Ian Cheng. Emissary in the Squat of Gods
![](http://www.arte.it/foto/600x450/b7/32147-to.jpg)
Dal 24 Aprile 2015 al 11 Ottobre 2015
Torino
Luogo: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Indirizzo: via Modane 16
Orari: Giovedì: 20-23: ingresso libero. Venerdì - Sabato - Domenica: 12-19
Curatori: Hans Ulrich Obrist
Telefono per informazioni: +39 011 3797600
E-Mail info: info@fsrr.org
Sito ufficiale: http://www.fsrr.org
Il lavoro di Ian Cheng esplora la natura della mutazione e la capacità umana di relazionarsi con il cambiamento. Nelle sue simulazioni, oggetti dall’aspetto familiare sono programmati secondo alcune proprietà di base, e lasciati a influenzarsi vicendevolmente all’infinito, senza controllo autoriale. Ne risultano comportamenti spesso imprevedibili, che si combinano e si smontano in un ecosistema virtuale. Modellazione algoritmica, game design e principi di improvvisazione informano il lavoro di Cheng; queste tecnologie impiegano le abitudini e la dignità umane come materiale grezzo per una mutazione. Cheng concepisce le sue simulazioni come una sorta di ginnastica neurologica, in cui l’arte diventa un mezzo per mettere deliberatamente alla prova i sentimenti di confusione, ansia e dissonanza cognitiva che accompagnano i momenti di cambiamento.
Emissary in the Squat of Gods, 2015, è il primo episodio di una nuova serie di lavori dedicati alla storia dell’evoluzione cognitiva, passata e futura. Ispirato ai controversi scritti dello psicologo americano Julian Jaynes, il lavoro si basa sulla premessa che gli antichi non avessero coscienza. Durante i momenti di forte stress, l’essere umano pre-cosciente avrebbe sperimentato allucinazioni uditive indotte dall’emisfero destro del cervello, riconducibili a figure autoritarie – genitori, governatori, personaggi pubblici – che l’avrebbero spinto a reagire contro l’ignoto. Col passare del tempo queste voci divine hanno fallito nel rispondere alla complessità di un mondo in evoluzione, lasciando il posto a un’altra imperfetta tecnologia decisionale: la coscienza.
Emissary in the Squat of Gods è composto da due forme contraddittorie: la simulazione di un’antica popolazione che affronta una minaccia geologica, e il racconto in chiave deterministica dell’emergere della coscienza di un emissario. Costretti ad abitare lo stesso paesaggio, le due forme minacciano costantemente di destabilizzarsi e modificarsi a vicenda. In questo modo, una storia può eludere la struttura tradizionale e rimandare all’infinito la sua conclusione. Le necessità narrative possono trasformare le simulazioni in sequenze stabili governate dal caos. Un’improvvisa configurazione emozionale può crescere dentro di noi, o senza di noi.
Ian Cheng è nato a Los Angeles nel 1984. Vive e lavora a New York. Mostre personali: Real Humans (con Wu Tsang e Jordan Wolfson), Kunsthalle Düsseldorf, 2015; La Triennale di Milano, 2014; Baby ft. Bali, Standard, Oslo, 2013; Entropy Wrangler, Off Vendome, 2013; This Papaya Tastes Perfect, Formalist Sidewalk Poetry Club, 2011. Mostre collettive: Biennale di Taipei, 2014; Biennale di Lione, 2013; ProBio, MoMA PS1, 2013; A Disagreeable Object, Sculpture Center, 2012.
Emissary in the Squat of Gods, 2015, è il primo episodio di una nuova serie di lavori dedicati alla storia dell’evoluzione cognitiva, passata e futura. Ispirato ai controversi scritti dello psicologo americano Julian Jaynes, il lavoro si basa sulla premessa che gli antichi non avessero coscienza. Durante i momenti di forte stress, l’essere umano pre-cosciente avrebbe sperimentato allucinazioni uditive indotte dall’emisfero destro del cervello, riconducibili a figure autoritarie – genitori, governatori, personaggi pubblici – che l’avrebbero spinto a reagire contro l’ignoto. Col passare del tempo queste voci divine hanno fallito nel rispondere alla complessità di un mondo in evoluzione, lasciando il posto a un’altra imperfetta tecnologia decisionale: la coscienza.
Emissary in the Squat of Gods è composto da due forme contraddittorie: la simulazione di un’antica popolazione che affronta una minaccia geologica, e il racconto in chiave deterministica dell’emergere della coscienza di un emissario. Costretti ad abitare lo stesso paesaggio, le due forme minacciano costantemente di destabilizzarsi e modificarsi a vicenda. In questo modo, una storia può eludere la struttura tradizionale e rimandare all’infinito la sua conclusione. Le necessità narrative possono trasformare le simulazioni in sequenze stabili governate dal caos. Un’improvvisa configurazione emozionale può crescere dentro di noi, o senza di noi.
Ian Cheng è nato a Los Angeles nel 1984. Vive e lavora a New York. Mostre personali: Real Humans (con Wu Tsang e Jordan Wolfson), Kunsthalle Düsseldorf, 2015; La Triennale di Milano, 2014; Baby ft. Bali, Standard, Oslo, 2013; Entropy Wrangler, Off Vendome, 2013; This Papaya Tastes Perfect, Formalist Sidewalk Poetry Club, 2011. Mostre collettive: Biennale di Taipei, 2014; Biennale di Lione, 2013; ProBio, MoMA PS1, 2013; A Disagreeable Object, Sculpture Center, 2012.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
![](/public/img/mostre_su.png)
-
Dal 27 giugno 2024 al 06 giugno 2025 Torino | Gallerie d’Italia – Torino
Antonio Biasiucci. Arca
-
Dal 28 giugno 2024 al 13 ottobre 2024 Venezia | Palazzo Cini
Eleonora Duse mito contemporaneo
-
Dal 26 giugno 2024 al 22 settembre 2024 Siena | Santa Maria della Scala
Nino Migliori. LUMEN. Fonte Gaia
-
Dal 25 giugno 2024 al 01 settembre 2024 Roma | Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Luigi Bartolini incisore
-
Dal 25 giugno 2024 al 08 settembre 2024 Genova | Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Presenze dell’arte svizzera nella collezione del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
-
Dal 22 giugno 2024 al 20 ottobre 2024 Firenze | Museo Novecento e Museo degli Innocenti
Louise Bourgeois In Florence