ProtoBalla. La Torino del giovane Balla
![Giacomo Balla, Studio libero per il ritratto di Clelia Ghedini Marani, 1907, Disegno a matita nera, tempera e carbone su carta, 22.5 x 25 cm Giacomo Balla, Studio libero per il ritratto di Clelia Ghedini Marani, 1907, Disegno a matita nera, tempera e carbone su carta, 22.5 x 25 cm](http://www.arte.it/foto/600x450/da/55415-balla.jpg)
Giacomo Balla, Studio libero per il ritratto di Clelia Ghedini Marani, 1907, Disegno a matita nera, tempera e carbone su carta, 22.5 x 25 cm
Dal 05 Novembre 2016 al 27 Febbraio 2017
Torino
Luogo: GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: via Magenta 31
Orari: da martedì a domenica 10-18. La biglietteria chiude un'ora prima
Curatori: Virginia Bertone, Filippo Bosco
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8. Il primo martedì del mese, non festivo, l'ingresso è gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 4429518
Sito ufficiale: http://www.gamtorino.it/it
L’intento dell’esposizione PROTOBALLA è raccontare il legame del pittore con Torino, dove Giacomo Balla visse fino al 1895. A partire dalla documentazione del poverissimo Borgo del Rubatto, dove nacque nel 1871, si seguono le amicizie e la complessa formazione dell’artista. Un dialogo con la pittura piemontese che giunge fino al 1907, anno in cui Balla realizza lo straordinario Ritratto di Clelia Ghedini Marani, conservato alla GAM, e anno in cui si tolse la vita Giuseppe Pellizza da Volpedo, le cui ricerche sul fronte divisionista e simbolista furono un punto di riferimento cruciale per la ricerca giovanile di Balla.
Realizzata con il generoso contributo della Fondazione Ferrero, la mostra è pensata come approfondimento di uno dei capitoli ancora poco indagati della vita di Giacomo Balla: un ideale complemento alla mostra FUTURBALLA alla Fondazione Ferrero di Alba.
Curata dal Conservatore capo della GAM Virginia Bertone e da Filippo Bosco, allievo della Normale di Pisa, la mostra offre un ritratto della scena artistica torinese fin de siècle in relazione alla formazione e alle amicizie di Giacomo Balla, che sotto il profilo professionale si affermerà poi a Roma all’inizio del Novecento. In mostra sono esposte per la prima volta le rare fotografie di Mario Gabinio che documentano la realtà povera dei sobborghi torinesi, e in particolare del quartiere Rubatto, accanto al grande dipinto di Giacomo Grosso, il Ritratto di Olimpia Oytana Barucchi e allo studio di Balla per il Ritratto di Clelia Ghedini Marani, oltre a opere di Federico Boccardo, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Pilade Bertieri, Felice Carena e Antonio Maria Mucchi. In mostra anche diverse riproduzioni di documenti di Giacomo Balla conservati all’Accademia Albertina.
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