SHINHANGA. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi

Ito Shinsui, Hazy Moon on a Spring Night, 1931 [sigillo tokubetsusen]. Editore Watanabe Shozaburo, 27,7x43,5 cm.

 

Dal 08 Marzo 2024 al 30 Giugno 2024

Torino

Luogo: Palazzo Barolo

Indirizzo: Via delle Orfane 7/A

Orari: Martedì - mercoledì - giovedì – venerdì: 10:00 – 19:00 Sabato - domenica: 10:00 – 20:00 Aperture straordinarie Domenica 31 marzo 2024 Lunedì 1° aprile 2024 Giovedì 25 aprile 2024 Mercoledì 1° maggio 2024 Domenica 2 Giugno 2024

Curatori: Paola Scrolavezza

Costo del biglietto: Intero: 14,50 € Ridotto: 13 € Ridotto per possessori di Torino + Piemonte Card, Abbonamento Musei e Card Cultura: 12,00 € Ridotto SPECIALE bambini (dai 6 ai 12 anni): 5 € Ridotto OPEN: 16 € Ridotto Scuole: 5 € - prenotazione obbligatoria a gruppi@vertigosyndrome.it Ridotto Gruppi (min. 15 persone): 13 € - prenotazione obbligatoria a gruppi@vertigosyndrome.it Omaggio bambini sino a 6 anni, persone con disabilità con certificato superiore al 75%, soci ICOM, guide turistiche abilitate, giornalisti

Sito ufficiale: http://www.shinhanga.it


Vertigo Syndrome con il patrocinio del Comune di Torino e del Consolato Generale del Giappone a Milano, è orgogliosa di presentare “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi", la prima mostra mai realizzata in Italia sull’arte degli shinhanga, a cura di Paola Scrolavezza, che si terrà a Torino,a Palazzo Barolodall’8 Marzo al 30 Giugno 2024.
 
“Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi”, attraverso l'esposizione di opere magistrali mai viste in Italia, provenienti da collezioni private e dalla Japanese Gallery Kensington di Londra, ma anche preziosi kimonofotografie storiche e oggetti d’arredo, celebra la continuità e l'evoluzione della tradizione artistica giapponese, mostrando come il movimento shinhanga abbia saputo preservare le tecniche secolari dell'incisione su legno pur introducendo prospettive innovative e influenze d’oltreoceano.
 
UN VIAGGIO VERSO LA MODERNITA’
Dai grandi soggetti dell’ukiyoe ai paesaggi suburbani e ai nuovi modelli femminili
 
Pigmenti brillanti, atmosfere malinconiche e silenziose, sospese tra un legame profondo con la tradizione e l’avanzare inesorabile del progresso. Questo è lo shinhanga, letteralmente “la nuova xilografia”, movimento nato ufficialmente nel 1916 grazie all’opera di artisti come Itō Shinsui e Kawase Hasui, che allontanandosi dai soggetti della corrente dell’ukiyoe – iconici paesaggi raffiguranti località celebri, famose geisha o personaggi legati al mondo dei teatri più in voga – prediligono invece scorci caratteristici della provincia rurale o dei sobborghi cittadini, non ancora raggiunti dalla modernizzazione, quali rovine, templi antichi, immagini campestri, scene notturne illuminate dalla luna piena e dalle luci dei lampioni. A queste vedute impressionistiche si aggiungono ben presto nuovi tipi di bijinga, i ritratti femminili, adesso non più dedicati a modelli celebri e irraggiungibili, ma alle donne dei tempi moderni, ritratte nella loro quotidianità, mentre si acconciano i capelli o si applicano il trucco, giovani dai cui occhi trapelano emozioni, sogni e rimpianti.
 
UN SISMA NELL’ARTE
Le stampe prima e dopo il grande terremoto del 1923: un nuovo Giappone, un nuovo shinhanga  

Il percorso espositivo, pensato per appassionare e incuriosire il più vasto pubblico, procede proprio attraverso l’abbinamento di paesaggi e bijinga, e trova il suo fulcro centrale e punto di snodo nel grande terremoto del Kantō del 1° settembre 1923, il peggiore nella storia del Giappone. Seguito da violenti incendi che divamparono per ben due giorni, alimentati dai venti di un tifone, causò oltre 100.000 morti e rase completamente al suolo una vasta area attorno alla capitale: dalle ceneri nasceva una nuova Tokyo, sempre più proiettata verso il futuro, e con lei una società all’avanguardia e aperta allo stile di vita occidentale. 
 
Dopo il sisma, la produzione delle incisioni shinhanga si intensifica al ritmo frenetico della ricostruzione urbana, assorbe la nuova atmosfera e la racconta in una produzione sempre più diversificata. Agli scorci caratteristici si aggiungono angoli metropolitani con strade deserte, case dalle cui finestre filtra un’illuminazione densa e artificiale; nelle opere si nota adesso l’assenza di figure umane, prevalgono pioggia e neve a simboleggiare la lotta dell’umanità con gli elementi naturali. Tutto, nelle xilografie prodotte dopo il disastro, racconta il senso di smarrimento e la solitudine dell’individuo di fronte alla fragilità dell’esistenza. Allo stesso modo, nei bijinga si affievolisce ulteriormente, fino a scomparire del tutto, il nesso con il mondo dell’intrattenimento notturno tipico dell’ukiyoe. Le ragazze immortalate nelle illustrazioni non soltanto sono donne comuni, ma iniziano a muoversi anche al di fuori delle mura domestiche, nelle vie o nei locali dei quartieri alla moda: sono cameriere, insegnanti, infermiere e dattilografe, giovani indipendenti e istruite, emancipate, pronte a cogliere le numerose opportunità che il nuovo Giappone offre loro.
 
L’EPOCA DELLO SHINHANGA
Tra urbanizzazione e fermento culturale
 
Affermatosi all’inizio della democrazia Taishō (1912-1926) e proseguito fino agli anni Quaranta del Novecento, lo shinhanga è il riflesso artistico di un periodo straordinario del Giappone contemporaneo, che sulla scia del rinnovamento già avviato in epoca Meiji è caratterizzato da un’atmosfera di estrema libertà e fermento culturale. Sullo sfondo dell’urbanizzazione, le principali città divengono i centri di un’arte e di una cultura sempre più alla portata di tutti, aperte alla nuova borghesia e al nuovo pubblico che dalla provincia affluisce nelle metropoli, attratto dalla prospettiva dell’ascesa economica e sociale e dallo stile di vita anticonformista e moderno. È in questo contesto che alcuni editori e stampatori illuminati, tra i quali spicca la figura emblematica di Watanabe Shōzaburō, danno impulso allo sviluppo del movimento, intenzionati a produrre un’arte autoctona e innovativa servendosi però del processo tradizionale dello hanmoto, ovvero l’“atelier” – lo stesso utilizzato dai maestri dell’ukiyoe – che vede l’artista occuparsi dell’ideazione e del disegno, affidando all’incisore, al tipografo e all’editore le fasi successive della produzione e diffusione delle stampe. 
 
IL VENTO BORGHESE DEL CAMBIAMENTO
La seduzione del fascino dell’estremo, esotico oriente
 
Con l’aiuto di scattivideo e riviste d’epocaabiti femminili che ricordano la tradizione giapponese ma nei quali già si intravede l’influenza modernizzatrice d’oltreoceano, “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi” ricrea l’atmosfera densa di aspettativa e nostalgia di inizio secolo e presenta al pubblico un’incredibile corrente artistica ancora sconosciuta in Italia, raccontandola in maniera affascinante e coinvolgente e dipingendo, attraverso di essa, uno spaccato vivido e intenso del Giappone tra le due guerre.
 
Dalle stampe dominate dai toni più cupi del blu – dove l’unica nota di luce è la luna – alle marine bagnate dal sole al tramonto o dalla luce delle lanterne delle imbarcazioni, fino alle pagode che svettano sui ciliegi in piena fioritura, quello che viene alla luce è un paesaggio ideale, emozionale e simbolico, uno sfondo sul quale spiccano le silhouettes femminili, icone malinconiche e inquiete della conquista della modernità.
 
La mostra “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi" è curata da Paola Scrolavezzaesperta di Cultura e Letteratura Giapponese e docente presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna, con la consulenza artistica di Marco Fagiolicollezionista, storica autorità dell’arte giapponese e autore di numerose pubblicazioni,  che l’ha affiancata nella selezione di ogni opera esposta per guidare i visitatori in un viaggio attraverso la bellezza e la trasformazione del paesaggio e della cultura giapponese nei primi decenni del Novecento.
 
La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira Editore a cura di Paola Scrolavezza.  
 
Per tutto il periodo di apertura la mostra proporrà un fitto calendario di eventi collaterali, tra laboratori, conferenze, presentazioni di libri e molti altri incontri dedicati al tema dell’esposizione.
VERTIGO SYNDROME
Una crociata contro l'uggia delle mostre d’arte
 
Vertigo Syndrome è stata fondata da Chiara Spinnato e Filippo Giunti nel gennaio 2022 e si occupa di ideazione, organizzazione e produzione di mostre “dall’idea al chiodo”.
 
Le mostre presentate da Vertigo Syndrome sono escogitate e costruite partendo dal presupposto che i visitatori abbiano tutto il diritto di essere impreparati quando fanno il primo passo all’interno dei percorsi espositivi, senza per questo provare imbarazzo o fingersi informati. 
 
La missione non è spiegare tutto, ma far nascere lo slancio e la passione di voler sapere qualcosa di nuovo e avere la soddisfazione di saperlo spiegare agli altri. Vertigo Syndrome sostiene che anche la mostra d’arte apparentemente più astrusa possa diventare bella se qualcuno ti stimola a guardarla in maniera emozionante. 
 
Vertigo Syndrome è una dichiarazione di guerra alla noia della maggior parte delle mostre d’arte. Sappiamo che leggere pannelli fitti di date e dettagli tecnici non è divertente e non avvicina nessun visitatore alla conoscenza di un artista o delle sue opere. “Mostra. Non Spiegare” è il nostro grido di battaglia.
 
Cerchiamo di offrire ai visitatori un viaggio, intrapreso in solitudine o in calorosa compagnia, in luoghi ed ambienti molto suggestivi e capaci di indurre forti emozioni che si manifestano sotto forma di espressione artistica, come accade talvolta con i sogni.
 
Catalogo mostra: Skira (skira.net)


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