Pittoriscrittori
Dal 19 Aprile 2013 al 22 Giugno 2013
Torino
Luogo: Spazio Don Chisciotte
Indirizzo: via della Rocca 37
Orari: da martedì a giovedì 15.30-19.30; venerdì e sabato 10-12.30/ 15.30-19.30
Telefono per informazioni: +39 339 3576449
E-Mail info: info@fondazionebottarilattes.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionebottarilattes.it.
Nove pittori scrittori per un nuovo spazio espositivo. Giovedì 18 aprile apre a Torino Spazio Don Chisciotte con la mostra Pittoriscrittori: una ventina di opere di alcuni protagonisti culturali del Novecento, che hanno dedicato la loro vita alla pittura e alla letteratura, alle immagini e alle parole: Luigi Bartolini, Dino Buzzati, Italo Cremona, Filippo de Pisis, Albino Galvano, Mario Lattes, Carlo Levi, Alberto Savinio, Emilio Tadini.
Spazio Don Chisciotte è il nuovo luogo espositivo ideato e voluto da Caterina Bottari Lattes, presidente della Fondazione Bottari Lattes. Porta il nome della storica galleria romana diretta da Giuliano De Marsanich, che aprì la sua attività nel 1962, testimonial Alberto Moravia, proprio con una mostra di Mario Lattes. Idealmente dedicata allo scrittore e pittore scomparso nel 2001, la rassegna torinese presenta nove artisti che, come Lattes, trovarono nella pittura e nella scrittura scambievole e paritaria modalità espressiva.
Curata da Vincenzo Gatti, la mostra è aperta fino a sabato 22 giugno (da martedì a giovedì 15,30-19,30; venerdì e sabato 10-12,30 e 15,30-19,30) ed è realizzata da Spazio Don Chisciotte in collaborazione con la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba.
Il catalogo Pittoriscrittori, distribuito presso lo Spazio Don Chisciotte, presenta un saggio introduttivo di Bruno Quaranta, che ritrae i nove artisti nel loro percorso artistico, sospeso tra penna e pennello.
Ai nove pittori scrittori saranno dedicati incontri tematici, tenuti da critici d’arte, critici letterari e scrittori, sempre allo Spazio Don Chisciotte, per indagare sui legami tra le loro opere visive e quelle scritte. Il programma degli appuntamenti sarà pubblicato sul sito www.fondazionebottarilattes.it.
L’esposizione raccoglie personalità di area torinese (Cremona, Galvano, Lattes, Levi), accanto a protagonisti storici della ricerca artistica del Novecento, come Savinio e de Pisis. In tempi più vicini si colloca l’opera del milanese Tadini, mentre con Bartolini e Buzzati ci si trova di fronte a individualità del tutto originali: Bartolini, incisore tra i più grandi del secolo scorso, acceso polemista e umoroso scrittore, e Buzzati, il grande visionario della letteratura, che diceva: “…Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa…”. In queste parole potrebbe forse riassumersi il senso profondo della ricerca che accomuna gli artisti in mostra.
Spiega Bruno Quaranta nella sua introduzione al catalogo: «Che cosa accomuna Mario Lattes e Carlo Levi, Dino Buzzati e Albino, Galvano, Italo Cremona e Luigi Bartolini, Alberto Savinio e Emilio Tadini e Filippo De Pisis qui adunati? L’essere pittori e scrittori, indissolubilmente, esibendo una sola carta d’identità. Lo stesso Montale, sospeso fra accordi e pastelli, preoccupato di distinguere fra primo e secondo mestiere, infine comporrà ad unità e l’uno e l’altro, benedicendo il secondo, ed eventualmente il terzo, che consentono di salvare la dignità della poesia, non riducendola a merce, tutelandone la libera, liberissima manifestazione.
Nella città jamesiana che è Torino – come non evocare la devozione di un Maestro incisore quale Mario Calandri verso Giro di vite –, una mostra di arte e letteratura naturalmente s’impone. Immagini e parole irrevocabilmente intrecciate».
Tra le opere in mostra, provenienti da collezioni private: La fragile conchiglia (1936) di LuigiBartolini; Il Babau (1967) di Dino Buzzati; Vittoria sul cavallo di gesso (1939) di Italo Cremona;Vaso di Fiori (1944) di Filippo de Pisis; Calligramma (1960) di Albino Galvano; Biblioteca(1991) di Mario Lattes; Il fratello (1926) di Carlo Levi; Prometeo (1929) di Alberto Savinio;Museo dell’uomo (1974) di Emilio Tadini.
Spazio Don Chisciotte è il nuovo luogo espositivo ideato e voluto da Caterina Bottari Lattes, presidente della Fondazione Bottari Lattes. Porta il nome della storica galleria romana diretta da Giuliano De Marsanich, che aprì la sua attività nel 1962, testimonial Alberto Moravia, proprio con una mostra di Mario Lattes. Idealmente dedicata allo scrittore e pittore scomparso nel 2001, la rassegna torinese presenta nove artisti che, come Lattes, trovarono nella pittura e nella scrittura scambievole e paritaria modalità espressiva.
Curata da Vincenzo Gatti, la mostra è aperta fino a sabato 22 giugno (da martedì a giovedì 15,30-19,30; venerdì e sabato 10-12,30 e 15,30-19,30) ed è realizzata da Spazio Don Chisciotte in collaborazione con la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba.
Il catalogo Pittoriscrittori, distribuito presso lo Spazio Don Chisciotte, presenta un saggio introduttivo di Bruno Quaranta, che ritrae i nove artisti nel loro percorso artistico, sospeso tra penna e pennello.
Ai nove pittori scrittori saranno dedicati incontri tematici, tenuti da critici d’arte, critici letterari e scrittori, sempre allo Spazio Don Chisciotte, per indagare sui legami tra le loro opere visive e quelle scritte. Il programma degli appuntamenti sarà pubblicato sul sito www.fondazionebottarilattes.it.
L’esposizione raccoglie personalità di area torinese (Cremona, Galvano, Lattes, Levi), accanto a protagonisti storici della ricerca artistica del Novecento, come Savinio e de Pisis. In tempi più vicini si colloca l’opera del milanese Tadini, mentre con Bartolini e Buzzati ci si trova di fronte a individualità del tutto originali: Bartolini, incisore tra i più grandi del secolo scorso, acceso polemista e umoroso scrittore, e Buzzati, il grande visionario della letteratura, che diceva: “…Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa…”. In queste parole potrebbe forse riassumersi il senso profondo della ricerca che accomuna gli artisti in mostra.
Spiega Bruno Quaranta nella sua introduzione al catalogo: «Che cosa accomuna Mario Lattes e Carlo Levi, Dino Buzzati e Albino, Galvano, Italo Cremona e Luigi Bartolini, Alberto Savinio e Emilio Tadini e Filippo De Pisis qui adunati? L’essere pittori e scrittori, indissolubilmente, esibendo una sola carta d’identità. Lo stesso Montale, sospeso fra accordi e pastelli, preoccupato di distinguere fra primo e secondo mestiere, infine comporrà ad unità e l’uno e l’altro, benedicendo il secondo, ed eventualmente il terzo, che consentono di salvare la dignità della poesia, non riducendola a merce, tutelandone la libera, liberissima manifestazione.
Nella città jamesiana che è Torino – come non evocare la devozione di un Maestro incisore quale Mario Calandri verso Giro di vite –, una mostra di arte e letteratura naturalmente s’impone. Immagini e parole irrevocabilmente intrecciate».
Tra le opere in mostra, provenienti da collezioni private: La fragile conchiglia (1936) di LuigiBartolini; Il Babau (1967) di Dino Buzzati; Vittoria sul cavallo di gesso (1939) di Italo Cremona;Vaso di Fiori (1944) di Filippo de Pisis; Calligramma (1960) di Albino Galvano; Biblioteca(1991) di Mario Lattes; Il fratello (1926) di Carlo Levi; Prometeo (1929) di Alberto Savinio;Museo dell’uomo (1974) di Emilio Tadini.
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