Simona da Pozzo. Glocary
![Simona da Pozzo. Glocary, Reggia di Venaria Reale Simona da Pozzo. Glocary, Reggia di Venaria Reale](http://www.arte.it/foto/600x450/ae/16279-pozzo.jpg)
Simona da Pozzo. Glocary, Reggia di Venaria Reale
Dal 16 Giugno 2013 al 23 Giugno 2013
Venaria Reale | Torino
Luogo: Reggia di Venaria Reale
Indirizzo: piazza della Repubblica 4
Orari: domenica 16 e 23 giugno dalle ore 11
Curatori: network Su Misura
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 4, scuole e minori di 6 anni gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 4593675/ 328 9781241
E-Mail info: comunicazione@lavenariareale.it
Sito ufficiale: http://www.lavenaria.it/web/
Prodotto da IN SITU all’interno di META projcet ed EX-VOTO (Radical Public Culture) con il supporto della Commissione Europea (DGEAC – programma culturale) sarà presso i Giardini Reggia di Venaria (domenica 16 e 23 giugno dalle ore 11.00) nell’ambito di Giornate da Re la seconda tappa di Glocary dell’artista Simona da Pozzo.
Il progetto, a cura del network Su Misura, è prodotto da IN SITU all’interno di META projcet ed EX-VOTO (Radical Public Culture) di Milano, con il supporto della Commissione Europea (DGEAC – programma culturale).
Glocary parte dal presupposto che la lingua sia uno strumento culturale da abitare emotivamente. Glocary lavora sulla lingua viva, quella che ereditiamo e che viene ri-attualizzata mano a mano che la utilizziamo, man mano che interagiamo con le persone che incontriamo e con l’habitat che ci circonda.
Glocary indaga l’originalità della parola intesa come qualcosa che definisce qualcosa d’unico, peculiare di qualcuno, o inteso come qualcosa di bizzarro e nuovo, di inventato.
Durante le due Giornate da Re i visitatori vedranno risalire Da Pozzo con un’installazione lavagna da Piazza Annunziata su per via Mensa fino ai giardini della Reggia di Venaria.
Fra l’artista e i passanti si avvierà di volta in volta un dialogo o meglio una contrattazione. Lo scopo di Da Pozzo è quello di carpire ai visitatori una parola che appartiene alla loro sfera intima, familiare o comunque privata, un termine come ad esempio MANOMANO, che indica un pezzo di parmigiano da afferrare con entrambe le mani, o PUFFIDICAPRET ovvero una persona che emana un odore animale anche dopo essersi imbellettata e profumata o SBURBI, che annuncia l’approssimarsi di una coccola molto violenta.
Questi termini possono essere definiti come dei codici che possono essere riconosciuti e decifrati solo da chi ha una relazione davvero stretta con chi li usa.
Attraverso questa azione performance con il pubblico, nominata Con parole tue, Da Pozzo cerca e colleziona parole che gli abitanti di un luogo inventano per dar voce al loro vissuto, ai loro stati d’animo, ad oggetti e situazioni di vario genere.
Una volta finita la “compravendita”, la parola ceduta a Da Pozzo diventerà parte ufficiale di un dizionario illustrato e libro d’artista Glossario Glocal.
Il fruitore dona quindi alla collettività una parte assolutamente originale si sé stesso. Attraverso questa condivisione con gli altri, è così che lo spazio pubblico viene reso intimo e domestico.
Con Glocary Da Pozzo compie una appropriazione intima ed emotiva del linguaggio.
Come i progetti Suoli portatili ed Erba medica, anche Glocary ha una struttura a scatole cinesi in cui gli elementi più piccoli si ripetono e si sommano qualitativamente per creare un’opera contenitore più vasta.
Il progetto, a cura del network Su Misura, è prodotto da IN SITU all’interno di META projcet ed EX-VOTO (Radical Public Culture) di Milano, con il supporto della Commissione Europea (DGEAC – programma culturale).
Glocary parte dal presupposto che la lingua sia uno strumento culturale da abitare emotivamente. Glocary lavora sulla lingua viva, quella che ereditiamo e che viene ri-attualizzata mano a mano che la utilizziamo, man mano che interagiamo con le persone che incontriamo e con l’habitat che ci circonda.
Glocary indaga l’originalità della parola intesa come qualcosa che definisce qualcosa d’unico, peculiare di qualcuno, o inteso come qualcosa di bizzarro e nuovo, di inventato.
Durante le due Giornate da Re i visitatori vedranno risalire Da Pozzo con un’installazione lavagna da Piazza Annunziata su per via Mensa fino ai giardini della Reggia di Venaria.
Fra l’artista e i passanti si avvierà di volta in volta un dialogo o meglio una contrattazione. Lo scopo di Da Pozzo è quello di carpire ai visitatori una parola che appartiene alla loro sfera intima, familiare o comunque privata, un termine come ad esempio MANOMANO, che indica un pezzo di parmigiano da afferrare con entrambe le mani, o PUFFIDICAPRET ovvero una persona che emana un odore animale anche dopo essersi imbellettata e profumata o SBURBI, che annuncia l’approssimarsi di una coccola molto violenta.
Questi termini possono essere definiti come dei codici che possono essere riconosciuti e decifrati solo da chi ha una relazione davvero stretta con chi li usa.
Attraverso questa azione performance con il pubblico, nominata Con parole tue, Da Pozzo cerca e colleziona parole che gli abitanti di un luogo inventano per dar voce al loro vissuto, ai loro stati d’animo, ad oggetti e situazioni di vario genere.
Una volta finita la “compravendita”, la parola ceduta a Da Pozzo diventerà parte ufficiale di un dizionario illustrato e libro d’artista Glossario Glocal.
Il fruitore dona quindi alla collettività una parte assolutamente originale si sé stesso. Attraverso questa condivisione con gli altri, è così che lo spazio pubblico viene reso intimo e domestico.
Con Glocary Da Pozzo compie una appropriazione intima ed emotiva del linguaggio.
Come i progetti Suoli portatili ed Erba medica, anche Glocary ha una struttura a scatole cinesi in cui gli elementi più piccoli si ripetono e si sommano qualitativamente per creare un’opera contenitore più vasta.
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