonimo film.
“L’alchimista dell’immagine” Kensuke Koike (Nagoya, Giappone, 1980) in Fragmented Identity, esposto a Palazzo Di Lorenzo, presenta opere d’arte tridimensionali che esplorano il concetto di identità suscitando una riflessione sul ruolo della tecnologia nell’arte. Cédric Raccio (Svizzera, 1981) in "Hyperobjects" al Labirinto, utilizza tecniche sperimentali per trasformare elementi virtuali in oggetti fisici, combinando centinaia di foto personali e artistiche memorizzate sul cellulare. Francesca Serravalle, presenta "Magnification", esposto al Moma Cafè. Un lavoro in cui frammenti scomposti e ricomposti di immagini diventano nuove fotografie.
Jonas Bendiksen (Norvegia, 1977) in "The Book of Veles" racconta il caso di una città della Macedonia settentrionale, salita alla ribalta mondiale come epicentro della produzione di fake news durante le elezioni americane del 2016. Solo che il suo libro è a sua volta un falso. "The Book of Veles" è una provocazione, un esperimento che nasconde una critica radicale della fotografia contemporanea.
L’archetipo della realtà parallela riguarda anche il lavoro di Salvatore Di Gregorio (Caltagirone, 1979), che in "Sicily Not Alaska" racconta il sogno americano attraverso la Sicilia, in un mondo immaginario in cui il 49° Stato degli Usa è l’isola proprio la Sicilia e non l’Alaska. In "Mefite", Salvatore Esposito (Napoli, 1955) celebra un antico santuario pagano che si trova nella valle dell’Ansanto, in Irpinia.
Rossella Pezzino de Geronimo (Catania, 1950) affronta l’uso di nuove tecnologie trasformando la fotografia in un’opera immersiva, capace di coinvolgere tutti i sensi. L'artista siciliana esporrà presso la Sala consiliare del Municipio di Gibellina 8 opere in realtà aumentata e 4 ologrammi.
Completano il programma i fotografi della Sicily Masterclass, nata sulla scia del lavoro di Mimì Mollica In Limbo, sulla lunga e controversa ricostruzione dei paesi della Valle del Belice, dopo il terremoto del 1968. Deriva da qui il progetto collettivo Fracture, in cui gli artisti residenti offrono uno sguardo sfaccettato sulle persone, sui luoghi e sullo spirito della dialettica tra urbano e rurale, nuovo e vecchio, degrado e rigenerazione.
LA STORIA DI GIBELLINA PHOTOROAD
Sin dalla sua prima edizione nel 2016, il festival ha portato in Sicilia artisti e fotografi noti a livello internazionale tra i quali Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruce Gilden, Mustafa Sabbagh, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Valérie Jouve, solo per citarne alcuni, le cui testimonianze rimangono oggi nelle installazioni visionarie che dialogano con la città, come ad esempio la grande opera permanente Gibellina Selfie di Joan Fontcuberta, e Andata e Ritorno di Moira Ricci nello storico Palazzo di Lorenzo, e nelle opere facenti parte della Collezione permanente di fotografia della Fondazione Orestiadi inaugurata nel 2021.
Nelle passate edizioni il festival ha presentato il lavoro di 120 artisti in 90 esposizioni site-specific.
I PARTNER DEL FESTIVAL
Anche per la sua quarta edizione il festival è realizzato grazie ad una rete di partner istituzionali di eccellenza, locali, nazionali e internazionali, tra cui GAL Valle del Belice, Rete Museale e Naturale Belicina, Ambasciata della Repubblica di Lituania, Lithuanian Cultural Institute, Mondriaan Fund, Pro Helvetia, Office for Contemporary Art Norway - OCA, Ville de Lausanne. Numerosi anche i partner culturali tra cui Made Program, Accademia Belle Arti Palermo, Sicily Photo Masterclass, ISPA - Italian Sustainability Photo Award, CHARTA- Photobook Festival, Marina di libri, Cresm. Sponsor del festival sono: Tenute Orestiadi, Moma Café, Visual, Artensis, Gibeltrasfer, Ricoh, Eliostile, Autoservizi Salemi.
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