For Art - Maestri al Museo MIIT
Dal 27 Ottobre 2016 al 06 Novembre 2016
Torino
Luogo: Museo MIIT
Indirizzo: c.so Cairoli 4
Orari: da martedì a sabato 15.30-19.30. Su appuntamento per visite guidate, gruppi, scolaresche
Enti promotori:
- MIIT
- Italia Arte Edizioni
- Museo Ugo Guidi
- MACA
- LT COnsul
- Museo della Memoria
Telefono per informazioni: +39 011 8129776
E-Mail info: info@museomiit.it
Il tempo è stato universalmente identificato con il movimento fin dagli albori della civiltà, mettendo in rapporto gli oggetti fisici nella loro reciproca collocazione nello spazio e nel suo eventuale variare. Su questa nozione si fonda la misurabilità del tempo stesso, la cui concezione fisica può tuttavia non corrispondere alla temporalità psicologica, alla percezione della durata di un’esperienza.
Uno dei concetti più penetrabili del tempo è quello dell’attesa. Nel suo infinito variare, si snoda, si dilata e si contrae,- contorcendo lo spazio - durante il quale il tempo si mostra in tutta la sua immota fissità. Seppur scorrendo, la percezione che ne ricaviamo è quella di un’immobile passività.
L’attesa diventa perciò paradigma di momenti definiti dell’esistenza in cui ci troviamo per cause esterne o interne all’essere. Istanti sospesi che il più delle volte non siamo in grado di gestire, in un’era in cui tutto si muove al passo delle nuove tecnologie che definiscono una vera e propria rivoluzione antropologica. La rapidità del veicolare informazioni si contrappone perciò alla quasi totale mancanza di procedure che possano mediare con il tempo, completamente stravolto nell’accezione del suo scorrere, velocizzato, annullato quasi. Non possediamo strumenti per esercitare controllo sul tempo passivo, quello dell’attesa appunto, eguagliabile ormai ad un fastidio, ad un ostacolo o ad una prova da superare mentre per millenni ha permeato e scandito la vita dell’umanità costruendo forme, intrecci, proiezioni.
Il tempo dell’attesa non è immune dal dolore. Nelle tele che compongono l’opera THE WAITING, essa è squarcio, sovrapposizione, tessuto slabbrato. Ma è anche spazio- fisico- che si svuota e si riempie. Livelli diversi di materiali diversi, a volte immediatamente percepibili e altre che si rivelano ad un secondo sguardo, colori dalla connotazione forte che si amalgamano ad ombre tenui o sbiadite. L’Attesa come sinonimo di ferita inferta, aperta ,sospesa anch’essa.
Concepite in diversi stadi della gravidanza dell’artista, queste opere in divenire si propongono di trovare respiro alla fine della stessa e di continuare ad indagare il rapporto tra la percezione del tempo dell’attesa in momenti diversi della vita umana, del suo intrecciarsi al tempo attivo, della sua consapevolezza. Un’opera complessa e mutevole che segna l’inizio di una nuova esplorazione analizzando, prospetticamente, micro e macro frammenti che definiscono la condizione umana, femminile e non solo.
Vernissage giovedi 27 ottobre 2016 ore 18
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