Tre sguardi al Femminile. Francesca Woodman, Floria Sigismondi, Michela Forte

Tre sguardi al Femminile. Francesca Woodman, Floria Sigismondi, Michela Forte

 

Dal 11 Febbraio 2021 al 01 Maggio 2021

Torino

Luogo: Galleria In Arco

Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto 1/3

Telefono per informazioni: +39 011 19665399

E-Mail info: info@in-arco.com

Sito ufficiale: http://www.in-arco.com


Questa mostra mette a confronto tre artiste molto diverse, ma unite dalla complessa personalità del proprio linguaggio. Entrambi utilizzano - se non in modo peculiare, come nel caso della Woodman – il proprio autoritratto, in modo citazionista per Floria Sigismondi o con fini evocativi, come nel caso di Michela Forte. Altro elemento caratterizzante è la creazione di personali set, dove inscenare le proprie realizzazioni utilizzando materiali eterogenei e non convenzionali. Tutto ciò messo a confronto porta ad istintive riflessioni sul fare arte e sul coinvogimento personale, affrontando temi classici ed esistenziali che non hanno limiti di tempo e di interazione.

Francesca Woodman sviluppa, attraverso le sue immagini, temi filosofici e psicologici, creando all’interno del proprio ambiente domestico personalissime architetture che evocano antichi miti. Isolata nel suo studio la Woodman ha saputo raccontare l’ epoca della sua generazione, partendo dai ricordi d’infanzia e svelando senza remore né pudori le sue più intime paure e frustrazioni.

Floria Sigismondi, perfettamente integrata in un preciso background culturale nato nella prima metà degli anni ’90, ha sviluppato un linguaggio visivo basato sulla citazione, la ripetizione differente e la trasversalità dei contesti, proponendo un immaginario basato su un attento studio della realtà e delle sue possibili forme ed espressioni. Nella sua opera traspare un vago malessere esistenziale, un modo nuovo di intendere il corpo ed il linguaggio che ne consegue, esprimendone tutta l’inquietudine contemporanea.

Michela Forte, già dai primissimi autoritratti realizzati all’interno dei set fotografici domestici, esprime una fitta rete di simbologie e rimandi letterali che alterano la lettura delle immagini, disseminando qua e là tracce di desiderio, di celate intenzioni ed introspezioni. L’uso stesso che fa l’artista del bianco e nero, controllando minuziosamente sfumature e contrasti in camera oscura, colloca la sua opera in una dimensione più astratta e onirica; la sua opera viene realizzata con l’utilizzo di oggetti inconsueti, strumenti medicali e comuni elementi naturali nei quali l’artista trasferisce le proprie emozioni, in un processo simile a quello del transfert psicanalitico.

Inaugurazione giovedì 11 febbraio ore 18

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