Mario Cresci. Ri-creazioni

© Mario Cresci | Mario Cresci, Rotazione, Dalla serie Metamorfosi, Bergamo, 2016

 

Dal 15 Settembre 2016 al 16 Ottobre 2016

Torino

Luogo: CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Indirizzo: via delle Rosine 18

Orari: 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso

Enti promotori:

  • Con il patrocinio di MiBACT
  • Regione Piemonte
  • Città di Torino

Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 6, gratuito per bambini fino a 12 anni e per i possessori della Torino+Piemonte Card

E-Mail info: camera@camera.to

Sito ufficiale: http://camera.to



Ri-creazioni è il progetto che rilegge, ricrea e reinventa i materiali dell’Archivio Fotografico Eni attraverso lo sguardo e la sensibilità di Mario Cresci, per dare vita a un ampio percorso di approfondimento all’interno del complesso universo creativo del fotografo, tra le sue tecniche, le sue intuizioni e le sue invenzioni.

L’Archivio Fotografico Eni custodisce centinaia di migliaia di materiali, tra stampe in bianco e nero e a colori, diapositive e negativi. Si tratta di un patrimonio di alto valore storico e artistico, capace di offrire uno spaccato di tutto il XX secolo nel racconto dell’evoluzione storica, industriale e culturale Italiana.

Le fotografie dell’Archivio Eni, scattate con intento scientifico e documentaristico, diventano opere d’arte grazie all’intervento del fotografo ligure, creando un rigenerante cortocircuito creativo tra le intenzioni degli autori originali e il lavoro di Cresci.
Attraverso lo sguardo di Cresci il visitatore esplora i diversi materiali, sala dopo sala, seguendo le logiche della ri-creazione: il fotografo invita a una riflessione sugli elementi della natura portatori di vita ed energia, sulla fisica, la geometria e le percezioni che noi ne abbiamo.

La mostra si propone come l’occasione per presentare al grande pubblico non solo le risorse culturali custodite dall’Archivio, ma anche la storia dell’azienda e della sua attività con uno speciale focus sul tema dell’innovazione tecnologica che Eni promuove, offrendo allo stesso tempo la possibilità di approfondire le tecniche di lavoro sperimentale di Mario Cresci.

Le storie raccontate dalle immagini conservate prendono in questo modo nuove forme inedite e Cresci regala al visitatore un nuovo sguardo sulle cose. La mostra è promossa nell’ottica di una ricerca continua, un’indagine scientifica e artistica. È un racconto sull’infinito potenziale della materia dal punto di vista tecnico-scientifico e artistico.

Mario Cresci nasce a Chiavari nel 1942, è tra i primi autori della sua generazione ad applicare la cultura del progetto alla fotografia coniugandola alla sperimentazione del linguaggio visuale in ambito artistico.
Negli anni Settanta la sua formazione e gli studi di design condotti presso il Corso Superiore di Industrial Design di Venezia si confrontano nell’esperienza diretta con le culture etniche e antropologiche delle regioni del Mezzogiorno italiano, in particolar modo a Matera dove apre nel 1974 il primo studio di fotografia e graphic-design.
Tra i momenti più importanti della sua attività si annoverano: la partecipazione alle Biennali di Venezia 1971, 1979, 1993 con Muri di carta, fotografia e paesaggio dopo le avanguardie e nel 2013 con le fotografie della storica mostra Viaggio in Italia; nel 2004 l’antologica Le case della fotografia. 1966-2003 alla GAM di Torino; dal 2010 al 2012 realizza il progetto Forse Fotografia: attraverso l’arte; attraverso la traccia; attraverso l’umano rispettivamente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, alla Calcografia Nazionale di Roma e al Museo d’Arte Medioevale e Moderna della Basilicata di Matera.
Sue opere sono presenti in raccolte private d’arte e di fotografia contemporanea, nelle collezioni di diversi musei, istituti e centri di ricerca in Italia e all’estero.
Ha diretto dal 1991 al 2000 l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo e negli stessi anni ha scritto saggi e recensioni per l’inserto Cultura de “Il Sole 24 Ore”.
Mario Cresci ha pubblicato nel 2007 una sua monografia per la collana Photo ToolsFederico Motta Editore. Attualmente è docente all’ISIA di Urbino e alla Fondazione Fotografia di Modena, vive e lavora a Bergamo.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI