Gianni Bertini. Il Tempo
![Gianni Bertini, Appuntamento con Mercurio, 1959, cm. 76x57, olio su tela Gianni Bertini, Appuntamento con Mercurio, 1959, cm. 76x57, olio su tela](http://www.arte.it/foto/600x450/37/70335-bertini.jpg)
Gianni Bertini, Appuntamento con Mercurio, 1959, cm. 76x57, olio su tela
Dal 04 Novembre 2017 al 09 Dicembre 2017
Torino
Luogo: Galleria RoccaTre
Indirizzo: via della Rocca 3/b
Orari: martedì-sabato: 10.30-12.30 / 15.30-19.30
Curatori: Raffaella A. Caruso
Telefono per informazioni: +39 011836765
E-Mail info: roccatre@gmail.com
Sito ufficiale: http://https://www.galleriaroccatre.com
Inaugura sabato 4 novembre alle ore 19 presso la Galleria RoccaTre Gianni Bertini. Il Tempo a cura di Raffaella A. Caruso.
La mostra che apre durante la notte delle arti contemporanee è un focus particolare sulla figura di Gianni Bertini e analizza attraverso opere che vanno dal 1949 al nuovo Millennio il tema del tempo come costante della sua produzione.
Così se da un lato il tempo è la struttura ritmica portante di ogni composizione, dall’altra il testo in catalogo, dello stesso curatore, evidenzia come Bertini abbia percorso e anticipato ogni movimento artistico dalla fine degli anni 40 (Mac, Nucleare, Informale) uscendone prima che diventasse per lui esercizio di stile: “È irrequieto Bertini, o forse sente battere il tempo, è figlio del Futurismo e attraversa dunque correndo tutti i movimenti di punta dell’arte europea, abbandonandoli quando diventano scuola.
Ama il gesto ampio, irruente, quello che crea ma sa distruggere, e l’iperuranio delle idee dove lettere e numeri se ne stanno da soli in pace, senza dovere rispondere all’impaginato squallido della logica”. Così pare di sentire il ritmo di bielle pistoni ingranaggi con cui asseconda la forza gestuale delle composizioni informali, e il fruscio delle pagine di quei giornali dalle cui immagini assembla rapido le opere con cui dà il via la pop art italiana. Lo spettatore si trova così catapultato in una dimensione narrativa dove conta solo l’immagine, e un racconto istantaneo in cui prima e dopo si prendono beffe dello spettatore. Tra le opere in mostra un rarissimo Grido (Tricolore, 1949), una tela del MAC (Autografico, 1949) con cui Bertini partecipa alla Biennale di Venezia del 1950, la celeberrima Tempesta sull’Olimpo del 1955 sino alle opere della Mec art e a quelle di impegno civile del ciclo Per non dimenticare sulla Guerra del Golfo in cui Bertini sperimenta la pittura digitale che nel nuovo Millennio meglio gli permette di seguire il rapido correre delle idee.
“Per Talete il principio di tutto è l’acqua, per Eraclito il fuoco. Per me il principio di tutto è il movimento. Non riesco a rimanere neutro né tranquillo. Senza l’azione, l’odio e tanto affetto, mi sembra che vivere abbia poco senso”. Gianni Bertini
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